In questo mese sacro all’asse astrologico Scorpio-Taurus, la nostra Terra, vista dal Sole, entra nel campo astronomico qualificato dalle stelle dell’Ariete datrici di Fuoco elettrico, quell’Impulso vitale che impelle all’Unione tramite lotta. L’Ariete è la prima Costellazione eclittica, nella quale confluiscono le energie del cono stellare abitato a nord dalla bellissima cifra W o M della Regina della Materia Cassiopea, moglie del re Legislatore Cefeo e madre di Andromeda, la Donna liberata dal guerriero celeste Perseo, “Colui che soggioga” mostri quali Cetus, il “nemico dei piccoli pesci” e Medusa, dallo sguardo pietrificante e pensieri (capelli) quali serpenti.1
In particolare, il 31 ottobre, la Terra intercetta sul meridiano eclittico la stella Hamal, la testa dell’Ariete, datrice del potere di avanzare e di condurre dall’Alto, ovvero la sorgente cosmica dell’Inizio per la Ruota zodiacale del Piano solare (Segno corrispondente di Aries).
Ecco come il Cielo nuovamente chiama i cuori al servizio dell’infinito, evocando la necessità di ‘non perdere le date’, né solari né cosmiche; grazie ai moti planetari, il Cielo rende attuali gli allineamenti che, se realizzati nel qui ed ora, tradotti nei confini sconfinati della vita, fanno l’Uomo nuovo, capace di servire e seguire i grandi Pellegrini del Cielo risalendo passo a passo l’infinito.
Come per le precedenti congiunzioni, adotteremo quale campo della visione la sfera siderale, fissando la nostra dimora nel Sole (prospettiva eliocentrica), da dove lo sguardo del Cielo si apre su orizzonti non più umani o planetari o sistemici, ma cosmici.2
Nello sforzo di contenere l’illimitata profondità di quegli orizzonti lontani, eppure così prossimi al nostro Cuore, vediamo ora i simboli, la segnatura e le sapienti relazioni spaziali che legano nel Cielo astronomico l’ardente Hamal e l’asterismo a cui appartiene alle altre Potestà celesti.
L’Ariete3 celeste, di cui la gigante arancione Hamal è il fuoco primario, viene raffigurato con la testa rivolta ad oriente, verso il Carro luminoso delle Pleiadi, condotto dalla centrale Alcione, ed il Toro che carica ed assale, mentre in direzione ovest ‘splende il simbolo dei Salvatori spirituali passati, presenti e futuri’, la costellazione dei Pesci.
È una costellazione poco appariscente: il suo tratto più evidente è una linea curva disegnata dalle sue tre stelle principali che segnano la fronte e un corno dell’animale, α, β e γ Arietis, conosciute con i nomi Hamal, Sheratan e Mesarthim, che significano rispettivamente ‘l’agnello’, ‘il segno’ e ‘i ministri’.
Sin dall’antichità, l’Ariete assunse molta più importanza di quanto non farebbe pensare la sua brillantezza, dunque proprio per la sua energia e potestà inerenti. Tale costellazione circa 2000 anni fa segnava il Punto dell’Equinozio di marzo, precisamente a 9° sud della lucida Hamal, ossia il Punto d’inizio causale o di entrata delle energie evolutive nel cerchio ideale dell’orizzonte eclittico: astronomicamente il punto gamma, astrologicamente Aries 0°, l’Est, il Sole che sorge.
L’astrologia esoterica attribuisce a tale Primo Segno cardinale il potere dell’Inizio, in grado di “dare la vita”: fornisce al Sistema Solare il Fuoco elettrico, la natura dinamica divina che ha in sé le qualità di calore che nutre e alimenta, e di fuoco che arde e distrugge aprendo la via.4 Il valore di Aries/Ariete è dunque vitale ed iniziatico per la coscienza, nonostante l’allineamento astronomico Terra-Sole, al giorno dell’equinozio di marzo, intercetti attualmente le stelle non più della costellazione dell’Ariete, bensì quelle tra i Pesci e l’Acquario.
