In tale Data* è propizio seminare idee, formule e forme-pensiero attorno al tema della Guarigione.
«Dove ci sono uomini c’è il fuoco, dove c’è il fuoco c’è il fumo,
dove brucia il fumo sacro, c’è armonia.»
(Preghiera degli Indiani d’America)
L’elemento onnipresente del Fuoco, agente vivificatore e purificatore per eccellenza, viene associato da tutte le Tradizioni alla parte spirituale dell’uomo. 1
“Avvolgiti di Fuoco, e sarai immune”, diceva un Precetto antichissimo; ma, ormai incalliti, gli uomini più non seppero di che Fuoco si trattasse. L’intesero come Fuoco fisico, e tracciarono cerchi magici di fiamma. Essi sminuiscono sempre la loro vera natura. In realtà̀ qualsiasi fuoco vivente è sempre risanatore, ma non ci sono resine paragonabili alle fiamme del cuore. **
[…] Zoroastro descrisse l’immunità̀ ignea; insegnò che da tutti i pori della pelle l’uomo può̀ proiettare raggi di fuoco per abbattere qualsiasi male. Chi è avvolto in una simile armatura non può̀ soccombere a nessun contagio, e tale resistenza si accresce se si resta ben uniti alla Gerarchia. Il cuore diventa come un sole, che incenerisce qualsiasi bacillo.
[…] In effetti, tutto ciò̀ che viene facilmente consunto dall’energia superiore può̀ anche essere mitigato, almeno in certi limiti, dallo stesso fuoco fisico. Le radici di molte piante contengono fuochi potenti del regno vegetale che possono servire là dove i fuochi del cuore sono ancora inattivi. (Mondo del fuoco I, 15-18)
La nostra tradizione occidentale racconta che i Re Magi portarono a Gesù oro, incenso e mirra. Anche nei templi orientali si brucia incenso. Si brucia incenso davanti a Vishnú, davanti a Buddha, davanti alla Vergine, etc. perché si brucia incenso nelle chiese, nelle pagode, nei templi ed oratori privati?
Nella tradizione ebraica, il profumo svolge un ruolo molto importante. Tanto nel Cantico dei Cantici come nei Proverbi di Salomone, come in innumerevoli Salmi, troviamo copiosi riferimenti ad odori, unguenti, balsami ed incenso.
Nella primitiva religione Naturale il devoto aveva costume d’offrire frutti della terra creando un rituale per sé e per i propri Dèi fatto di fiori, con un significato profondo di profumi e di colori. Di questa religione Naturale vi è ancora oggi un vivida presenza nei paesi che conservano una cultura non urbanizzata e non industriale. In culture urbanizzate come la nostra, il ricordo di questa naturalità è ormai andata perduta, ed è rimasta solo nel giuoco dell’addobbo e dell’arredo. Svanendo nell’attenzione dell’uomo la religione Naturale, il grembo della Madre Terra fu sostituito dal grembo femminile.
Si scoprì, quindi, l’importanza dell’olfatto, indicato nell’Insegnamento (Trattato sul Fuoco Cosmico, 186-7), corrispondente al Piano Atmico e ultimo nell’ordine di sviluppo tra i cinque sensi esteriori dell’uomo.
“L’olfatto è la facoltà di percezione penetrante, che alla fine riconduce l’uomo alla fonte donde è venuto, al piano archetipale, il piano dove è la sua vera dimora. […] È la controparte spirituale del senso che riconduce infallibilmente gli animali, come i piccioni e altri uccelli, al luogo da cui sono originariamente venuti. È la percezione della vibrazione del Sé, ed il rapido ritorno per mezzo di quest’istinto alla fonte originaria.” (Trattato sul Fuoco Cosmico, 202)
Crebbe allora una conoscenza dei profumi tale da renderla scienza. Gli aromi naturali della vegetazione furono concentrati in essenza ed elaborati sino a raggiungere effetti sulla natura umana impensabili. Circa 6000 anni fa, troviamo l’abitudine diffusa ormai in tutti i Popoli, di offrire nel Tempio vite animali ed ormai solo occasionalmente all’esterno, vite umane.
Per coprire la costante presenza dell’olezzo del sangue versato e della carne bruciata quotidianamente per le offerte, s’introdusse l’abitudine di profumare i locali con sostanze odorose naturali. Sino all’introduzione assoluta dell’incenso nel rituale, si usavano bruciare, per sopperire all’inconveniente una moltitudine di rami e foglie resinose e dagli aromi più diversi.
È con l’introduzione dell’incenso che abbiamo nell’uomo che opera nel rituale, il recepimento del concetto duale di sacro e profano, presenti contemporaneamente, in quel difficile e al contempo elusivo, veicolo che è il profumo.
