Glossario – Inclusività
Etimo secondo TPS
Sostantivo derivato dall’aggettivo “inclusivo”, dal latino medioevale inclusivus, formatosi dalla forma classica del verbo includere, rinchiudere e includere, composto dalla preposizione in-, che indica il moto dentro, in un luogo, e da cludere, chiudere, il cui supino è clusum. Tale verbo deriva dalla radice europea KLA/KLAV/KLAU, che esprime l’idea del chiudere: greco kleiein; latino clavis, chiave.
Inclusività significa capacità di contenere
Nel Lambdoma Spazio la definizione è: L’Inclusività è l’abbraccio infinito dello Spazio (6.2)
Treccani
incluṡivo agg. [dal lat. mediev. inclusivus]. – Che vale a includere, o meglio che include, che comprende in sé qualche cosa: il prezzo del biglietto è i. della tassa erariale; il pronome «noi» è i. dei pronomi di prima e seconda persona (cioè di io e tu o io e voi). ◆ Avv. incluṡivaménte, con inclusione di (per indicare che il termine d’arrivo è compreso nella serie di cui si parla): c’è da studiare dal capitolo terzo al decimo inclusivamente; dal 17 al 25 ottobre inclusivamente (cfr., con lo stesso senso, il più com. incluso).
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Inclusione sociale
Il termine inclusione sociale si riferisce alla società e alle sue attività inclusive. Abbraccia numerosi aspetti e ambiti tra i quali l’inclusione scolastica e l’inclusione lavorativa. Il fine ultimo dell’inclusione sociale è garantire l’inserimento di ciascun individuo all’interno della società indipendentemente dalla presenza di elementi limitanti.
Definizione
L’inclusione indica lo stato di appartenenza a qualcosa, sentendosi accolti e avvolti. L’inclusione sociale rappresenta la condizione in cui tutti gli individui vivono in uno stato di equità e di pari opportunità, indipendentemente dalla presenza di disabilità o di povertà.
L’inclusione è descritta da caratteristiche specifiche:
- Si riferisce a tutti gli individui
- Si rivolge a tutte le differenze senza che queste siano definite da categorie e da criteri deficitari, ma pensate come modi personali di porsi nelle diverse relazioni e interazioni
- Mira all’ eliminazione di ogni forma di discriminazione
- Spinge verso il cambiamento del sistema culturale e sociale per favorire la partecipazione attiva e completa di tutti gli individui
- Mira alla costruzione di contesti inclusivi capaci di includere le differenze di tutti, eliminando ogni forma di barriera
- Allontana da sé la concezione di abilismo e di “normativa”.
L’inclusione sociale guarda alla disabilità non come una caratteristica interna dell’individuo che crea il non funzionamento, ma come un deficit collocato “all’interno dei processi disabilitanti prodotti da contesti, saperi disciplinari, organizzazioni e politiche incapaci di fornire una risposta adeguata alle differenze delle persone”. Alla luce di questo risulta necessario osservare, proporre e cambiare i contesti sociali per realizzare ovunque l’inclusione sociale. Meneghini sottolinea questo processo: “L’inclusione è un processo che problematizza gli aspetti della vita sociale, delle istituzioni e delle politiche: si presenta come un processo dinamico, instabile, in continua costruzione, in quanto l’essere inclusivi non è vincolato al ruolo prescrittivo, a una norma, a una costrizione, ma implica una continua strutturazione e destrutturazione delle organizzazioni e dei contesti istituzionali e sociali”. In ambito accademico e di ricerca molti studiosi hanno dato una propria definizione di inclusione: Andrea Canevaro afferma che “è l’ampliamento dell’orizzonte nella riconquista di un senso di appartenenza. Patrizia Gaspari la intende “come metodo e prospettiva in grado di realizzare un processo di riconoscimento reciproco, in cui le ragioni di ciascuno si incastrino in un percorso di crescita comune; Marisa Pavone sostiene che “l’essere inclusi è un modo di vivere insieme, basato sulla convinzione che ogni individuo ha valore e appartiene alla comunità. Così intesa, l’inclusione può avvenire non solo nella scuola ma in molteplici ambienti: lavoro, gioco, ricreazione”.
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