Lo Spazio, la grande Madre, è la forma infinita di tutte le possibili forme che continuamente si generano e nascono nel suo seno per celebrare la Vita e che esso alimenta, educa e custodisce con l’energia magnetica dell’Amore.
Non si può dire che lo Spazio abbia una forma sua propria poiché è evidentemente aformale, però, quando si sostanzia, è associabile alla sfera, la forma primigenia, la più economica e perfetta e quella che meglio veicola il pensiero dell’Infinito. In effetti, il Moto della Vita innesca nello Spazio un respiro ciclico che pone in rotazione la Sostanza e fa sì che essa assuma appunto quella forma sferica che condivide con tutte le forme che in esso assumono parvenza.
Così noi percepiamo la volta celeste come sferica e vediamo che i Soli, i Luminari e le grandi potenze che maestosamente la solcano rotando sui loro assi tendono tutte ad assumere analoga forma. La stessa tendenza si ritiene abbia anche il corpo energetico di ogni entità spaziale.
La sfera infinita dello Spazio tiene dunque in sé innumerevoli altre sfere che definiscono campi di coscienza, ciascuno dei quali contiene quelli successivi. E’ l’abbraccio della Madre, l’Amore divino che unifica il creato.
Ogni sfera è un mondo di coscienza, di esperienza; è un anello di quella catena infinita che riporta all’Uno procedendo per espansioni successive. L’unità del tutto è costantemente garantita dal magnetismo spaziale e dal rapporto aureo che collega ognuno di questi mondi, ciascuno dei quali esprime qualità e livelli energetici differenti.
Si potrebbe pensare allora che ogni sfera, che circoscrive una porzione di Spazio e la racchiude in un anello invalicabile per alimentare nel giusto modo le coscienze in esso contenute, sia un mondo isolato, poiché delimita un campo e lo distingue, apparentemente separandolo dagli altri. In realtà, la linea di demarcazione fra due regioni spaziali è un intermediario fra un dentro e un fuori ed è in ogni suo punto partecipe sia dell’uno che dell’altro. E’ un orizzonte che sancisce un limite e un punto d’incontro fra due realtà che devono essere necessariamente comunicanti, altrimenti non si produrrebbe alcuna crescita.
In sostanza, nessuna forma può isolare porzioni di Spazio, che altrimenti sarebbero simili a prigioni e non consentirebbero alcuno sviluppo. D’altra parte, se due stelle non fossero comunicanti non lo sarebbero neppure due atomi, tutto e sempre sarebbe circoscritto, distinto, isolato e ogni contatto escluso.
Ci si potrebbe chiedere, a questo punto: “Se le forme non hanno il potere di separare il dentro dal fuori che utilità hanno? Sono semplici illusioni?” Evidentemente non è così, altrimenti non si giustificherebbe la loro presenza. In realtà si può dire che la forma qualifica sia lo spazio interno che l’esterno. E’ dunque portatrice di qualità.
Tutti noi siamo consapevoli del fatto, ad esempio, che vivere in un ambiente circolare ci trasmette sensazioni diverse da quelle che riceviamo se ci troviamo in un luogo quadrato o triangolare e possiamo immaginare che ogni contenuto tenda a dotarsi di una forma speciale, che lo rivela e lo esalta. Così le forme si perfezionano nei cicli sotto la spinta della coscienza che le abita e tendono ad essere sempre meglio contenute nella sfera spaziale che le ospita. La forma uomo dunque, così come ogni altra, non è finita ma in costante evoluzione poiché la sua coscienza, arricchita dal rapporto fra l’infinito interno e quello esterno, coinciderà un giorno con la sfera dello Spazio.
Da scritti inediti di E. S.:
“I processi vitali di innumerevoli forme nello Spazio ne arricchiscono di continuo le qualità, che si comunicano a tutte le sue regioni, introducendo nuovi sviluppi. Si pensi che i sensi hanno gravi limitazioni ma sono suscettibili di infinita miglioria. L’intelletto ha anch’esso i suoi confini, ma può acuirsi senza fine. L’uomo, come qualsiasi altra creatura, è chiuso e confinato in forme definite, ma nulla gli impedisce di trascenderle, e le difficoltà sono solo il pungolo inevitabile e saggio perché egli migliori di continuo, comunicando con l’infinità spaziale e accogliendola in sé.
Oggi più che mai l’uomo è chiamato a scegliere se continuare a considerarsi isolato e limitato, con ciò prestando fede più ai sensi che alla mente, oppure se accingersi ad infrangere quest’apparente ed evidente barriera per affacciarsi, quale entità spaziale, nell’Infinito”.
E’ una scelta da compiersi ora, poiché è la base determinante per la nascita di una nuova Cultura/Civiltà umana.