“Il regno vegetale ha la qualità dell’attraenza, espressa dal colore, e trova la propria liberazione, ossia la sua più alta forma d’attività, nel profumo emanante dalle sue forme di vita più elevate. Il profumo è connesso alla sua vita sessuale, che ha scopo di gruppo e chiede la collaborazione del vento iniziatore e degli insetti. Questa non è solo una raffigurazione pittoresca della verità. La vera natura del profumo, suo scopo e suo intento, è di influire sugli agenti che servono a diffondere e a perpetuare la vita del regno vegetale. Gli “aspiranti” di questo regno e le sue forme più evolute possiedono bellezza e profumo e sono sensibili agli influssi occulti di Coloro cui è demandato il compito di iniziare le forme di vita e condurle alla perfezione voluta. Questo spiega l’influenza su questo regno del sesto raggio, di Devozione, che in senso simbolico “fissa l’occhio sul sole; volge sempre la vita ai raggi del calore, e determina il fondersi dei colori e la gloria dell’irradiazione profumata”. (Psicologia Esoterica I, 197-8)
Anche per quanto riguarda i locali del Tempio dedicati alle Cerimonie e alle Iniziazioni resta l’insegnamento occulto per il quale le fumigazioni rituali servono non tanto all’uomo, quanto di richiamo a Spiriti Superiori o Energie, fortemente in sintonia con la vibrazione di quei profumi. Questo Pensiero trova d’accordo tutte le chiese attuali, dove si dice che esso sia nutrimento per gli Angeli.
Il Maestro Massone, nella fumigazione, non si limita alla ricerca d’un atto purificatorio o d’un atto simbolicamente rivolto ad Entità metafisiche, ma e soprattutto, alla creazione d’uno stato di speciale allineamento e ricettività esaltando delle corrispondenze planetarie che operano, nella Geometricità Occulta formata dagli uomini che compongono la Loggia. (tratto da Imago Templi / 4.2) 2
Misticamente il profumo dell’incenso è un agente unificatore. Man mano che il corpo dell’incenso si brucia vediamo la trasformazione della materia. Vediamo come un grano di incenso si trasforma in fumo che ascende lasciando solamente il suo profumo. Una volta consumato il granello e scomparso il fumo, l’unica cosa che rimane è un gradevole aroma. Questo aroma è l’agente unificatore perché man mano che l’incenso si consuma, si tramuta anche la nostra coscienza. Se riusciamo a trasferire la coscienza su un piano mentale più profondo, l’idea di unità non solo sarà comunicata intellettualmente, ma sarà sperimentata. Pertanto, il profumo può essere un buon simbolo dell’idea di unità che possiamo esprimere su tre livelli:
- È sinonimico di unione fraterna, cioè, il profumo è un ponte di unione tra distinte persone riunite per un fine comune.
- È anche simbolo di unione tra la parte esterna e la parte interna. L’unione della coscienza attraverso l’interiorizzazione.
- Il terzo aspetto è quello che riguarda l’unione fra l’anima dell’uomo e l’Anima Universale o Dio, il cui ideale desidera raggiungere. (Come svelare i misteri della Cabala /5) 3
L’incenso simboleggia la natura emotiva con le sue aspirazioni ed i suoi desideri, e quest’aspirazione deve elevarsi come il fumo dell’incenso, fino ai piedi di Dio. L’incenso è anche un simbolo di purificazione, di quell’ardore che distrugge tutte le scorie e che lascia solo l’essenza per la benedizione di Dio. (Da Betlemme al Calvario, p. 73).