Oggi si potrebbe pensare al potente influsso arietino libero dall’associazione soggettiva o oggettiva al punto equinoziale terrestre: secondo l’intendimento dell’astrologia esoterica, l’impatto di Aries è di fatto traducibile, nel Sistema solare, nella Formula “Unione tramite lotta” (l’energia del IV Raggio cosmico, la centrale tra le Sette energie della Vita). La spinta inarrestabile verso l’Unione sgorga dunque da questo Punto di Inizio solare dell’evoluzione della Coscienza, il quale, nell’evidenza della manifestazione, trova una possibile ‘ragione’ e ‘focalizzazione’ nella Costellazione primaria delle Pleiadi, collocata nel Cielo al centro tra la lotta imperterrita di Taurus e l’avanzata impetuosa di Aries: le stelle dell’Ariete reggono il valore dell’Inizio per l’attuale ciclo precessionale terrestre, chiamato Grande Anno delle Pleiadi da parte di varie astrologie antiche, in risonanza perfetta tra i suoi 25.000 anni e i 250.000 del ciclo solare attorno al Sole primario Alcione (indicato dall’astrologia esoterica quale perno centrale dei 7 Sistemi solari: le Pleiadi sono l’ammasso aperto di stelle che sembra l’origine di tutti i soli di questa parte di galassia).
Il Primo Segno di Aries deriverebbe dunque il suo valore iniziatico per l’evoluzione della Coscienza planetaria, nonché per l’involuzione nella Forma, dal Numero Uno della sua Costellazione rispetto all’Origine: il Sole Alcione, magnete centrale della Sostanza solare. Tale posizione o ordine nella manifestazione sarebbe il segno della sua reale funzione nell’orizzonte solare dello Zodiaco.
Inoltre, si apprende dall’Insegnamento che l’asterismo è connesso alla costellazione cosmica dell’Orsa Maggiore (soprattutto al suo fuoco primario, la stella Merak, fonte del Primo Potere o Raggio della Volontà), il Capo, la Testa o punta avanzata del nostro universo locale che sospinge l’avanzata e il progresso del Sistema di Sette Sistemi solari di cui il nostro fa parte, quale Fonte delle Sette energie della Vita che custodiscono il Volere e il Proposito solari e planetari.
Il Segno di Aries sembra dunque rappresentare l’irrompere della Vita ‘lanciata in azione’, è l’Inauguratore, l’iniziatore dell’Era nuova e delle sue future civiltà, iniziatore di quel moto che conduce al progresso, destando la volontà di raggiungere il più basso e dominarvi, di conoscere in sommo grado e quindi far fronte a qualsiasi esperienza’. Aries è reso efficace in Terra dalla potenza organizzante di Urano (che attualmente transita proprio in tale Segno dal 2011 al 2018, ‘decuplicando’ così la potenza del suo fuoco elettrico o vitale e la spinta irrepressibile al rinnovo totale), Colui che indica il Cielo ordinato (Uranòs) nella sua totalità organica e gerarchica, che unifica Altissimo ed Abissale e attraverso il quale fluisce l’energia di una delle stelle dell’Orsa Maggiore (Merak?).
Aries/Ariete è dunque la direzione dell’anima dell’umanità, il Sole che sorge, la porta sul futuro: Aries è l’Impulso alla Vita, la Fonte degli inizi creativi, “la patria delle Idee divine” che imprime nell’Umanità, per l’attuale ciclo precessionale, il potere di avanzare e condurre verso l’alto e dall’alto, dal “piano della mente illuminata”.
*
Continuiamo a seguire la luce irradiata dall’Ariete celeste, che sferza la superficie della Sostanza spaziale con il suo ritmo incessante, e vivifica e crea all’infinito, attraverso i miti che l’hanno testimoniata e custodita in millenni di tradizione.
Nel mondo egizio Aries era rappresentato da Ammon, divinità che presiedeva la fecondità e la creazione5; nella mitologia greca l’ariete è l’animale il cui Vello d’oro, simbolo del potere liberatore del sacrificio, dell’aurea trasmutazione offerta al superno, veniva custodito da tori che soffiavano fuoco e da un drago che non dormiva mai e fu preso da Giasone e dagli Argonauti.
Nello zodiaco brahmanico Vishnù presiede su Aries, e Vishnù è la seconda persona della Trimurti Indù, o il Cristo cosmico incarnato che inizia il processo d’assunzione della forma, fino all’episodio finale della Resurrezione. Così Vishnù, o Cristo, incarna i due impulsi: l’impulso di creare e di costruire la forma e l’impulso alla liberazione o resurrezione da essa.
