La genesi occulta dall’Atomo all’Infinito

Secondo l’Insegnamento esoterico, i Pianeti ed il Sole fisico sono Figli della Madre-Spazio, ed i Pianeti, prima di diventare dimore dei Creatori o Logoi planetari (vedi testo La Manifestazione), furono comete e soli, ed in origine “Centri di Forza, le Scintille invisibili o Atomi primordiali”.

Da H. P. Blavatsky, “Cosmogenesi”, Ed Cintamani, p. 94-8:

 “Nel Rig Veda, Aditi, lo Spazio “Illimitato” o Infinito … è l’equivalente della “Madre-Spazio”, coeva con le “Tenebre”. Essa è giustamente chiamata la “Madre degli Dèi”, Deva-Mâtri, poiché è dalla sua matrice cosmica che nacquero tutti i corpi celesti del nostro sistema — il sole ed i pianeti. Perciò essa è allegoricamente descritta in questo modo: “Otto Figli nacquero dal corpo di Aditi; essa si avvicinò agli dèi con sette, ma respinse l’ottavo, Mârttânda”, il nostro sole. I sette figli chiamati gli Aditya sono, cosmicamente ed astronomicamente, i sette pianeti; ed il sole, essendo escluso dal loro numero, dimostra chiaramente che gli indú possono aver conosciuto e conoscevano infatti, l’esistenza di un settimo pianeta, senza chiamarlo Urano.[1]

Ma esotericamente e teologicamente, per così dire, gli Aditya, nel loro significato primitivo più antico, sono gli otto e i dodici grandi dèi del Pantheon indù. “I Sette permettono ai mortali di vedere le loro dimore, ma mostrano se stessi soltanto agli Arhat”, dice un antico proverbio; l’espressione “le loro dimore”, ha qui il significato di pianeti. L’antico Commentario dà la seguente allegoria e relativa spiegazione:

“Otto case furono edificate dalla Madre: otto case per i suoi otto Figli Divini; quattro grandi e quattro piccole. Otto Soli luminosi, secondo le loro età ed i loro meriti. Bal-i-lu [Mârttânda] non fu soddisfatto, benché la sua casa fosse la più grande; e cominciò a [lavorare] come fanno gli enormi elefanti; inspirò [fece rientrare] nel suo seno i soffi vitali dei suoi fratelli; cercò di divorarli. I quattro più grandi erano lontani, sui confini del loro regno.[2] [Giove, Saturno, Urano, Nettuno – ndr]

 Essi non furono derubati [influenzati] e risero. Fai tutto il tuo possibile, Signore, ma non riuscirai a giungere fino a noi, gli dissero. Ma i più piccoli piansero e si lamentarono con la Madre. Essa mandò Bal-i-lu in esilio al centro del proprio regno, da dove non poté più muoversi. [Da quel momento] egli li osserva e li minaccia [soltanto]. Li segue girando lentamente su se stesso; essi girano velocemente per allontanarsi da lui, ed egli segue da lontano la direzione in cui si muovono i suoi fratelli, lungo il sentiero che circonda le loro case.[3] Da quel giorno egli si nutre del sudore del corpo di sua Madre. Si nutre del di lei respiro e dei suoi rifiuti. Perciò essa lo respinse”.

Così il “Figlio Respinto” è evidentemente il nostro Sole, come abbiamo dimostrato sopra, e quando diciamo “Figli del Sole” ci riferiamo non solo ai nostri pianeti, ma ai corpi celesti in generale. Sûrya stesso, che è soltanto un riflesso del Sole Spirituale Centrale, è il prototipo di tutti quei corpi la cui evoluzione seguì la sua. Nei Veda è chiamato Loka-Chakshuh, l’“Occhio del Mondo”, (il nostro mondo planetario) ed è una delle tre divinità principali. Viene chiamato sia Figlio di Dyaus che di Aditi, perché non viene fatta alcuna distinzione in rapporto al significato esoterico. Così lo si rappresenta trasportato da sette cavalli e da un cavallo con sette teste; i primi si riferiscono ai suoi sette pianeti, il secondo alla loro comune origine dall’Elemento Cosmico Unico.

Questo “Elemento Unico” è chiamato in senso figurato “Fuoco”. I Veda insegnano che realmente il “fuoco” contiene tutte le divinità.