L’arte di guarire con il profumo dei fiori, con le resine e i semi risale alla più̀ remota antichità̀. La rosa non soltanto è affine al musco, ma è un antidoto per l’imperil. Per gli antichi un roseto era luogo d’ispirazione. Le fresie sono benefiche per il sistema nervoso simpatico, così vibrante in uno Yogi. I semi di orzo sono impareggiabili per i polmoni. Già̀ sapete della menta, della resina del cedro e di altre resine. Agli aromi oggi non si annette importanza, come avviene per molti valori esecrati, eppure l’origine della fragranza è alla base di un sapere utile quanto dimenticato. È vero, i veleni antichi erano estremamente sottili; al loro confronto i narcotici di recente invenzione sono grossolani. Questi soprattutto distruggono l’intelletto, in altri termini, proprio ciò che assicura l’equilibrio in tutti gli esperimenti psichici. Un cuore ardente è impossibile senza equilibrio spirituale. Ricordate dunque tutti questi dettagli che vi accostano alla Gerarchia. (Gerarchia, 316)
Nella remota antichità̀ si ricorreva all’incenso per accertare l’aura degli oggetti. Si assumeva che, se dotati di aura benefica, essi ne restavano impregnati, mentre le emanazioni malefiche espellevano le radiazioni resinose. Poi l’incenso fu usato nei templi, per intensificare e rendere più̀ immediato il Mondo sottile. Invero, esso ne stimola la vitalità̀. Lo si brucia nei riti funebri per proteggere chi ha varcato il limite della coscienza e liberarlo da quello stato di letargo in cui solitamente cadono gli impreparati. Sono dettagli di un’antica conoscenza, ormai del tutto dimenticati, assieme al valore di certi aromi. La manifattura dei profumi ha infatti perso il suo antico senso, non solo, ma per ignoranza si ricorre a combinazioni perniciosissime. Quella conoscenza, basata su molto studio, offre tutto un campo fecondo di applicazioni pratiche. In antico gli aromi erano studiati a fini terapeutici. Erano i sacerdoti a prescrivere il modo di usarli, e in quali casi. Così, senza ricorrere a pratiche di stregoneria, si può̀ riscoprire tutta una terapia basata sull’inalazione, e che nutre il sistema nervoso strofinando sulla pelle essenze aromatiche. Gli antichi dunque sapevano guardare in profondità̀, sotto l’epidermide. (Cuore, 153)
Non è vero dunque, si potrebbe domandare, che durante le cerimonie iniziatiche si ricorre a parole di potere e si bruciano incensi? È vero, ma non nel senso qui inteso, non per sviluppare poteri psichici. Maestri e discepoli pronunciano parole di potere per interessare entità̀ non umane, per invocare l’assistenza degli angeli, per manovrare forze naturali costruttive; erbe e incensi poi servono Loro per purificare l’ambiente, allontanare entità̀ indesiderate, e quindi consentire la presenza di esseri assai più̀ evoluti. Si tratta dunque di un uso completamente diverso. (La Luce dell’anima IV Illuminazione, 380)
Ci fu un metodo di cura basato sulle emanazioni naturali: invece di somministrare farmaci per via interna, il paziente veniva attorniato di minerali o piante opportuni. Questo metodo presupponeva una certa sensibilità̀ percettiva. Ma se ancora oggi si indossano anelli magnetici e si ricorre ad applicazioni locali delle foglie di certe piante, le sostanze dell’ambiente possono pure essere utili. Non si creda che l’uomo non reagisca al contatto con i metalli o in prossimità̀ delle piante. Queste reazioni vengono considerate come idiosincrasie, ma le proprietà̀ di quelle essenze sono indiscutibili. Basta una zaffata di alcool per esserne intossicati, la vicinanza di alcune erbe dà la febbre: ovunque insomma si verifica una risposta alle emanazioni. È questo un campo dei rapporti e degli scambi umani che bisognerebbe studiare. (Fratellanza, 514)
**Che gli uomini ricordino almeno la qualità̀ del fuoco terreno, ma invero è giunta l’ora di tornare alla fonte primaria; non sarebbe possibile altrimenti oltrepassare quella soglia ormai così prossima. L’uomo ha sciupato e scatenato le forze terrestri, e le Potestà̀ superiori ne sono allarmate. Solo la coscienza ignea e illuminata potrà̀ ripristinare il ponte dell’ascesa, che giace infranto.
Nel prossimo articolo entreremo più nello specifico, vedendo quali incensi e olii essenziali vengono suggeriti nei libri dell’Insegnamento come rimedi per guarire da varie malattie fisiche e non.
*Oggi, ad intervalli di 3 mesi, avviene la congiunzione eliocentrica tra Mercurio e Plutone, associati entrambi ai poteri riunificanti e taumaturgici (caduceo/antahkarana il primo, e forze di rigenerazione dopo la distruzione o morte delle forme obsolete il secondo)
[1] L’Anima umana, o ‘corpo causale’, per l’Insegnamento esoterico, è composto di sostanza o energia ignea, sul piano mentale superiore (Manas): tale è il ‘piano dell’unione’ con il Mondo delle Idee o spirituale e solo da tale livello si possono comporre e guidare le cause degli eventi, con il Pensiero di Fuoco. Il Fuoco è l’elemento onnipresente e purificante per eccellenza; in ogni regno di Natura produce una Forma di passaggio al regno successivo o superiore, di ‘iniziazione’:
“La radioattività, il profumo dell’aspirante, la devozione ad altri esseri umani (sublimazione della domesticità) e lo “spargimento di sangue”, o il sacrificio della vita, l’espressione sulla terra (minerale) della devozione e della vita sessuale del regno vegetale, aggiunti al sacrificio tramite il sangue del regno animale, conducono l’uomo alle soglie dell’iniziazione.” (Psicologia Esoterica I, 200)
[2] http://www.esonet.it – Imago Templi / 4.2
[3] http://www.esonet.it – Come svelare i misteri della Cabala /5