La comunicazione interpersonale prevede il fatto di condividere ed è basata su una relazione in cui gli interlocutori si influenzano vicendevolmente.
Si tratta in altri termini di una attività che presuppone un certo grado di cooperazione. Ecco perché alla comunicazione è necessario accostare il senso di comprensione, inteso come atto, cioè la capacità di contenere in sé, afferrare un’idea, che non è solo assimilare e capire, e quindi conoscere, ma è soprattutto indulgenza, tolleranza e compassione, che è un tipo di comprensione sempre meno diffuso.
Il coinvolgimento personale è indispensabile per inserirsi nel dialogo con le altre persone, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze, e offrire loro sostegno e compassione perché comunicare significa essere convinti che l’altro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al suo punto di vista, alle sue proposte senza per questo rinunciare alle proprie idee, ma solo alla pretesa che siano uniche ed assolute.
Molto spesso, alla fine di un discorso, a tutti noi è capitato di accorgerci di non essere stati compresi e addirittura di notare come la nostra esternazione sia stata travisata e questo perché frequentemente le parole, anziché unire, dividono e ci allontanano gli uni dagli altri.
In una società basata sulla conoscenza e l’informazione, caratterizzata da forte competitività a tutti i livelli, dove ognuno corre per arrivare primo, per raggiungere traguardi e obiettivi spesso troppo ambiziosi, i ritmi di vita e di lavoro diventano sempre più sostenuti esponendoci a forti tensioni emotive.
In questa frenetica corsa verso il potere, il successo, la carriera, la perfetta forma fisica, il benessere materiale ottenuto a qualsiasi costo, spesso si contano più vittime che vincitori. Prigionieri dell’ansia e della depressione, comunichiamo il più delle volte in maniera superficiale e inefficace perché siamo portati ad usare più la testa che il cuore nel gestire la maggior parte dei rapporti interpersonali. Così facendo non ci rendiamo conto che anziché migliorare la qualità della nostra vita, inevitabilmente la peggioriamo.
La maggior parte delle persone, infatti, comunica prevalentemente con la testa mettendo a tacere il cuore, come se dovesse vincere una partita, che si gioca di volta in volta con maggiore o minore impegno per vincere sull’altro, dimostrare che si è migliori, più competenti o più bravi. Comunicare bene diventa sempre più difficile e in alcuni casi addirittura impossibile e alla fine ci sono solo perdenti, anche se qualcuno conserva l’illusione di aver vinto a spese dell’altro.
A tanti capita, avendo un importante argomento da discutere che si spera di poter trattare in maniera sincera e serena, di finire invece nel tunnel di una accesa discussione che, senza rendersene conto, infiamma gli animi e nonostante le buone intenzioni, ci si ritrova uno contro l’altro, più propensi a reagire e a difendere la propria posizione che a comunicare, più disposti a entrare in conflitto anziché essere aperti al dialogo.
Questo succede perché ci manca quella forma di intelligenza umana di livello superiore, che è l’intelligenza del cuore e così il nostro modo di comunicare risulta debole, inadatto e qualche volta anche scorretto. E’ sempre l’intelligenza emotiva a consentirci di poter affermare senza ansia, con calma e assertività il nostro punto di vista nel pieno rispetto di quello altrui senza perdere il controllo della situazione. Quando si comunica con il cuore, non si sente il bisogno di umiliare e offendere, non si pretende di primeggiare e vincere a tutti i costi per attenuare la propria ansia e insicurezza, ma tutto avviene ed evolve in maniera naturale e gli equilibri relazionali sono salvi.
Troppo spesso comunichiamo con la testa, senza dare il giusto spazio al cuore e, poiché la testa è il luogo delle paure, delle ansie, delle insicurezze, quando si è ansiosi sale la tensione emotiva e la comunicazione diventa più difficile da gestire perché è concentrata sull’esigenza di controllo e potere personale di cui si ha un forte bisogno per non sentirsi minacciati.