È interessante notare che le energie che agivano sul nostro pianeta quando il sole si trovava in Ariete (circa dal 2200 a. C. all’anno 0) produssero nel simbolismo religioso l’enfasi sulla capra o ariete. L’Ariete solare divenne così l’Agnello sacrificale: cosmicamente parlando, Aries è, come abbiamo visto, il segno della Creazione ed è a quest’idea che si riferiscono le parole della Bibbia: “L’Agnello immolato dalla creazione del mondo” (Apocalisse XIII, 8). Le due stelle più brillanti della costellazione dell’Ariete ricordano anche, coi loro nomi (Hamal – l’agnello e Sheratan – il segno) il brano biblico nell’Esodo, in cui il Dio degli Ebrei istituì la Pasqua; anche i Vangeli cristiani parlano di un agnello e di un segno: il Cristo è “agnus Dei“, ma anche il “segnato” da Dio. Secondo la Genesi Abramo sacrificò un ariete invece del figlio: tale è l’evocazione dell’immagine profetica del Cristo salvatore dell’umanità, la cui Pasqua è appunto festeggiata prevalentemente nel segno di Aries dove il Sole, altra immagine del Cristo, è “in esaltazione”.
Immagini, simboli che sembrano evocare il potere di risorgere attraverso la forza dirompente della Luce e l’anelito a liberarsi dalle forme, verità celate nella fulgida Hamal, ma velate e rivelate dal Suo antico nome Dil-Kar o As-Kar ‘Colei che annuncia l’Alba’, moglie o madre degli Ashvinī, i ‘divini aurighi’ (simbolo del passaggio dalle tenebre alla luce), l’asterismo comprendente le stelle β e γ Arietis che, nell’astronomia indiana, individua il primo dei 27 nakshatra (le case lunari dell’astrologia vedica); nonché valori additati dall’intima relazione intrecciata con il vicino Quadrato di Pegaso, il ‘messaggero di Luce’, il cavallo alato (la mente illuminata) strettamente connesso al ‘principesco segno dell’Ariete’.6
*
In tale Data, 31 ottobre, una scintilla di Fuoco elettrico innesca nella coscienza del Discepolo solare, l’Allievo Terra, l’impulso all’azione ben orientata, organizzata e cooperante secondo disegni gerarchici che dirigono incessantemente all’Unione cosmica. I cuori crocefissi, ma aperti alla meraviglia di appartenere al genere umano, si volgono a levante, guardano a quel grande pioniere del Cielo, Hamal, la miglior stella che tempera e suggella la mondana cera, fonte di impeto e irruenza, di fuoco che libera e purifica, e all’istante trasforma: le giungle dell’esperienza sono incendiate e spariscono fra le fiamme, la Via è sgombra e la visione è libera.
Potrebbe dunque essere il ‘tempo più propizio’, reale per la parte nuova dell’Umanità, per apprendere a governare la sua avanzata dal piano della mente, presidio di nuove forme, imprese e manifestazioni, sintesi mentali che possano orientare a progettare e realizzare una Nuova Cultura, basata sull’Unità.
*
Il pensiero è l’espressione della felicità della vita; se è separato dal cuore non scende sotto la superficie dell’Esistenza, ma se viene dal cuore è come una freccia impetuosa! Non lasciatevi turbare dal formarsi del pensiero in mezzo all’intensificarsi dell’energia; quei pensieri sono come teste d’ariete che irrompono nel profondo dell’Essere.Dopo l’azione esterna, dunque, apprezziamo la realtà creativa del pensiero.
(Cuore § 48, Collana Agni Yoga)
1 Secondo l’intendimento dell’Astrologia esoterica, al Segno di Aries vengono associate 3 costellazioni. La prima è Cassiopea, la Regina sul trono, sempre simbolo della materia, da riconoscere e poi da dominare. Cassiopea siede sul Circolo Artico, vicino a Cefeo, il Re o il Legislatore (associato al Segno vicino Pisces: “al principio è la Legge, alla fine è la Legge, poiché Cefeo ha uno stretto rapporto col primo e l’ultimo segno dello Zodiaco”); la seconda è Cetus, il mostro marino nell’oceano dell’esistenza, il nemico dei Piccoli Pesci, simbolo di ciò che chiamiamo male, che cerca di distruggere l’anima in incarnazione. La terza costellazione parla invece di vittoria: Perseo, chiamata nello zodiaco egiziano di Denderah “colui che soggioga” e talvolta “il domatore“, è l’energia che può incatenare la donna sul trono e conquistare il mostro. Si dice che Perseo possedesse l’elmo dell’invisibilità, i sandali della velocità, lo scudo della saggezza e la spada dello spirito, tutti simboli e attributi dell’iniziato.
