Trasparenza

Glossario – Trasparenza

   

Etimo secondo TPS

 

Dall’aggettivo “trasparente”, che deriva dal latino medioevale tranparens, , così composto; 1. dal prefisso trans, attraverso, al di là di, oltre; 2. dal verbo parére, apparire, mostrarsi.

  1. Trans deriverebbe, secondo F. Rendich, dalla radice indoeuropea t/t. che esprimerebbe l’idea di “luce” [t]” che attraversa [] il cielo: “trapassare”, “attraversare” Scrive l’autore: ‘Nella lingua madre del sanscrito l’idea di moto “che passa oltre”, “va al di là”, “attraversa”, derivò dall’osservazione del moto apparente dei corpi celesti nello spazio. In sanscrito la radice t designa infatti sia la “stella”, sia l’azione (con allungata, t) di “attraversare”, il tipico moto dei corpi celesti.’ (DEC, p.113);
  2. parére ha una radice ancora da individuare. Affini sono l’antico catalano parer, l’antico francese paroir, moderno paraître. Il linguista Freund suggerisce che sia la stessa forma, modificata solo dal cambiamento di accento – peraltro testimoniata da altri casi di mutamento tramite l’accentazione – del latino pàrere, partorire, dare alla luce, e significhi propriamente “mostrarsi”: in questo caso la radice di riferimento sarebbe l’indoeuropea *PAR-, che esprime l’idea di “portare al di là”, sanscrito pṛ, passare attraverso.

 

Trasparenza indica la qualità del lasciarsi  attraversare

 

Nel Lambdoma Spazio la definizione è: La Trasparenza è la permeabilità celeste (4.3)


Treccani

 

trasparènza s. f. [der. di trasparente]. –

1.a. La caratteristica e la proprietà di essere trasparente: la t. di un vetro, la t. dell’aria o dell’acqua limpida; la maggiore o minore t. di un corpo, dipendente non solo dalla sua natura, ma, in generale, anche dal suo spessore. In partic., in fisica, nozione inizialmente riferita alla luce, ma che può estendersi a tutto lo spettro delle radiazioni elettromagnetiche e corpuscolari; con riferimento a un corpo, la trasparenza che lo caratterizza è rappresentata dal coefficiente di t., cioè dal rapporto tra l’intensità della radiazione che lo attraversa e quella totale dalla quale il corpo è investito; corpi grigi per t., quelli in cui il coefficiente di trasparenza non dipende dalla lunghezza d’onda; corpi colorati per t., quelli che si lasciano attraversare di preferenza da radiazioni di un determinato colore (per es., i filtri colorati). Nella tecnica pittorica, t. del colore, dei colori, la mancanza di corpo e la luminosità (anche al plur.: le trasparenze del colore).

1.b. In trasparenza, locuz. avv. usata in frasi come guardare in t. (un foglio di carta, una pellicola fotografica, ecc.), tenendo interposto l’oggetto tra l’occhio e una sorgente luminosa, e vedere in t., apparire in t., riferito all’immagine che ne risulta.

2.fig.

2.a. Chiarezza, facilità di comprensione o di intuizione del senso o del significato, anche se non è espresso in modo esplicito: t. di un’allusione (e analogam. t. di un gesto, di un comportamento); t. di un’allegoria; t. di stile, dell’espressione, alto livello di semplicità formale e di chiarezza espressiva.

2.b. Con riferimento ad atti, comportamenti, situazioni, modi di procedere, soprattutto nella vita pubblica e nei rapporti con la collettività, significa chiarezza, pubblicità, assenza di ogni volontà di occultamento e di segretezza: un funzionario di assoluta t.; t. di un bilancio; invocare la t. nei depositi bancarî; esigere t. nei discorsi degli uomini politici, nelle comunicazioni radio-televisive; garantire la t. nei pubblici concorsi, nei pubblici appalti, nelle assunzioni di nuovo personale. In economia, t. del mercato, la possibilità teorica, in regime di libera concorrenza assoluta, per gli operatori di conoscere i termini di tutte le contrattazioni che vi avvengono. Per l’uso del termine nel linguaggio politico, come traduz. inesatta del russo glasnost, v. glasnost.

3. In senso concr., disegno che rappresenta le parti interne di un oggetto, di un impianto, di un meccanismo, vedute attraverso la struttura esterna tracciata nelle sue linee essenziali, come se fosse trasparente. Anche, in senso più generico, immagine realizzata su supporto trasparente; in questo senso, il termine è talora usato come sinon. di diapositiva.

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Wikipedia

 

Nel campo dell’ottica, la trasparenza (anche detta pellucidità o diafanità) è la proprietà fisica che permette alla luce di passare attraverso un materiale, mentre la traslucenza (anche definita traslucidità) permette alla luce di passarvi attraverso in modo diffuso. La proprietà opposta è l’opacità.

I materiali trasparenti sono limpidi, mentre quelli traslucenti non consentono di vedervi attraverso in modo chiaro.

Quando la luce incontra un materiale, può interagire con esso in modi differenti. Queste interazioni dipendono dalla natura della luce (la sua lunghezza d’onda, frequenza, energia, ecc.) e la natura del materiale. Le onde luminose interagiscono con un oggetto attraverso molti fenomeni; i più comuni sono assorbimento, riflessione, trasmissione, rifrazione, diffusione.

Alcuni materiali, come il vetro piatto (plate glass) e l’acqua limpida, consentono a gran parte della luce che vi cade sopra di essere trasmessa con poca riflessione; tali materiali sono definiti otticamente trasparenti. Molti liquidi e soluzioni acquose sono molto trasparenti. L’assenza di difetti strutturali (vuoti, incrinature, ecc.) e l’assenza di assorbimento da parte delle molecole della maggior parte dei liquidi sono responsabili della loro eccellente trasmissione ottica.

I materiali che non consentono la trasmissione della luce sono detti opachi. Molte di queste sostanze hanno una composizione chimica che comprende “centri di assorbimento”. Molte sostanze sono selettive nel loro assorbimento delle varie frequenze che compongono la luce bianca. Le frequenze dello spettro che non vengono assorbite vengono trasmesse o riflesse, specularmente o diffusamente. Questo è ciò che dà origine ai colori. I corpi neri assorbono tutte le frequenze; i corpi bianchi riflettono diffusamente tutte le frequenze senza assorbirne alcuna.

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