Quando si comunica in questo modo, si tende ad affrontare la situazione con un approccio mentale del tipo vincere/perdere: io devo vincere, tu devi perdere; io ho ragione, tu torto, io devo parlare, tu devi tacere, ecc.. , per cui non potremo costruire e mantenere una relazione reciprocamente gratificante che potrà durare nel tempo. Quindi l’alternativa consiste nel riuscire a comunicare dal cuore e con il cuore per arrivare al cuore dell’altro, dando il necessario spazio ai sentimenti e alle emozioni. Questo significa entrare in una dimensione comunicativa e relazionale vera, autentica, profondamente gratificante, alla base della quale ci sono sentimenti importanti come la fiducia, la tolleranza, l’empatia, l’amore e il rispetto per l’altro.
Tutto questo è intelligenza del cuore.
Bisogna però ammettere che non è semplice comunicare con il cuore perché ci costa più fatica, non siamo abituati a farlo, nessuno ci ha educati a relazionarci così e ci risulta difficile operare un cambiamento che richiede coraggio, flessibilità, capacità di mettersi in gioco.
La maggior parte delle persone non è disposta a compiere questo sforzo, pur sapendo che si tratta di un salto di qualità che può migliorare la qualità della vita, perché, se ne ha consapevolezza, pensa di non esserne in grado tanto sono cristallizzati i meccanismi automatici di difesa che creano un modo di comunicare che è parte integrante della propria personalità. Acquisire consapevolezza di questo percorso significa essere già a buon punto sulla strada lunga e a volte in salita del cuore: è un’esperienza entusiasmante e interminabile, un’autentica sfida con se stessi che vale la pena di affrontare perché forse rappresenta l’unica strada conosciuta per arrivare a star bene con se stessi e con gli altri.
Per allenarsi è indispensabile convincersi che comunicare con il cuore è possibile oltre che psicologicamente gratificante, è necessario interessarsi degli altri perché più ci interessiamo di quello che sta loro a cuore e più gli altri si interesseranno di noi perché ognuno in cuor suo vuole sentirsi importante, apprezzato e stimato. E’ utile abbandonare l’idea di essere infallibili perché nessuno è o potrà mai essere detentore di verità assolute; perciò chi riesce a dubitare di sé e delle proprie opinioni e mette in conto l’eventualità di potersi sbagliare, è più saggio di quanto non pensi.
Un’altra cosa importantissima è saper ascoltare perché è un’abilità emotiva di fondamentale importanza, ed è grazie ad essa e all’empatia che si può imparare a comunicare con il cuore.
Soffocare le proprie emozioni è l’atteggiamento più sbagliato che ci sia, mentre intraprendere, a qualsiasi età, un percorso di esercizio emozionale è una scelta vincente che può migliorare la qualità della propria vita affettiva, sociale e professionale.
E’ utile dire quello che si pensa con tatto e discrezione senza temere il giudizio degli altri, sostenendo le proprie idee ed opinioni senza esagerazioni o forme di arroganza che potrebbero indurre l’interlocutore ad irrigidirsi e a stare sulla difensiva
Chi vuole imparare a comunicare con il cuore deve far proprio il principio del “vinco io – vinci tu” in tutte le dimensioni della propria esistenza. In questo modo, in qualsiasi situazione comunicativa, si può vincere insieme senza entrare inutilmente in conflitto con l’altro.
E’ importante che la comunicazione avvenga da cuore a cuore affinché diventi un balsamo per il dolore e un elisir per l’allegria: la nostra luce splende nel nostro farci prossimo di chi incontriamo, con dolcezza e con amore.
“Si troverà che il Cuore non è solo una macchina che fa circolare i fluidi vitali, ma anche il generatore di un certo tipo di essenza intelligente che è il fattore positivo nella vita delle cellule” (A.A. Bailey – Trattato del Fuoco Cosmico, pag.70 ed.ingl.)