Glossario – Regola
Etimo secondo TPS
Dal latino regula, diminutivo dell’inusitato rega, dal verbo regere, guidare dritto: indicava l’assicella per tirare dritte le linee, anche la squadra e, in senso metaforico, il canone, la norma. La maggior parte dei linguisti identifica in *RAJ- la radice indoeuropea originaria, cui riconnettono i seguenti termini: sanscrito: ṛj-ras, guida; ṛj- us, diritto, retto (anche moralmente); zendo: e-rez-u, diritto, retto; greco: o-reg-o, distendo, drizzo; latino regere, “condurre dirittamente”, guidare; inglese right, diritto; to right, rendere giustizia. Notiamo che derivano dalla stessa radice, nella nostra lingua, i termini “retto”, inteso come qualità dell’angolo, “direzione”, “interrogare”.
Per F. Rendich, le radici di riferimento dei termini sopra indicati sarebbero due: “ṛj” e “rāj”: regula deriverebbe dalla prima, in cui si riconoscerebbero le componenti “ṛ” e “j”, ad esprimere l’idea di “muovere verso [ṛ] diritto in avanti [j]” (Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee, Roma 2010, Palombi Editore, p. 343).
Dalla radice “rāj”, che accentua l’idea della guida, deriverebbe invece ad es. il termine latino rex, re (Op. cit., p. 358): in ogni caso l’autore riconosce la strettissima connessione delle due radici. La seconda radice rāj, si sarebbe sviluppata dalla prima ṛj, ṛñj perché, con uno strumento chiamato regula, il rex svolgeva la funzione religiosa di regere fines, di tracciare in linea retta le frontiere del territorio nazionale, consacrandone i confini (Op. cit., p. 358).
Il termine indica il riferimento che assicura la direzione, la retta via.
La regola è il riferimento per l’esatta direzione
Treccani
1. Modo di svolgersi ordinato e costante che si riscontra nella quasi totalità di alcuni fatti, nel campo della natura o dell’agire umano;.. precetto, formula che indica e prescrive ciò che deve farsi in determinati casi.
1.a. Nel linguaggio scient., metodo pratico per la risoluzione di taluni problemi, soprattutto matematici,… ovvero per l’applicazione o l’interpretazione di certe leggi fisiche nel diritto romano e medievale, regola di diritto (in lat. regula iuris), norma, ritenuta valida in ogni situazione e vincolante, formulata con un processo logico di astrazione sulla base della tradizione e dell’esperienza; in architettura, con sign. più vicino all’etimologico, si dissero regole, dai trattatisti del Rinascimento, i canoni architettonici fissati nei loro trattati d’architettura per le varie parti degli edifici e soprattutto degli ordini architettonici classici; in musica, r. dell’ottava, procedimento teorico e didattico in uso a partire dal sec. 17° che prescriveva l’esecuzione di determinati accordi (di tonica, sottodominante e dominante) nell’armonizzazione di ciascun grado della scala maggiore e minore. In alcuni casi (con sign. più vicino a quello di legge), il termine indica l’enunciazione della regolarità con cui si manifestano, in determinate circostanze, certi fenomeni.
1.b. Nell’uso comune, norma suggerita dall’esperienza o stabilita per convenzione
2. a. Nella tradizione cristiana, il complesso di norme con le quali è organizzata, per il raggiungimento della perfezione spirituale, la vita individuale e collettiva di una comunità religiosa (e, per estens., la comunità o l’ordine stessi
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Con il termine regola si intende una norma prestabilita, per lo più codificata e coordinata con altre in un sistema organico.
- Regola – norma che un gruppo sociale si dà per assicurare la sopravvivenza del gruppo e per perseguire i fini che lo stesso ritiene preminenti
- Regola – in religione un insieme di norme e prescrizioni basilari stabilite dai fondatori per disciplinare minutamente la vita individuale e collettiva dei singoli Istituti di vita consacrata
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