L’anno 5.4, che conduce alla costruzione delle nuove basi della Cultura, Arte, Mondo delle Immagini, informa per la terza volta il campo dell’Educazione con Sole-Vulcano nella seconda qualità di Virgo, che è uno dei segni più importanti dello zodiaco perché ha lo scopo di proteggere, nutrire e rivelare la realtà spirituale nascosta.
Il sostegno di Virgo 2018 viene trasmesso chiaramente all’ingresso del Sole attraverso un triangolo di Terra composto da Urano in Taurus, Sole in Virgo e Saturno in Capricornus, che è diventato preciso il 26 Agosto, momento del Plenilunio.
Virgo ci invita a:
Costruire in Bellezza la Civiltà di Luce.
Il precedente articolo si era concluso con l’affermazione che l’Educazione alla Bellezza conferisce valore alla conoscenza e alla volontà, perché solo con l’intelletto abituato alla conoscenza della verità e con la volontà che tende al bene è possibile crescere in armonia col Tutto.
Le nuove generazioni, educate alla bellezza, possono realizzare il sogno di tutti coloro che hanno sperato in un mondo privo dei tarli dell’abitudine e della rassegnazione, in cui vige l’homo homini lupus, per aprirsi, attraverso il bello autentico, ad un giardino in cui armonia, splendore e perfezione siano gli ideali che guidano alla conoscenza del vero e alla volontà del bene.
La bellezza non è un valore opportunistico perché non aspetta riscontri, è come il sole che sorge e non importa se lo guardano o no, come dice il mistico Angelus Silesius.
La bellezza affascina chiunque, anche in un mondo fatto di interessi materialistici, e realizza sempre l’origine sanscrita del suo nome BET-EL-ZETA che significa ’ il luogo dove Dio brilla’,….. brilla dappertutto e fa brillare tutto.
La bellezza salverà il mondo o, come meglio intendeva Dostoevskij, Il mondo salverà la bellezza .
Le domande a questo punto sono diverse: che tipo di salvezza è possibile in senso assoluto per l’umanità? Cosa metterà d’accordo il rumore e la melodia? Il mondo ha bisogno della bellezza?
Sicuramente il mondo ha bisogno di essere salvato ma ha bisogno anche di bellezza che, spesso, è un bisogno nascosto a cui esso non può rinunciare.
Si può senz’altro affermare che la ricerca e il senso della bellezza nascono con l’uomo che, quando ha cominciato ad esercitare l’intelligenza, ha usato le mani e il corpo per procurarsi il cibo, per sopravvivere e anche per ingraziarsi le situazioni, lo ha fatto in perfetta sintonia con la natura, intuendo le leggi dell’armonia universale e sviluppando pian piano la consapevolezza di essere egli stesso frutto di quelle leggi.
Ma a cosa serve la bellezza, cosa produce? A cosa servono un bel quadro, un bel libro o una bella musica?
Non possiamo negare, perché lo constatiamo ogni giorno, che tutto ciò che è bello rischia di venire dimenticato o ignorato anche perché i nostri sensi sono bombardati da continue sollecitazioni che si impongono con prepotenza: anche se avessimo a casa uno dei quadri più belli che esistano, dopo un po’ gli passeremo accanto senza più dargli importanza.
Freud in Il disagio della civiltà dice che “l’utilità della bellezza non è evidente, che sia necessaria alla civiltà non risulta a prima vista, eppure la civiltà non potrebbe farne a meno”. Più avanti ricorda che l’estetica studia le condizioni per cui il bello è sentito come tale, ma non è stata in grado di fornire alcuna spiegazione circa la natura e l’origine della bellezza. Ma anche che “… purtroppo anche la psicoanalisi ha assai poco da dire sulla bellezza”.
Hillmann, in Politica della bellezza, afferma che ragioni estetiche profonde indicano che l’anima ha bisogno di bellezza. “ … Il bisogno che ha la psiche di bellezza è fondamentale. (…) Quando il soddisfacimento di quel pressante bisogno di bellezza viene situato nella natura, e la natura è minacciata di distruzione, l’essere umano avverte una perdita d’anima” .
La bellezza è essenziale per il cammino di ogni essere umano nella sua continua, e spesso inconsapevole, ricerca di senso e di significato e, per non mortificare la bellezza a effimero oggetto di consumo, sarebbe molto utile rispondere agli interrogativi che la bellezza mette sempre sulla nostra strada.
