Glossario – Irradiazione
Etimo secondo TPS
Dal latino tardo irradiatio, derivato dal verbo irradiare, anch’esso usato solo nella tarda latinità, composto dal prefisso in, “verso” e dal verbo radiare, mandare raggi, forma del latino classico derivata da radius, raggio.
Il latino radius significa verga, ramo, quindi raggio di un oggetto luminoso e raggio di ruota (perché irraggia dal centro come i raggi da una sorgente di luce). Designa anche la bacchetta aguzza che serviva ai matematici per tracciare sull’abbaco le figure geometriche.
L’etimo è incerto.
Secondo la maggioranza degli studiosi, il termine radius origina dalla stessa radice del latino rudis, verga, ramus (per *radmus), ramo, del greco rabdos, verga, con identico significato. I termini deriverebbero dalla radice indoeuropea *RAD-, derivata da *VRAD-, che esprime l’idea dell’essere pieghevole, flessibile: anche la parola “radice”, latino radix, greco rhiza, inglese root, ne sarebbe derivata.
Secondo altri, invece, il termine radius si ricollega all’etimo sanscrito VARDH, con l’idea di crescere, elevarsi. A questa seconda corrente interpretativa si collega F. Rendich, che indica il tema indoeuropeo di riferimento in vṛdh così composto: “si stacca” [v], “per crescere” [rdh]”, e quindi “crescere”, “aumentare”: sanscrito vrdh/vardhati, crescere (DEC, p. 416), in cui il suono iniziale – v – esprimerebbe l’idea di separazione, distacco (Op. cit., p. 383).
Si ritiene in ogni caso che i temi radicali siano profondamente affini, e che l’idea base espressa sia quella appunto, della crescita/diramazione. Proprio l’utilizzo del termine “radice” in linguistica avvalora questa interpretazione: il concetto di un nucleo centrale – radice – che si esprime in tutte le parole – diramazioni – di una stessa famiglia etimologica. Vi è l’idea sia della crescita sia della flessibilità.
Irradiazione significa propagazione raggiante
Nel Lambdoma Luce la definizione è: L’Irradiazione è l’effusione luminosa (7.3)
Treccani
irradiazióne s. f. [dal lat. tardo irradiatio –onis; v. irradiare]. –
1. L’atto, il fatto, l’operazione, e anche l’effetto dell’irradiare, nei varî sign. del verbo, e più concretamente l’energia stessa che viene irradiata (è sinon. di irraggiamento, che è il termine preferito in fisica): i. di luce, di calore; esporre il corpo alle i. del sole. In fisioterapia, trattamento terapeutico mediante una qualunque forma di energia radiante (raggi X, gamma, ultravioletti, infrarossi, ecc.); comunem. però s’intende quello con raggi X. In radiotecnica, è talvolta sinon. di radiazione; per es., in un’antenna, diagramma d’i. o di radiazione (v. radiazione1). Nella scienza dell’alimentazione, i. degli alimenti, trattamento di sostanze alimentari con radiazioni ionizzanti a scopo di conservazione.
2. Con riferimento al sign. rifl. e intr. del verbo, il diffondersi, il propagarsi in varie direzioni. In semeiotica, la propagazione di un dolore in sedi lontane dall’organo malato: i. alla spalla sinistra di un dolore precordiale.
3. In ottica fisiologica, fenomeno per il quale una superficie chiara appare più grande di una uguale superficie oscura ad essa contigua; è dovuto al fatto che una piccola aliquota di luce proveniente dalla parte chiara della figura s’irradia nella zona non illuminata dell’immagine retinica, che risulta così un po’ più estesa di quanto dovrebbe essere.
4. In linguistica, i. sinonimica, la formazione di parole o espressioni equivalenti nel senso, sulla base di un rapporto associativo di tipo metaforico: per es. dal sign di frutto «risultato» si è sviluppato il valore di fruttare «rendere».
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