Concludiamo con oggi i 12 giorni che ci hanno condotto alla Vetta del Solstizio estivo: in tale Giorno, 20 giugno, la polarità Terra–Sole/Vulcano traccia l’arco di Unione tra il Centro galattico da una parte e la costellazione del Grande Cristo cosmico Orione (tramite il Suo ‘Cuore’ Betelgeuse) dall’altra: tale arco sacro è ancorato, alla chiave di volta, al Polo Nord dell’Eclittica nella costellazione del Drago nonché alla Stella polare (Orsa Minore), vetta attualmente puntata dal Volere planetario (espresso astronomicamente dall’asse polare terrestre).1
È una data e direzione cosmica primaria per il nostro amato Pianeta e per l’intero Sistema solare, nonché per l’evoluzione della Coscienza: le Porte solstiziali hanno attualmente un orizzonte e valenza unici, collocandosi la Terra ‘al centro’ tra l’Origine galattica (Centro dei centri) e quella solare (Sole/Vulcano), tra le stelle ardenti dello Scorpione e del Sagittario da una parte, e dall’altra parte tra quelle fulgenti del Toro e dei Gemelli, ‘sorrette’ a sud dal Cacciatore di Luce Orione/Osiride.
Questa Via cosmica allinea, in modo unico in questi decenni, il Volere planetario (tramite l’asse solstiziale e la Stella Polare) sia all’Osiride-Sole/Cristo cosmico (tramite il Suo ‘Cuore’ Betelgeuse), sia al Cuore/Centro galattico, sede del Principio cristico (Buddhi) galattico.
La Stella polare, la cui proiezione eclittica coincide con quella di Betelgeuse, è, alla vetta del Cielo settentrionale, parte della Triade della Vita formata dalle costellazioni trainanti dell’Orsa Maggiore, Orsa Minore e Drago (quest’ultimo sede del Polo Nord delle Eclittiche, ossia del perno/vetta del Piano dell’intero Sistema solare).
Mentre Orione è il Re del Cielo che ha per regale Consorte Sirio/Iside. Orione è il Grande Cuore, mentre Sirio è il Cuore minore: Orione è Buddhi, l’energizzatore cosmico della Volontà (fornita dalle Orse in Vetta), mentre Sirio è Manas, la Mente illuminata dall’Amore, che permette l’espressione del Volere secondo retta visione o saggezza. Nel sistema solare, sono il Sole (Vulcano) e la sua Regina Venere, le nostre due Origini solari.
Il Cielo è la Dimora della Vita, la nostra Casa illuminata, il Tempio di Luce.
Dalle Stelle, Centri ardenti di evoluzione, giungono dunque gli Appelli più infuocati, e danno la Giusta Direzione all’Umanità: la Via di ascesa al Cielo, la Via radiosa della Resurrezione, una Via infuocata sacra all’Unità.
Ecco che l’uni-miranza dell’Arciere solare (Sole/Terra) vede tale glorioso compimento: la Freccia solare costantemente puntata sul Cuore galattico, il Centro dei centri, “infila” al solstizio estivo il Cuore della Terra, mentre la Grande Madre Betelgeuse, vegliando alle spalle dell’Arciere, imprime forza, coraggio e precisione all’azione. Il Cuore del Cielo muove il cuore della Terra e dell’umanità a muovere dritto in avanti, a risorgere, sostenuti e resi stabili dalla volontà di unità ingiunta dalla Polare.
‘Colpire il bersaglio è un rito che celebra l’esattezza dello spirito’.
La Freccia vola sempre avanti, incessantemente, di balza in balza, lungo sentieri sempre più stabili e profondi. Ad ogni giro, però, la libertà è maggiore, capace di sviluppare il proposito fondamentale e direttivo. Mirino e bersaglio coincidono, l’Altissimo e l’Abissale si uniscono, e l’illusione della distanza e del tempo si possono infrangere a tutti i livelli. E ciò persino per le monadi o spiriti ‘crocefissi’ nella Materia su un pianeta sperduto della periferia galattica, quali siamo noi.
Nel qui ed ora, allo scoccare della Freccia della Vita, in un istante senza tempo, la missione generale del regno umano – “svolgere e ristabilire il Piano di Amore e di Luce sulla Terra” – si riduce a questo: mirare allo Scopo, e lasciare che esso chiami a sé la freccia che lo trafigge. È il miracolo della Resurrezione, la vittoria sulla morte, il trionfo del Cuore, della nostra Coscienza divina, del Cristo planetario, solare, cosmico, galattico, infinito.
“Lo spirito trema al pensiero della morte.
Ma quando la coscienza afferra l’Essere, si instaura il concetto di Unità.”
Cristo in noi, certezza di gloria.
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