Il Tono

Chiudendo l’esame degli intervalli generati dal potere creativo del suono dobbiamo prendere atto che una “forza centrifuga” porta il nostro ascolto fuori della sfera delle consonanze, come rompendo il loro equilibrio gravitazionale: infatti il valore sonoro corrispondente ad 1/7 della lunghezza d’onda dell’Unisono è dissonante rispetto al sistema senario che si è organizzato sin ad ora per impulso delle armoniche superiori. Ascoltiamo questo intervallo ricondotto nell’ottava di base prima per note singole e quindi sotto forma di accordo simultaneo, sebbene sulla tastiera musicale vera e propria non sia possibile generare, se non con specifica accordatura, questo tono corrispondente a xb (Si bemolle ulteriormente alterato) – la piccola x che precede la notazione lo indica appartenente alla famiglia di suoni la cui lunghezza d’onda, rispetto ad 1/1, è il risultato di una frazione che si origina nel numero sette: tono dissonante.

La dissonanza non è mai assoluta ma sempre relativa ad un valore sonoro preesistente o concomitante; l’armonica c’insegna che da qualsiasi suono nasce la serie tonale degli intervalli, quindi ciò che suona estraneo alle armonie conosciute ne contiene di nuove, e via così all’infinito per assonanze e dissonanze: analogia sonora del Mondo, ovvero dello Spazio vissuto ed interpretato dai nostri sensi fisici e dalle funzioni emotive e mentali, spesso pigri nel riconoscere il ruolo innovatore di un elemento estraneo ad un modello consolidato e confortevole.

Il valore tonale 1/7xb si approssima, nell’ottava di base, a 8/15H il quale, in rapporto a 1/1C, esprime l’intervallo di Settima, che in armonica è il Semitono maggiore. La dissonanza, quindi, paradossalmente, indica la famiglia di rapporti artefici delle consonanze della scala diatonica.  Questa famiglia comprende il Tono maggiore 8/9, il Tono minore 9/10, il Semitono maggiore 15/16 ed il Semitono minore 24/25. La tabella seguente riassume l’opera strutturante di questo quaternario che definiamo genericamente come Tono; in essa non compare il Semitono minore 24/25 che, come abbiamo già visto, regola il rapporto tra la modalità minore e la maggiore della Terza e della Sesta:

partizione d'Ottava

Il Tono è implicito sin dalla comparsa del terzo intervallo, infatti, presa la Quinta, la parte restante dell’ottava è una Quarta; questa, riferita all’Unisono, vale 3/4F che con la precedente 2/3G genera il rapporto 8/9, il Tono maggiore, che riferito a 1/1C vale 8/9D. Come tale lo ascoltiamo sul monocordo virtuale:

 tonomonocordoWtono

Ora possiamo completare lo sviluppo dell’ottava; l’immagine che segue ci mostra ormai tutti i suoi gradi diatonici da C a C’ oltre ai due cromatici che abbiamo considerato trattando di Terza e Sesta minore.

 sviluppo dell'ottavaok

Quindi il Tono, generato dalla Quinta, opera occultamente sacrificandosi (letteralmente si fa in quattro) per tradurre in forme compiute i prototipi costituiti dalle armoniche del suono, traducendo le loro qualità in oggetti sonori ed applicando le regole necessarie alla loro disposizione nello spazio dell’intervallo d’Ottava. Così lo Spazio, che è Vita, si vela nella forma ed in essa si svela, grazie all’opera sapiente del Tono che asseconda questo moto alterno, organizza e dispone servendo il Suo proposito.

Il Tono è l’analogia sonora del cerimoniere, del ritualista, del messaggero della Vita nella valle della morte, del mago bianco il cui potere sta nel sacrificarsi affermando il canone dell’Essere nella complessità tumultuosa dell’apparenza.

E’ tempo, dunque, di completare il simbolo che introducemmo con le parole della Tavola smeraldina, aprendo queste note sugli intervalli e che iniziammo a disegnare trattando della Quinta.

esagramma

Al triangolo orientato verso l’alto, ai cui vertici sono indicati i tre intervalli primari associati ai “Raggi d’aspetto”, è ora sovrapposto il triangolo orientato verso il basso, come un’immagine nello specchio del quarto intervallo, che inaugura la serie dei secondari, ciascuno dei quali è associato ai corrispondenti “Raggi d’attributo”.

L’Armonica offre di fatto una preziosa chiave interpretativa alla teoria dei “Sette Raggi”, una grande opera che, all’inizio del XX secolo (insieme ai libri dell’Agni Yoga ampiamente citati in questo blog) giunse a dare nuovo impulso alla conoscenza della manifestazione, dai suoi gradi più densi, di cui si occupano anche le scienze naturali, a quelli più rarefatti, oggetto delle speculazioni filosofiche, psicologiche e religiose.

Come già dicemmo, la stella a sei punte iniziò a risplendere agli albori della civiltà indoeuropea, millenni or sono secondo la scansione cronologica del tempo, eppure nel presente, considerando il ciclo della storia umana e planetaria che ci fa contemporanei di Ermete, il cui aforisma smeraldino stabilì chiaramente quale fosse il ruolo della nuova umanità, di Pitagora che pose le basi della scienza dei rapporti sonori analoghi ai rapporti sublimi, e di una catena ininterrotta d’altre grandi entità. Costoro, lasciando la loro testimonianza, ci condussero per mano ad un rilievo dal cui ampio orizzonte risulta che, oltre la fisica e la metafisica, l’alto ed il basso, oltre le molte sfaccettature sensibili o speculabili, è possibile, praticando il concetto semplice dell’Unione, orientare la conoscenza al diamante centrale.

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