Il significato dell’allegoria è chiaro, perché per spiegarlo abbiamo il Commentario di Dzyan e la scienza moderna, per quanto questi due differiscano in diversi particolari. La Dottrina Occulta respinge le ipotesi nate dalla Teoria Nebulare, per la quale i (sette) grandi pianeti sarebbero evoluti dalla massa centrale del Sole, per lo meno di questo nostro Sole visibile. La prima condensazione della materia cosmica ebbe luogo, naturalmente, intorno ad un nucleo centrale, il suo padre Sole; ma ci viene insegnato che il nostro Sole si distaccò prima di tutti gli altri, allorché la massa roteante si contrasse, ed esso è il loro “fratello” maggiore più voluminoso e non il loro “padre”. Gli otto Aditya, gli “dèi”, sono tutti formati dalla sostanza eterna (materia costituente delle comete[4] — la Madre), o la “stoffa del mondo”, che è in pari tempo il quinto ed il sesto Princìpio Cosmico, l’Upâdhi, o Base dell’Anima Universale, proprio come nell’uomo, il Microcosmo, Manas[5] è l’Upâdhi di Buddhi.[6]

Vi è un intero poema sulle lotte pregenetiche avvenute fra i pianeti durante il loro sviluppo, prima della formazione ‘finale’ del Cosmo; e ciò spiega le posizioni apparentemente perturbate dei sistemi di diversi pianeti; il piano dei satelliti di alcuni di essi (di Nettuno ed Urano, per esempio, dei quali si dice che gli antichi non avevano alcuna nozione) essendo inclinato, dà loro l’apparenza di un movimento retrogrado.

Questi pianeti sono chiamati i Guerrieri, gli Architetti, e sono accettati dalla Chiesa Romana come i Condottieri degli Eserciti del Cielo, mostrando in tal modo le medesime tradizioni. Ci viene insegnato che il Sole, essendo evoluto dallo Spazio Cosmico — anteriormente alla formazione finale delle prime nebulose e all’annullamento di quelle planetarie — ingoiò nelle profondità della sua massa tutta la vitalità cosmica [locale – ndr] possibile, minacciando di ingoiare i suoi “Fratelli” più deboli, prima che la legge di attrazione e repulsione fosse finalmente assestata; dopo ciò, esso cominciò a nutrirsi “dei rifiuti e del sudore della Madre”, in altre parole, di quelle parti di Æther (il “Soffio dell’Anima Universale”), la cui esistenza e costituzione sono, fino ad oggi, completamente ignorate dalla scienza. … la materia diffusa o Etere, che riceve le radiazioni di calore dell’Universo, è, per questa ragione, attratta nelle profondità della massa solare, quindi questa, mentre espelle l’Etere anteriormente condensato e termicamente esausto, si comprime ed esala il proprio calore, per essere a sua volta respinta in uno stato di rarefazione e di raffreddamento e per assorbire un nuovo supplemento di calore, che, in tal modo, … è riafferrato dall’Etere e nuovamente concentrato, e distribuito un’altra volta dai Soli dell’Universo.

… l’Occultismo spiega tale problema con il “soffio mortale” esalato da Mârttânda e con il suo nutrirsi del “sudore e dei rifiuti” della Madre-Spazio. Quello che non avrebbe potuto avere che una piccola influenza su Nettuno, Saturno e Giove, avrebbe distrutto le “Case”, relativamente piccole, di Mercurio, Venere e Marte [e della Luna (la Terra primordiale secondo la Teosofia)? ndr]. Siccome Urano non era conosciuto prima della fine del diciottesimo secolo, il nome del quarto pianeta menzionato nell’allegoria rimane fin qui un mistero.

Il “Soffio” di tutti i “Sette” è detto Bhâskara, (il Produttore di Luce), poiché essi (i pianeti) in origine erano tutti comete e soli. Essi evolvono nella vita manvantarica [manifesta – ndr] dal Chaos Primordiale (adesso il noumeno di nebulose irresolubili) mediante aggregazione ed accumulazione delle differenziazioni primordiali della Materia Eterna, secondo la bella espressione del Commentario: “Così i Figli della Luce si rivestirono del tessuto delle Tenebre”.

Allegoricamente, sono chiamati le “Chiocciole Celesti” a causa delle Intelligenze senza forma (per noi) che abitano invisibili le loro case stellari e planetarie, trasportandosele, per così dire, nelle loro rivoluzioni, proprio come fanno le chiocciole. La dottrina di un’origine comune di tutti i corpi celesti e dei pianeti era insegnata, come vediamo, dagli astronomi arcaici molto prima di Keplero, di Newton, di Leibnitz, di Kant, di Herschel e di Laplace. Il Calore (il “Soffio”), l’Attrazione e la Repulsione — i tre grandi fattori del Movimento – sono le condizioni nelle quali nascono, si sviluppano e muoiono tutti i membri di questa famiglia primitiva, per rinascere poi dopo una Notte di Brahmâ, durante la quale la Materia eterna ricade periodicamente nel suo stato primordiale indifferenziato.

Nemmeno i gas più rarefatti possono dare ai fisici moderni un’idea della sua natura. Da principio, i Centri di Forza, le Scintille invisibili o Atomi primordiali, si differenziano in Molecole e diventano dei Soli – oggettivandosi gradatamente – gassosi, radianti, cosmici, e il “Vortice” unico (o Movimento) dà finalmente l’impulso alla forma, ed il moto iniziale, regolato e sostenuto dai “Soffi” che mai si riposano – i Dhyân Chohan [i Logoi – ndr].”