2 Vedere per approfondimento: Il Linguaggio eterno.
3 Il nome ariete deriva dal latino aries. Radice indoeuropea *VAR-, che esprime l’idea di coprire, custodire. Sanscrito uraṇa, “coperto di lana”, e quindi agnello, pecora; ūrṇā, lana. Greco arnòs, agnello; Inglese wool, lana; Tedesco wolle, lana. In Italiano hanno l’identica radice anche “vello”, “velo” e urna. La parola ha lo stesso etimo di Varuṇa, letteralmente “le Acque cosmiche che ricoprono la terra”, da cui il greco Ouranòs e il latino Uranus, la Volta celeste o Urano. Vi è dunque espressa l’idea del velare l’essenza.
4 Il Triangolo di Fuoco è: Aries, che irradia fuoco cosmico; Sagittarius, fuoco planetario; e Leo fuoco solare; e ciascuno di essi “apre la strada bruciando” all’espressione dei tre attributi divini: spirito (Aries), anima (Leo) e corpo (Sagittarius). (Vedi A. A. Bailey, “Astrologia Esoterica”, Collezione Lucis).
5 AMMONE (Egiz.) – Hammon, il Signore del Cielo. Ammone fu per secoli la principale divinità dell’Egitto, il dio supremo; Ammon-Ra “il dio nascosto” o Amen (il dio celato) Auto-generato, che è “padre di se stesso e figlio di se stesso”. Esotericamente egli era Pan, esotericamente la Totalità della Natura, e quindi l’universo e il “Signore della Eternità” […] Era il dio dalla “testa di ariete”[simbolo dell’energia creativa astratta], al quale gli Ebrei sacrificavano gli agnelli, e l’agnello della teologia cristiana non è altro che una reminiscenza travisata dell’ariete […]. Un antico inno canta il nome “Amen-ra… Nel linguaggio esoterico Amen significa “il celato”. Manetone Sebennita dice che la parola significa ciò che è celato e sappiamo tramite Ecateo ed altri che gli egiziani usavano il termine per invocare il grande Dio dei Misteri, Ammone (o “Ammas, il dio celato”) affinché si rendesse tangibile e si manifestasse. (estratti da H. P. Blavatsky, Il Glossario Teosofico, Collana Cintamani, 1998)
6 “Fra i molti inni vedici vengono cantate le glorie delle divinità gemelle, gli Aswin, i dioscuri indiani [antenati dei dioscuri greci, Castore e Polluce], dei con la testa di cavallo, figli di Dyaus, il Cielo, e fratelli di Ausha, l’Aurora. L’antica astronomia indiana (3000 a.C.) riconosceva gli Aswin nelle stelle Alpha e Beta Arietis e si racconta che essi possedevano un cavallo chiamato Pegas che con il suo zoccolo ‘aveva riempito cento vasi di dolce liquore’ riferendosi esplicitamente alla magica bevanda lunare degli dei, il Soma. Il significato della loro natura prodigiosa può essere individuato nelle virtù magiche e universali che il cavallo aveva preso dagli antichi indiani. Non a caso il più importante rito della civiltà vedica era l’Aswameda o Sacrificio del Cavallo (aswa =cavallo, meda = sacrificio) officiato dal Grande Signore del Culto Supremo, Brihaspati, simbolo del pianeta Giove, sempre raffigurato a cavallo. Da notare che la parola meda (sacrificio) è parte del nome della vicina costellazione Andromeda, la giovane offerta in sacrificio al mostro marino” (G. M. Sesti, Le Dimore del Cielo, Ed. Novecento, pagg. 419-20).
“…ogni anno il Dio solare, quale cavallo zodiacale, doveva morire per redimere la carne. Il carro solare di Apollo è rappresentato trainato da cavalli ed il “principesco segno dell’Ariete” è strettamente connesso con la simbologia del cavallo” (A.A.Bailey, Le Fatiche di Ercole, Collezione Lucis, pag. 17).
Pingback:Terra - TPS Blog - Area italiana