Venere, dal primo settore di Leo nel quale oggi, secondo la visione eliocentrica, sta transitando, ci induce a riflettere sulla centralità del governare. Leo infatti, dimora del Sole che ne regge tutti gli aspetti, concentra in sé tutte le facoltà di governo interiore ed esteriore.
Il Sole governa poiché è al centro del suo cielo, nel punto di massimo sacrificio, ove si va a fuoco. In tale sublime Entità, che dona vita, movimento ed essere a tutte le creature, convergono le forze extra sistemiche che vengono distribuite nel campo, accendendone i centri vitali i quali, a loro volta, inviano impulsi in risposta che sono elaborati e ritrasmessi dal grande cuore solare.
L’esercizio del governo presuppone dunque, innanzi tutto, la capacità di assumere la responsabilità dello stare al centro: può sembrare semplice, ma è una precisa e decisiva conquista della coscienza che, decentrandosi dal sé inferiore, si identifica dapprima con l’anima (l’Angelo solare), poi con la fonte unitaria dell’energia vitale. Ciò significa che può realmente governare e quindi usare il potere colui la cui coscienza è sufficientemente espansa da poterne venire in contatto e perciò gestirlo in modo naturale.
Seguendo il filo di questo pensiero, che ci induce ad abbandonare il mondo della quantità per trasferirci interiormente in quello della qualità, dobbiamo ammettere che non ci si può improvvisare governanti: governa chi può, chi è al centro, chi è in grado di sacrificare la propria libertà al bene di tutti. Perché ciò avvenga è evidente che la coscienza comune deve essere attestata ad un livello che oggi non è ancora conseguito dall’umanità ma che comincia a costituire un traguardo per molti.
Abbiamo peraltro verificato che, affidandoci alla quantità, dobbiamo rassegnarci ad essere guidati da pseudo governi i quali, eletti dal basso ed essendo in balia dei loro elettori che devono compiacere per essere rieletti, non possono che rispecchiarne vizi e debolezze, anche nel caso in cui al loro interno lavorino persone di un certo valore.
Pur se oggi non riusciamo ad immaginare un governo che provenga dall’alto e che non sia autoritario, possiamo però pensare che qualsiasi governo debba guardare al modello superiore, inserendosi così in modo coerente nella catena di centri che dirigono l’universo a tutti i livelli, all’interno della quale tutti coloro che si assumono l’onere del governare dovrebbero porsi interiormente nella posizione di pontefici, ovvero di costruttori del ponte che collega ogni azione locale al governo maggiore: per noi uomini innanzi tutto a quello (per ora solo auspicato) dell’umanità una che, come punto focale del centro umano, potrebbe così operare in sintonia con il governo del pianeta stesso, applicando il principio del rapporto aureo, secondo cui il maggiore ha il compito di porsi rispetto al minore quale tramite fra questi e il tutto, in una posizione interiore che non ha nulla di paternalistico, ma che pone ciascuno di fronte alla propria responsabilità.
Mentre fissiamo le basi ideali del mondo nuovo, possiamo allora sognare un’umanità che sia fondata sulla qualità, sulla coscienza, che sia governata da coloro che possono sobbarcarsi l’onere del massimo sacrificio nell’intento di unire Cielo e Terra. Per tale umanità sarà semplice e naturale riconoscere i propri governanti (che si offriranno volontariamente a ricoprire tale compito) e lasciarsi guidare da essi collaborando al progetto comune e condiviso.
Può sembrare una visione fantascientifica, un sogno appunto, eppure proprio il fatto di sognarlo significa che è alla nostra portata. Occorre semplicemente passare dalle parole ai fatti, iniziando ad imparare con tenacia e disciplina l’arte del governo, innanzi tutto individuale, osservando con distacco il nostro veicolo personale, alle cui storie pian piano riusciremo a non credere più, disidentificandocene e guadagnando, a piccoli passi, una relativa centralità e capacità di inclusione. Questa lezione, che ci permette di passare a centri via via più centrali e potenti, vale, con modalità diverse, a molti livelli ed è quindi importante impararla al meglio.
Oggi non è più soltanto il tempo di belle teorie; siamo tutti chiamati all’azione, a prendere posizione, ad assumere responsabilità ciascuno al proprio livello, ad impegnarci praticamente in un’avanzata comune, nella costruzione del nuovo Tempio dell’Uomo e del Mondo che dovrà essere edificato con mani e piedi umani. Se l’impegno sarà sincero e fervente, il Governo reale del pianeta, di cui in queste pagine sovente abbiamo parlato, e tutte le forze della luce non potranno che essere al nostro fianco.
“I centri, disseminati nello Spazio e immersi nelle sue acque materne, si affermano nella volontà del Padre: lampeggiano e dirigono. Assumono il potere e governano i campi loro affidati. Il loro dominio può esercitarsi in modo centripeto o espansivo. Possono, insomma, togliere o dare libertà. Nel primo caso assorbono potenza e luce dal campo; nel secondo lo rafforzano e lo inondano del proprio lume. In quel caso il centro è solo pseudopotente; nell’altro il suo potere è autentico e legittimo. Ciascun centro dunque arde o perché prende o perché dà. In Leo la coscienza si accentra e si isola oppure si dilata a comunicare con lo Spazio. Questa è la vicenda annuale e generale, e il Sole è il fulgido esempio del giusto potere. Si comprende, da questa nota, che Leo trasmette il primo Raggio, che le varie creature, ossia i sistemi di centri, usano liberamente secondo la loro coscienza”. (Enzio Savoini, Il Sistema solare nello Spazio, 1993 rev. 1999, testo inedito)
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Essere responsabili presuppone farsi carico di situazioni o di persone che dipendono da noi per cui non possiamo esimerci dall’assumere tale posizione di Servizio, sia in famiglia sia verso la Comunità in cui si vive. Pensare al Bene Comune è essere consapevoli che ogni nostra azione a tutti i livelli del vivere quotidiano è il modo per veramente essere liberi come l’aria come il sole che ci vivificano e ci scaldano il cuore. Portiamo quella luce speciale, malgrado i tempi duri in cui viviamo. Questo è un lavoro che ciascuno di noi può fare, tentare di essere quel centro obliando il sé minore, Lucia G.