Nel giorno dell’allineamento eliocentrico tra Sole/Apollo e l’asteroide/Musa Calliope in Aquarius (vedi Ritualità solare e Effemeridi per l’anno 2025), presentiamo il 1° capitolo del testo L’Accademia delle Muse, riprendendo la chiusura della Premessa pubblicata a Natale 2024:
O voi che siete in piccioletta barca,
desiderosi d’ascoltar, seguiti
dietro al mio legno che cantando varca,
tornate a riveder li vostri liti:
non vi mettete in pelago, ché forse,
perdendo me, rimarreste smarriti.
L’acqua ch’io prendo già mai non si corse;
Minerva spira, e conducemi Appollo,
e nove Muse mi dimostran l’Orse.
(Paradiso, Canto II, versi 1-9)
1. Il Ricordo dell’Olimpo celeste.
Per solcare le Acque celesti delle Muse, l’Olimpo sovramundano delle Idee, quel Santuario divino del Bene, del Bello e del Vero, è necessaria una “seconda navigazione” (Platone), una rinascita: senza intuizione (Beatrice) non si ascende.
Secondo la visione teosofica, l’Ascesa al Paradiso avviene tramite:
– il fuoco ardente della mente superiore astratta (Minerva spira …: Pallade Atena, nata dalla testa di Giove, dall’Anima spirituale: è l’Intelligenza che deve rivelare la sua essenza divina, l’Amore-Saggezza; in sanscrito, Manas che rivela Buddhi),
– la Luce della Ragion pura, l’intuizione (… e conducemi Appollo: Apollo, il Dio-Sole, anch’Egli figlio di Zeus e fratello di Hermes – Buddhi),
– lo sviluppo delle 3 Triadi di Qualità animiche, i 9 petali del Loto egoico (vedi alla pagina successiva), che ‘dimostrano’ le Fonti del Poterespirituale – Atma (… e nove Muse mi dimostran l’Orse).
La Triade spirituale è quel ‘monte’ prossimo al cielo, che anima tutte le cose e gli esseri umani: “Prossime al cielo, sulle vette dei monti, vivono le Muse…” (WFO)*
Le Muse chiamano all’Alto Cielo e lo ‘dimostrano’: tra Fuochi invisibili e visibili, le Orse, alle quali riportano le nove Muse, sono le due Costellazioni, Orsa Maggiore e Minore, che quali eliche motrici irradiano Vita dalla Vetta solare.
L’evidenza delle Due Ursæ Major e Minor o Carri celesti[1] (che per l’Astrologia Esoterica muovono l’Evoluzione dell’intero Sistema solare insieme al 3° Carro del Firmamento, le Pleiadi) è infatti presso la Dimora dei Poli, non solo perché l’attuale Stella polare del nostro Pianeta è parte dell’Orsa Minore, ma soprattutto perché i loro ‘asterismi’ dimostrano il Drago (le cui spire abbracciano il Polo Nord o Vetta iperborea dell’intero Sistema solare e del Sole).
A tale Vetta celeste, Sacro Monte e Luogo del Governo, Centro della Testa del nostro Firmamento, conducono le nove Olimpiche:
“Le Muse hanno un posto altissimo, anzi unico, nella gerarchia divina. Son dette figlie di Zeus, nate da Mnemosyne, la Dea della memoria; ma ciò non è tutto, ché ad esse, e ad esse soltanto, è riservato portare, come il padre stesso degli Dei, l’appellativo di olimpiche, appellativo col quale si solevano onorare sì gli Dei in genere, ma – almeno originariamente – nessun Dio in particolare, fatta appunto eccezione per Zeus e le Muse.” [2]
Zeus, Giove, è per l’Astrologia Esoterica l’Agente solare del Secondo Aspetto dell’Anima o Coscienza spirituale, del Secondo Raggio di Amore-Saggezza, il Raggio Divino, la Meta dell’attuale Secondo Sistema solare; è il Principio Buddhi, quel Fuoco elettrico che sta al centro di ogni atomo e nel cuore di ogni essere, l’amor che move il sole e l’altre stelle: il ‘Movente universale’.
