Riprendiamo il discorso sul Campo, lo Spazio qualificato dal seme della Vita, affermando:
“Lo Spazio è vivo ed è il contenitore universale della Vita”
Questa formula, se accettata e realmente compresa, è suscettibile di cambiare radicalmente la nostra visione del mondo. Se infatti tutto ciò che esiste è Spazio variamente qualificato, tutto è vivo e dunque, a livelli diversi, cosciente, essendo la coscienza il rapporto infinitamente variabile fra Vita e Spazio.
Inoltre, nello Spazio vivo non può ovviamente esistere la morte così come comunemente intesa, che è dunque da considerarsi un semplice passaggio di stato, essenzialmente cioè come un cambiamento formale. D’altra parte, anche la scienza ci dice che “nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”.
Ciascuno di noi interagisce quindi costantemente con entità viventi e coscienti. Sono tali gli atomi del nostro corpo e le stelle del cielo, evidenze di coscienze di potenza molto diversa ma tutte parte della coscienza universale dello Spazio.
Lo Spazio è identificato dagli orientali, e non solo, come la Madre del Mondo, il cui manto è l’ordito di ogni cosa, su cui si accendono le innumerevoli luci che formano quello splendido ricamo che cattura il nostro sguardo nelle notti limpide, distogliendolo però da ciò che sta “fra” le stelle: il tessuto del velo della Madre.
Capita così che pensiamo allo spazio come ad un vuoto nel quale i corpi celesti ruotano e rivoluzionano seguendo leggi meccaniche. Anche la scienza ha a lungo parlato di vuoto spaziale; solo di recente sta ipotizzando che la massima parte dello spazio sia costituita da materia oscura, pur se ancora non è riuscita a dire che, essendo lo Spazio la sostanza di tutto ciò che esiste, tale materia non può che essere viva.
Seguendo il pensiero che andiamo formulando, Il velo della Madre è quindi un plenum, che detiene tutta la potenzialità vitale inespressa e che la Vita governa attraverso centri, alcuni dei quali si manifestano in forme visibili.
Nulla può sfuggire a questo stupendo ed impalpabile velo, nel quale ogni azione, ogni pensiero, ogni esistenza si deposita per sempre, costituendo l’infinita memoria spaziale, che contiene anche ciò che noi chiamiamo futuro, ovvero ciò che non abbiamo ancora letto e scritto nel Libro della Vita.
Il nostro comune proposito di costruire forme pensiero atte a sostenere la fondazione di una nuova Cultura e Civiltà umana deve necessariamente tener conto della natura divina dello Spazio col quale interagiamo e farci percepire la magia e la grande responsabilità dell’opera di costruzione.
Ricamiamo una perla nel velo della Madre con grande rispetto, con coraggio e con amore.
Rileggendo l’articolo su “il manto della Madre del mondo”, mi sono chiesta che rapporto c’è tra la donna e la Grande Madre?
Mamma, madre, donna, una figura così importante. Il ruolo della donna deve essere apprezzato sempre di più, se la rapportiamo alla Grande Madre, la Madre Terra, la Madre del mondo – è vestire la donna di questa responsabilità, di questa gioia di essere parte di questo pianeta.
La Grande Madre che abbraccia tutto e tutto avvolge di amore : un pensiero così ci deve rendere più consapevoli, più grandi e gioiosi.
Essere madre è la scuola migliore di vita.
Si impara subito a deconcentrarsi, non si pensa più soltanto a se stessi, si dà senza aspettarsi niente e ci si dedica totalmente ai figli.
Quale migliore laboratorio per imparare la pazienza.
Saper rinunciare diventa più facile se c’è un sorriso del tuo bimbo, perché è tanto quello che ci ritorna e ci riempie di gioia.
Gioia di essere donna.
Marilù T.
Un raccontino sulla madre:
“Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè.
Uno chiese all’altro:
– tu credi nella vita dopo il parto?
– Certo, qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci a quello che saremo più tardi.
– Sciocchezze! Non c’è nessuna vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?
– Non lo so, ma…sicuramente…ci sarà più luce che qua! Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
– Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è l’unica via di alimentazione… Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. E sai perché? Il cordone ombelicale è troppo corto.
– Io, invece, credo che debba esserci qualcosa, là fuori… E forse sarà diverso da quello che siamo abituati ad avere qui.
– Però, nessuno è tornato dall’aldilà dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E, in fin dei conti, la vita non è che un’angosciante esistenza in un buio che ci porta al nulla.
– Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
– Mamma? Tu credi ancora nella mamma? E dove credi che sia lei ora?
– E’ in lei e grazie a lei che viviamo! Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.
– Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui è logico che non esista.
– OK ma, a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepirla quando accarezza il nostro mondo. Sai? Io penso che che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora stiamo solo preparandoci per essa”