Ogni Scintilla invisibile, la Monade o Unità di vita cosciente, o Atomo primordiale dello Spazio-Madre, è un Centro di Forza destinato a governare dimore cosmiche sempre più organiche o coscientemente coordinate con l’evoluzione dell’Ordine universale.

Le monadi della Quarta Gerarchia umana, gli atomi o unità coscienti dei Logoi planetari, noi in Essenza, stanno/stiamo percorrendo la via di mezzo tra l’essere Scintille primordiali e la Coscienza universale dei Soli centrali spirituali.

“La Dottrina insegna che, per diventare un Dio divino pienamente cosciente — anche il più elevato — le Intelligenze Spirituali Primordiali devono passare attraverso lo stadio umano. E dicendo umano non vogliamo riferirci soltanto alla nostra umanità terrestre, ma ai mortali che vivono in un mondo qualsiasi, cioè quelle Intelligenze che hanno raggiunto l’equilibrio appropriato fra materia e spirito, come noi l’abbiamo ottenuto dal momento che abbiamo oltrepassato il punto mediano della Quarta Razza-Radice della Quarta Ronda [Vedi testo “Le Gerarchie creative e l’Evoluzione”]. Ogni Entità deve essersi conquistata da sola il diritto di diventare divina, mediante le proprie esperienze personali.

…Questo spiega anche il significato occulto del detto cabalistico: “Il Soffio diventa una pietra; la pietra una pianta; la pianta un animale; l’animale un uomo; l’uomo uno spirito; e lo spirito un dio”. I Figli nati dalla Mente, i Rishi, i Costruttori, ecc., furono tutti Uomini — qualunque ne fosse la forma — in altri mondi ed in precedenti Manvantara.

Questo soggetto, essendo così profondamente mistico, presenta la maggiore difficoltà ad essere spiegato in tutti i suoi dettagli ed aspetti, poiché l’intero mistero della creazione evolutiva è contenuto in esso.

ogni atomo nell’Universo ha in sé la potenzialità dell’autocoscienza ed è, come le monadi di Leibnitz, un Universo in se stesso e per se stesso. È un atomo ed un angelo.” (Ibidem, p. 98)

Riusciamo a sostenere nel qui ed ora della vita quotidiana questa visione e consapevolezza? A volte, mai, sempre.

Riconoscere lo Spazio quale Madre della Manifestazione, la Materia/Sostanza quale Dimora divina dello Spirito e noi quali Atomi dello Spazio vivo, svela il nostro reale potenziale e potere, e rivela la natura sublime dell’Apparenza quale velo dell’Infinito.

Noi Siamo Infinito.


[1]  La Dottrina Segreta insegna che il Sole è una stella centrale e non un pianeta. Eppure gli antichi riconoscevano ed adoravano sette grandi Dèi, escludendo il Sole e la Terra. Quale era quel “Dio misterioso” che essi collocavano a parte? Naturalmente non Urano, scoperto soltanto nel 1781 da Herschel. Ma non poteva esso essere conosciuto sotto un altro nome? Ragon dice: “Avendo le Scienze Occulte scoperto, mediante calcoli astronomici, che il numero dei pianeti doveva essere di sette, gli antichi furono indotti ad introdurre il Sole nella scala delle armonie celesti, facendogli occupare il posto vacante. Così ogni qualvolta essi percepivano un’influenza che non apparteneva a nessuno dei suoi pianeti conosciuti, l’attribuivano al Sole……. L’errore sembra importante, ma non era tale nei suoi risultati pratici, se gli astrologi rimpiazzavano Urano con il Sole, il quale è una stella centrale, relativamente immota, che gira soltanto sul proprio asse, regolando il tempo e la misura; e che non può essere distolta dalle sue vere funzioni”. (Maçonnerie Occulte, p. 447.) Anche la nomenclatura dei giorni della settimana è errata. “Il Giorno del Sole (Sun-day: la domenica) dovrebbe essere il giorno di Urano (Urani dies, Urandi)”, aggiunge l’erudito scrittore.
[2] Il Sistema Planetario.
[3] Il Sole rotea sul suo asse, nella direzione stessa in cui i pianeti girano sulle loro rispettive orbite; così ci insegna l’astronomia. [anti-orario]
[4] La Scienza Occulta ci insegna che questa essenza di materia delle comete differisce totalmente da qualsiasi caratteristica chimica o fisica conosciuta dalla scienza moderna. È omogenea nella sua forma primitiva al di là dei Sistemi Solari e si differenzia interamente allorché attraversa i limiti della regione della nostra Terra; alterata dalle atmosfere dei pianeti e dalla materia già complessa della stoffa interplanetaria, è eterogenea soltanto nel nostro mondo manifestato.
[5] Manas – il Princìpio della Mente, o l’Anima Umana.
[6] Buddhi – l’Anima Divina.
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