Su questa pagina avevamo scritto, a proposito di “Spazio e Tempo”, che queste due entità, nella concezione di Spazio vivo e infinito che stiamo maturando, non sono direttamente correlabili, poiché la Vita evolve nello Spazio, ove tutto è sempre compresente e non nel tempo. Questa ipotesi, dicevamo, comincia peraltro anche ad essere presa in considerazione da alcuni scienziati.
In effetti, nel campo spaziale il concetto di tempo dovrebbe essere sostituito da quello di ciclo, di cui si parla in altra pagina nell’articolo intitolato “Il Ciclo“. Esso mette in rapporto il seme della Vita (discontinuo) col grembo della grande Madre (continuo) facendo così precipitare l’essere nel divenire. E’ una funzione primaria, cosmica, creativa, che produce Qualità.
Il Campo spaziale può allora essere inteso come un ciclo infinito di eternità ove tutto diviene e contemporaneamente è. La natura essenziale dello Spazio, uguale a se stessa in ogni punto, accoglie quindi ovunque gli innumerevoli mutamenti prodotti dal ciclo e li nutre tutti con lo stesso Amore, nelle giuste dosi.
Secondo diverse tradizioni, la Vita si diffonde nello Spazio attraverso l’opera di sette Potestà creatrici fondamentali, o Raggi, in analogia, tra l’altro, con gli intervalli del Suono e della Luce.
Ogni Raggio informa di sé la sostanza spaziale attraverso un ciclo preciso e peculiare che ne determina le qualità inerenti.
Il ciclo è dunque figlio del rapporto fra Spirito e Sostanza: è la spirale della Coscienza nel suo duplice moto involutivo ed evolutivo. Il suo potere è connesso al terzo Raggio creatore o terzo intervallo del Suono, da cui promana il mondo delle qualità e delle infinite differenziazioni dell’Uno.
Ogni entità che si manifesti nello Spazio entra in un ciclo e lo incarna; non è mai uguale a se stessa, quindi evolve. E’ questo continuo cambiamento che determina in noi la percezione del passaggio del tempo.
Ogni rotazione di ciascun corpo celeste è un ciclo, così come ogni rivoluzione della galassia attorno al suo centro, ed ugualmente ogni vita, ogni respiro. I punti spaziali, pur avendo identica natura, sono quindi tutti diversi ed in continuo mutamento: nulla si ripete mai nello stesso modo, così ogni esperienza della coscienza è declinata in infinite maniere finché non sia interiorizzata.
Nello Spazio le variazioni qualitative sono continue e fluiscono l’una nell’altra determinando i processi del divenire. Esse sono però “tenute assieme” da cuspidi discontinue. In ogni ciclo infatti, che è un respiro, si distinguono quattro impulsi discontinui: i solstizi e gli equinozi del giorno, dell’anno e di qualsiasi ciclo vitale che sono i cardini del loro divenire, individuabili eppure inafferrabili.
Da “Passaggio alla Qualità” (scritto inedito di E. S.):
“ …Il primo effetto del ciclo è proprio quella variazione continua che introduce nella qualità delle cose. Le ore del mattino differiscono dalle serali solo per la diversa qualità dell’energia ciclica. Un tale mutamento si ripercuote su tutti gli oggetti, gli eventi, le azioni, le entità. Il ciclo stesso è variabile e non si ripete mai identico.
Quando si sia riconosciuta la verità del teorema si scorgono la prodigiosa capacità d’innovazione del sistema solare, nonché il metodo e lo strumento con cui lavora.
Per l’osservatore superficiale tutto è sempre come prima, come ieri. La scena non muta in maniera apprezzabile. A ben vedere però non una sola cosa è rimasta tale e quale. E’ mutato lo stato del Sistema, è diversa la condizione umana, sono cambiate le circostanze, i mari, le foreste. Tutto è cresciuto di un tanto; il giorno trascorso ha preparato l’odierno.
Il Sistema creativo non è mai fermo, è sempre in progresso, perciò dire ciclo è come dire spirale.
L’illimitato potere creativo, pertanto, agisce anche sul ciclo e lo costringe a mutare. Il ciclo crea le qualità ma a sua volta cambia di qualità. Si vuol dire con ciò che i giorni di quest’epoca non hanno la stessa qualità di quelli delle precedenti, poiché trasmettono impulsi diversi. I giorni ora sono più intensi, più pregnanti, più ricchi di evenienze dei trascorsi. Un ciclo maggiore governa i minori in modo ciclico, e per questa via si giunge a pensare al Ciclo assoluto.
E’ chiaro a questo punto che il ciclo, fusione mirabile di continuo e discontinuo, è lo strumento dell’evoluzione, che promuove in modo irresistibile variando le qualità”.
E’ dunque fondante, per seminare una nuova Cultura, passare dalla concezione lineare di tempo a quella qualitativa e sempre innovativa di ciclo, che ci fa vedere il mondo con occhi diversi, che dispiega vaste possibilità di pensiero ed operative, che ci fa vivere da immortali quali siamo e ci permette di pensare con grazia al futuro.
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