A bordo della nostra Nave planetaria ci orientiamo all’immensità della sacra Dimora, il Cielo, stando al Centro, nel Sole, il Cuore del Sistema.
In tale visione e sfera eliocentriche intrecciamo scie spaziali con le Stelle, le Unità della Vita cosmica, ogni anno lo stesso giorno[1] sul piano di commensura dell’eclittica. Celebrare nel cuore, il sole del nostro sistema umano, le direzioni infuocate tra Sole-Terra e i Centri cosmici può favorire la sintonizzazione o il ricordo della nostra provenienza e destinazione infinite, della sostanza stellare stessa di cui siamo fatti, noi come qualsiasi creatura dell’universo. Questo dirigersi alle Fonti ed energie cosmiche può innalzare il pensiero a volare “nelle altissime profondità” della Vita, di ciò che è ed esiste, ossia della Realtà, immettendo nel campo planetario scintille celesti di rinnovo ed elevazione.
Attorno al 4 gennaio di ogni anno, nel Segno di Capricornus e campo stellare del Sagittario, il Sole vede la Terra allinearsi (sullo stesso meridiano eliocentrico, o piano perpendicolare all’eclittica) a Sirio, “il Sole dei soli” per la Tradizione, splendente a sud dei “Fratelli aurei” (stelle Polluce e Castore dei Gemelli) e ad est del Gigante Orione.
Nel Firmamento è scritta la storia dell’uomo: il significato dei nomi delle stelle e delle costellazioni ci consentono di recuperare la consapevolezza della nostra origine e meta, e di apprendere il modo di conseguirle.
Sirio è la stella più brillante del firmamento, anticamente chiamata ‘la guida dell’intera schiera celeste’, in persiano il ‘Comandante’, poichè è dieci o dodici volte più luminosa di qualsiasi altra stella di prima grandezza. Sirio-Sothis[2] è l’Iside celeste degli egizi, riconosciuta nei millenni quale Progenitore di tutti gli dei e dee del nostro Firmamento locale; siede sul trono del Cielo accanto all’amato compagno e fratello Osiride, il maestoso Orione, dominando la parte più bella o lucente del Cielo, nei pressi dello sciame luminoso della Via Lattea. Insieme alle Pleiadi e al Toro sembrano costituire l’Origine radiante e il Magnete cosmico della nostra ‘parte di Cielo’.
Sirio è la stella Alfa del Canis Majoris, una nana bianca doppia che segna la bocca del Cane del Cielo: l’immortale segugio, simbolo della ‘fedeltà’ della mente superiore, insegue eternamente la Lepre della Materia con il Cane minore (focalizzata nella sua stella principale Procione), la mente inferiore, componendo con quest’ultimo e la supergigante rossa dell’Orione, Betelgeuse, l’asterismo del Triangolo invernale, un Triangolo perfetto (equilatero). Cercando di esprimere in una formula, potremmo tradurre questo intreccio stellare con: la Luce creatrice del Cuore cosmico.
Il Sole radioso Sirio è la polarità opposta (sullo stesso meridiano eclittico) alla brillante Vega, il suonatore della settemplice Lira, uno dei tre vertici dell’altro grande Triangolo celeste (isoscele). In tale direzione/data si delinea dunque la seguente proporzione tra ‘fuochi’, che rapporta il Pianeta alla Luce superna del Cosmo attraverso la sua ‘anima’, il Sole:
Terra : Sole = Vega : Sirio = Triangolo estivo : Triangolo invernale
Sirio è connesso ad ogni religione dell’antichità ed è sempre stato oggetto di culto e venerazione. Il suo nome deriva dal greco Seir, brillare, e Seirios, ‘ardente’, ‘fiammante’: dalla radice sanscrita Svar,[3] con il significato di ‘splendore’, è usata dagli indù per indicare il Cielostesso. Nell’antica allegoria indiana[4] era conosciuta come ‘il Cacciatore di cervi’, Mrigavyadha, rappresentando Rudra-Shiva, la grande Forza Rigeneratrice. Tra gli arabi era nota con il nome di al Shira, ‘il Capo’. In altre culture la Stella Sirio era riconosciuta quale “dente del serpente”, o come “arco” che scaglia la triplice freccia verso il Toro/Apis attraverso le tre stelle della Cintura di Orione; nello zodiaco di Denderah, in Egitto, era raffigurata tra le corna della vacca Athor, puntata dall’arco dell’arciera divina Satis; gli astronomi sumeri disegnarono una costellazione che riuniva alcune stelle della Nave Argo (attuali costellazioni Carena, Poppa, Vela) con quelle del Cane Maggiore, chiamandola Arco e Freccia, puntati su Orione; il suo ‘simbolo’ o valore di arco e freccia si ritrovano ancora nell’antico Iran, con il nome di Tistrja, e in diverse mappe cinesi.
Presso gli egizi era dunque conosciuta con il nome di Sopdet (Sothis nella traslitterazione greca)e identificata con la dea Iside[5]. Iside, come Sirio, era la “Signora dell’Inizio dell’anno”: Sirio fa rivivere il Nilo, così come Iside fa rivivere Osiride[6], con la funzione ricettiva e riunificante delle sue ‘parti perdute’; una volta riunite, Osiride ritorna fecondo a Iside, che allora assume la funzione di Grande Madre o Natura. Iside dà luce a suo figlio Horus, così come Sirio dà luce al Nuovo Anno.
Si inferisce da tutto ciò che Sirio è la Fonte per il rinnovamento della Vita e dell’Ordine per Colei che canta, Gaia, la Terra, avviando un nuovo respiro o ciclo (Horus). Illumina il nuovo anno che nasce, l’energia divina o soffio che è in noi e con noi: Sirio è la Stella dell’Est che come cometa stabile annuncia la nascita del Cristo.
Nei testi dell’Antica Saggezza viene chiamata “Stella dell’Iniziazione” e “Stella sfolgorante di sensibilità”, punto focale di trasmissione di quegli influssi che producono l’autocoscienza nell’uomo, e sede della “grande Loggia Bianca“, prototipo celeste del Governo spirituale della Terra.
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Celebrare quindi le corrispondenze, le direzioni o date del rapporto Terra-Sole-Sirio è preminente e fondante, oggi come nelle culture antiche.
Le 3 date primarie sacre al rapporto Terra-Sirio sono:
– 4 gennaio: congiunzione sull’eclittica della Terra con Sirio: è la Festa dell’Amore cosmico (data simmetrica al 6 luglio: Sole, visto dalla Terra, congiunto a Sirio)
– 1 gennaio: allineamento della Terra tra il Sole e Sirio sullo stesso meridiano celeste (coordinate celesti o planetarie), in massima potenza o al “culmine” (meridiano locale) proprio alla mezzanotte dell’inizio del nostro calendario ordinario.
– 4-5 agosto: attuale sorgere eliaco di Sirio.
Alziamo gli occhi al Cielo, e toccheremo il potere del nostro Cuore.
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