Zeus, oltre a reggere l’Olimpo insieme alle Muse dal Secondo Piano monadico (il Piano degli Dei planetari che si esprimono appunto attraverso i 3 piani centrali della Triade: atmico, buddhico e manasico – vedi tabella p. 10), nel microcosmo-uomo presiede all’Uovo aurico sui 5 piani inferiori (dall’atmico al fisico sistemici) e in particolare al Cuore spirituale della Monade sul piano mentale astratto (Manas superiore), quel corpo causale focalizzato nel Loto egoico sede dell’Anima umana. Tale Cuore monadico al suo Centro protegge il Gioiello della Sintesi (l’ancoraggio della Volontà-di Bene della Monade), un Trono olimpico custodito da appunto nove petali, tre triadi di vibrazioni ignee, delle 3 Energie fondamentali – Volontà/Sacrificio, Amore e Conoscenza: nella nostra comparazione, sono i riflessi delle Nove Muse, che in essenza sono Tre e sono Una sola.
Le Potenze olimpiche del Pensiero sostanziano cantando e danzando il Mondo delle Idee e degli Dei, dimostrandoci la Via più alta …
Per dimostrar l’Orse, la Vetta del Mondo delle Idee, il Paradiso celeste, Dante ha bisogno ad un certo punto non solo delle Muse, ma anche della loro Guida, Apollo, il “Sole della Sapienza” Figlio di Zeus, dio della musica, delle arti mediche, delle scienze, dell’intelletto e della profezia:[3]
O buono Appollo, a l’ultimo lavoro
fammi del tuo valor sì fatto vaso,
come dimandi a dar l’amato alloro.
Infino a qui l’un giogo di Parnaso
assai mi fu; ma or con amendue
m’è uopo intrar ne l’aringo rimaso.[4]
Ed il quadro di Lorenzo Lotto “Apollo dormiente e le Muse” (1545-9)ben delinea ciò che potrebbe accadere se il dio Apollo Musagete si addormentasse, se l’intuizione tacesse; anche le Muse si smarrirebbero, diventando Ninfe, lasciando il mondo privo di Ordine, della Musica, del Canto e del significato insito nella creazione stessa. Sarebbe l’avvento del nichilismo.
“Come delle Ninfe, così anche delle Muse si dice che afferrino i mortali, con la differenza che, mentre coloro che sono afferrati dalle Ninfe (numf’lhptoi) corrono il pericolo di perdere la ragione, la follia che viene dalle Muse comporta l’elevazione e l’illuminazione dello spirito, nelle quali diviene possibile il miracolo del canto e della poesia. Colui che è afferrato dalle Muse è il vero poeta, contrapposto al banale versificatore (Plut. de virt. mor. 12).” (WFO)
Invocando dunque la Guida di Apollo, ascoltiamo il canto sovramundano delle Muse divine attraverso la loro Leggenda:
“Le Muse sono figlie di Mnemosine [la Memoria] e di Zeus, e sono nove sorelle, frutto di nove notti d’amore [Zeus travestito da pastore, l’Anima o coscienza di gruppo]. Altre tradizioni ne fanno le figlie d’Armonia, oppure le figlie d’Urano (il Cielo) e di Gea (la Terra). Tutte queste genealogie sono evidentemente simboliche e si ricollegano, più o meno indirettamente, a concezioni filosofiche sul primato della Musica nell’Universo. Le Muse infatti non sono soltanto le cantatrici divine, quelle i cui cori e inni rallegrano Zeus e tutti gli dei, ma presiedono al Pensiero, sotto tutte le sue forme:eloquenza, persuasione, saggezza, storia, matematica, astronomia.”[5]
Secondo Pausania, Zeus generò in Mnemosine tre muse giacendo con lei per nove notti: Melete (la pratica, l’azione), Mneme (il ricordo) e Aede (il canto), indicate con il nome di Mneiai.
“Secondo quanto riferisce Plutarco (Questioni conviviali 744), presso l’oracolo di Apollo, le Muse non potevano che essere tre, poiché erano venerate come Signore dei tre mondi: il regno della terra e della luna, il dominio celeste dei pianeti e infine la sfera superiore delle stelle fisse ove sono gli dèi. E poiché i tre mondi sono uniti e connessi tra loro da un’armonia che è musica e suono, i nomi delle Muse non potevano che rispecchiare tale verità, venendo a coincidere con le tre corde fondamentali della lira e con le tre note della scala musicale: Néte, la corda più “bassa”, Mése, l’“Intermedia”, Hupáte, la più “alta”.” (DSM)**[6]
Il Nove è la prima potenza del Tre, della Triade, dell’Uno trino (1×32 o 1x3x3); le Nove Muse sono irradiazione dell’unica Musa delle Acque primordiali:
“Mnemosyne … veniva annoverata da Esiodo tra i Titani, ma il nome dimostra come appartenga alla più giovane generazione di dèi; infatti esso da solo può sostituire quello delle Muse e appare su vasi attici come quello dell’unica Musa, designandola come la dea della memoria… In quanto figlia dell’antichissima dea della memoria e del ricordo, la stessa Musa viene considerata da alcuni come precedente ogni formazione della divinità: Mnemosyne-Mnéme sono affini alla Moûsa. Le Muse, talvolta dette Mneîai, riecheggiando la radice della rammemorazione: mimnésko, memini in greco e latino; ma il nome s’apparenta anche con la radice di mystérion, mys-, dall’antica voce accadica musu, ‘notte’, a significare la sacralità arcana delle tenebre (my´stes è l’iniziato che veglia l’intera notte).