Forse proprio guardando da questo punto di vista possiamo riconoscere che senza la bellezza l’anima si perde.
“Niente colpisce l’anima, niente le dà tanto entusiasmo, quanto i momenti di bellezza: nella natura, in un volto, un canto, una rappresentazione, o un sogno. E sentiamo che questi momenti sono terapeutici nel senso più vero: ci rendono consapevoli dell’anima e ci portano a prenderci cura del suo valore. Siamo stati toccati dalla bellezza.” (Hillmann)
Il significato delle Verità eterne ha sempre attratto sia la natura intellettuale sia quella spirituale dell’uomo, che vuole penetrare la realtà della bellezza e della bontà: la bellezza favorisce l’arte, la musica ed i ritmi significativi di ogni esperienza umana; la bontà abbraccia il senso dell’etica, della moralità e della religione.
La bellezza universale ingloba le relazioni ed i ritmi armoniosi della creazione cosmica ed è il riconoscimento intellettuale della sintesi delle diverse realtà fenomeniche che provengono dall’Unità.
La bontà rappresenta la rivelazione dei valori infiniti alla mente finita, per esservi percepita da un intelletto che sia capace di discriminare fra bene e male.
Il riconoscimento delle vere relazioni implica una mente capace di discriminare tra la verità e l’errore perché l’universo è un tutto, nessuna cosa o essere esiste o vive nell’isolamento ed è vero che nessun uomo vive per se stesso. Gesù ha detto:
Colui che vuole essere il più grande tra di voi, diventi il servitore di tutti.
L’Amore è la somma totale delle qualità di verità, bellezza e bontà: quando l’uomo lo percepisce, si può dire che percepisca il Divino.
Quindi si ritorna alla deduzione di San Tommaso d’Aquino e al rapporto tra pulchrum et bonum e pulchrum et verum, perché in tutti i suoi scritti pone al centro l’ente, che per lui è il primo concetto compreso dall’intelletto: tutta la realtà è percepita come ente e può essere intesa dalla mente umana, che ha la capacità di conoscere ogni realtà.
Ogni ente, per il solo fatto di esistere, è uno, buono e vero e la bellezza, con le sue caratteristiche di integritas, proportio e claritas, sembra manifestare il vero e il buono presenti nella realtà.
In effetti, il bello, anche per il suo legame con il buono, agisce con forti ripercussioni sulla realtà, rivelando l’esistenza di una vera e propria estetica dell’azione. Per usare le parole di Yukio Mishima:
L’azione equivale ad una forza che si avventa su un obiettivo formando un luogo geometrico, e può essere bella come la corsa di un cervo, che è assolutamente ignaro della propria grazia.
Se bello è ciò che piace, come dice Sant’Agostino si potrebbero ribaltare i termini e affermare che ciò che piace, piace perché è bello e se il fine dell’educazione è una vita retta, non si può ignorare il riconoscimento della bellezza in tutte le sue manifestazioni, come misura reale ed etica.
In questa tempo in cui tutto è relativo diventa impellente riconoscere la bellezza, perché ogni cosa torni all’unità, grazie al riconoscimento dell’Essere, di cui la bellezza è espressione.
La bellezza non salverà il mondo se noi non salviamo la bellezza
Grazie Anna della tua riflessione così sentita e significativa. Ho molto a cuore questo tema, credo davvero che la Bellezza è luce interiore che, irradiando, eleva il Mondo.
La Bellezza si potenzia nella sensibilità verso ogni cosa, che conduce a sensazioni di pienezza e gioia senza causa esterna e senza fine, e nella fusione con la Vita, che motiva ad esprimersi in essa con cuore vibrante. Si inaridisce quando viene ristretta o mal compresa da un ego limitato e si nasconde di fronte all’ignoranza o all’illusione della separatezza:
“La nostra gioia e la nostra ispirazione dipendono quindi dal rispetto che manifestiamo verso la bellezza. Imparando ogni giorno a contemplarla, assaporiamo la vera vita.”
(O.M. Aïvanhov, Pensieri quotidiani)
Bellezza ed Armonia sono inscindibili; l’Armonia alimenta la vita e produce Bellezza; la Bellezza ravviva nel cuore l’Entusiasmo (da én, dentro e theos, dio: un dio interiore); esso rende l’uomo sul Sentiero, che vive nella costante e ardente aspirazione, capace di ricevere ispirazione dall’Alto e di concretizzare la Visione con opere finalizzate al “bene più elevato per il maggior numero di esseri”.