… Il legame tra memoria e canto, tra tempo e poesia, è, per l’intera cultura greca, molto stretto, e almeno fino a Platone rimane miticamente chiaro come la funzione poetica esiga intervento sovrannaturale e delirio divino. «Posseduto dalle Muse, il poeta è l’interprete di Mnemosyne, come il profeta, ispirato dal dio, è l’interprete di Apollo»; la veggenza, poetica o profetica, ha per oggetto invisibilia, ovvero le due direzioni del tempo per le quali i mortali non possiedono occhi [presente e futuro]. Infatti, il poeta è cieco al presente, come Omero, e si sforza casomai ad essere profetico, “prima del tempo” … Ricordare costituisce il suo sapere e il suo vedere: poetare è per lui risultato dell’anamnesi, di ricordanze mitiche: è procedendo verso l’immutabile cuore del tempo, toccando Mnemosyne, che riporterà un canto nuovissimo e all’altezza dello spirito del tempo. …
La Memoria (come la Musa) evoca, è voce da un luogo al quale chiama il poeta – anámnesis vuol dire tradizionalmente (sia l’anamnesi poetica di Esiodo, sia quella filosofica di Platone) iniziazione a un sapere distante; e Mnemosyne … è anche la dea del cerimoniale orfico che celebra il mistero della grande iniziazione al linguaggio, dalla quale discendono come primo prodotto essoterico le immagini degli dèi.
Mnemosyne è madre della Musa che dà parola al reale attraverso creazioni formate: i mondi rappresentati negli dèi …
[“La memoria non è solo una facoltà mentale, ma una “potestà essenzialmente creativa. In sostanza, essa è un aspetto del pensiero, e — assieme all’immaginazione — è un agente creatore, poiché i pensieri sono cose…”.][7]
Mnemosyne indica propriamente un luogo d’inizio assoluto, in cui tempo ed eventi non sono ancora iniziati; dea di radicale svuotamento, memoria (mnéme) assolutamente iniziale, essa risale indefinitamente all’indietro per riportare i contingenti fenomeni alla loro inesistenza …
… [Chi] non ha la forza immaginativa per sospendere il cosmo al nulla che ne precede l’esistenza possibile [il ‘nulla’ è il non-essere per l’esoterismo, lo Spazio ‘pieno’ di Vita ma aformale], rimane preso nella rete di Necessità, uomo di breve destino che non vede al di là della propria vita.
… La reminiscenza della Musa, condotta fino a “ricordare” Mnemosyne, è rivelazione[8] e iniziazione: ma questo ricordo è, propriamente, un ricordo di nulla [non-essere], non ha parole, dato che ogni sfera del dicibile e del figurabile (il linguaggio, gli dèi stessi) è successiva. Difficile dunque che una parola possa dirsi “originaria”, quando necessariamente appartiene al tempo, all’ordine del ricordo, alla vita cosmica.” (WFO)
L’unica Musa della Memoria pare dunque assimilabile a Mulaprakriti della Filosofia occulta, quella Radice senza Radice madre della Sostanza cosmica (Prakriti) e di ogni Creatore/Logos: il primo velo, ancora non manifesto, della Vita assoluta Parabrahman.
In particolare, a livello del Sistema solare, la Cosmogenesi occulta insegna che la potenza del Canto divino o Pensiero creatore del Logos solare viene incarnato e ritrasmesso dalle Gerarchie creative, Vite coscienti ed intelligenti a presidio dei piani sostanziali della Sua manifestazione e parti costituenti dei Suoi Centri vitali o Logoi planetari.[9]
L’umanità, espressione ancora imperfetta della Quarta gerarchia creativa, centrale tra le Sette della ‘Manifestazione solare’ e associata al piano Buddhico, al Linguaggio, al “Verbo incarnato”, deve dunque ricordare questa sua origine e destino olimpici: deve essere eroica, un co-creatore cosciente degli Dei e delle Muse, deve divenire maestra della “forza latente nel suono,[10] nella parola e nella musica”, supportando così a sua volta l’evoluzione delle gerarchie e regni inferiori: