I 4 pilastri della Nuova Cultura. Quarta pietra: la Fratellanza

Il brano dell’Insegnamento: “Amici! Ponete quattro pietre a base delle vostre azioni: Primo: Venerazione per la Gerarchia. Secondo: Realizzazione dell’unità. Terza: Commensura. Quarta: Applicazione del canone: “Secondo il tuo Dio” (1) conduce ed ispira questi appuntamenti (2) scanditi, in quest’anno, dal passaggio del Sole al centro dei Segni zodiacali di Croce Fissa.

La luce del segno di Scorpio, che inonda lo Spazio in questo periodo del ciclo annuale, ci guida nel celebrare la posa del quarto ed ultimo pilastro del Tempio della Nuova Cultura e a spingere il nostro sguardo fin dove la realizzazione dell’Unità prende consistenza ed irradia la sua energia accomunante.

L’Insegnamento a tale proposito è perentorio: “Tutte le fedi concordano nell’indicare l’unità quale unico baluardo di successo. Se fra uomini che lavorano assieme è assicurata l’unione, i risultati sono migliori. Si possono citare molti esempi di fiducia reciproca, che consentì soluzioni elevate. Che gli uomini, dalla famiglia e dal focolare fino alle preordinazioni spaziali, ricordino il valore della cooperazione”. (3)

L’eresia della separatività inquina ed avvelena le coscienze e gli uomini, credendosi isolati, procedono nella vita come se nulla importasse tranne la propria personale realizzazione, tranne il proprio tornaconto, tranne la propria vita. “Per quanto ancora l’umanità continuerà a dissezionare il corpo unitario dell’Universo? Si possono studiare le singole foglie di erba, ma senza mai dimenticare il grande organismo cui appartengono. Non è giusto esaminare fenomeni isolati, trascurando il legame che li connette al tutto. Il pensiero privo di sintesi non giunge al cuore dell’Universo. Il Pensatore insegnava la bellezza dell’Unità, da cui fluiscono le correnti dell’energia“. (4)

Eppure “Il successo di qualsiasi opera dipende dall’unità. (…) L’unità è un fuoco miracoloso!” (5). E ancora: “È tempo di riconoscere che gli accadimenti sono tutti interconnessi, e che l’unità è sovrana nell’Universo”. (6)

Ciò non contrasta con l’importanza dell’individuo, con la cura mediante la quale ciascuno fa nascere e crescere la coscienza e la consapevolezza, non contrasta col cammino che ogni uomo deve percorrere per realizzare la pienezza di se stesso che è base e presupposto di ogni Comunione: “L’Unità, indicata da tanto tempo, è un sistema basato su una moltitudine di individualità. Saggi statisti hanno sempre compreso che è necessario proteggere con cura i singoli individui, e i maestri di scuola sanno quanto è bisognosa di attenzioni l’individualità degli alunni. È tipico dell’ignorante invece supporre di applicare a chiunque un solo modello. Ciò contrasta le leggi cosmiche e chi vi si attiene non sarà mai un vero scienziato, poiché un ricercatore deve avere mente ampia e aperta. Sono verità basilari da ripetere, poiché molti, ipnotizzati da una terminologia ormai morta, non vogliono aprire gli occhi sui più semplici fenomeni naturali. L’individualità di tutti gli Esseri dovrebbe essere riconosciuta con gioia, proprio perché dona a ciascuno un posto riservato nell’universo, foriero di ulteriori conquiste, è una ricchezza infinita che lancerà la scienza futura verso altre scoperte che oggi sembrerebbero favolose e impossibili. Si sente dire che per cooperare è necessario avere caratteri affini, ma non di questo si tratta, ma di armonia. Bisogna armonizzare le energie. L’armonia non duplica, ma accorda, e che questa concordia sia forte e sonora. Una sinfonia di sola ottava sarebbe stucchevole. Bisogna amare la polifonia: quanto più ricca tanto più numerosi sono i cuori umani che tocca e chiama all’azione. Così si apre la porta alla multiformità delle percezioni”. (7)

La strada che ogni uomo percorre conduce alla Comunione e all’Unità come corona di un percorso di affinamento e conquista, di conoscenza e di battaglia che in primis sono condotti nell’intimo di ciascuno. Tale realizzazione conduce all’Armonia anziché alla discordia, proclama la Comunione invece della dispersione, consente la collaborazione piuttosto che la competizione: ”Meditate sull’Unità del tutto, specie in tempi come questi di tragica discordia”. (8)

La pienezza che l’uomo ottiene con i propri sforzi deve essere una pienezza in ispirito, giacché per realizzare l’Unità dovrà saper abbandonare ogni cosa e mettere tutto in comune: “… la Comunione auto espelle chi non pone tutto in comune”. (9)

La realizzazione dell’Unità passa dunque per questa “cruna dell’ago”: abbandonare la prepotenza del sé minore e le sue visioni ristrette e separative per affidarsi allo sguardo lungimirante e onnicomprensivo del cuore, uno sguardo che sa vedere l’Uno che arde in ogni molteplice, che sa vedere i fili invisibili che collegano le coscienze le une alle altre, che ha già intravisto che la costruzione del Tempio umano è opera comune e solo collaborando si giunge alla meta.

Urusvati sa che se parliamo di unità ne abbiamo buone ragioni. Si è già detto che un solo cavallo può ritardare tutta la carovana, e che un arco è tenuto assieme da forze interdipendenti: ora aggiungiamo alcuni detti del Pensatore. Un giorno, mentre passava con i discepoli lungo un muro ciclopico, indicò quella muratura possente e disse: “Guardate come queste pietre si reggono a vicenda. Non si saprebbe dire quale sia la più importante. Senza legante hanno tuttavia resistito a molti terremoti. Le tengono assieme solo l’unione e l’affinità naturale delle loro superfici. Si costruiscono murature connesse con l’artificio di una miscela di malta, ma i terremoti ne hanno spesso ragione”. Se gli uomini rafforzano i loro legami con misure artificiose non sono certi di evitare la dissoluzione. Molto migliore e più resistente è l’unione spontanea dei cuori, che non richiede sostegni esteriori, e tanto meno quelli forniti dall’oro”. (10)

Urusvati sa quanto insistiamo sulla necessità di unione e armonia. Della prima parliamo sovente, ma ora vogliamo dare rilievo ad un aspetto particolare della seconda. Solo l’unione porta ai giusti risultati. Persino i malvagi vi ricorrono, ma le loro unioni non potranno mai essere armoniose, dato che il male è per sua natura disarmonico. Inoltre l’unità a fin di male non ha durata e non lascia che incerte conseguenze. L’armonia invece è bontà ed è la sola capace di generare effetti autentici”. (11)

Uno di questi effetti è il trionfo della Verità, ovvero il trionfo dell’integrità dell’Essere che mostra la sua luce solo nella pienezza dell’Unità e non nelle pieghe oscure della dispersione e dell’isolamento: “…la verità non è un’astrazione relativa: è la comprensione delle leggi cosmiche per esperienza diretta”. (12)

Custodire, difendere ed affermare la Verità dell’Unione implica responsabilità: “La comprensione fiammante della Verità è difficile, ma il compito di vigilare non ammette tradimento. La spada solare non trema nella mano, e il ginocchio non si flette davanti alla menzogna. Così è da intendere l’Insegnamento che contempla la creazione di una nuova vita. Esso decreta: “Tu hai udito; sappi che da questo momento sei responsabile di qualsiasi distorsione!”. (13)

E non a caso l’uomo sa che si combatte per la Verità e per l’Unità; per porre questa pietra del Tempio l’Insegnamento ammonisce “… cingete l’armatura del giorno, afferrate le armi dell’azione e rinnovate le capacità percettive con un sorso d’acqua fresca”. (14)

L’immagine del Guerriero, che simbolicamente decora il quarto lato della pietra sacra, ben ci illustra questo passo: l’uomo, il Guerriero dello spirito, combatte per l’Unità ed il Vero, combatte per il Bene comune, combatte per proclamare l’Infinito, combatte per attestare la Bellezza. Usa tutte le armi che possiede, non è mai inerte, procede con coraggio, fiducia, solennità e commensura, è libero da maldicenza, pregiudizio, ignoranza, inganno e disordine, venera la Gerarchia, si rivolge al Cielo per trarne alimento e gioia, alimenta il Fuoco interiore e marcia senza sosta verso la luminosa meta dell’Umanità: la Fratellanza.

E se la Fraternità esistesse? Se fosse come un ancoraggio, a garanzia dell’equilibrio? Se nel sogno dell’umanità fosse stabile, come realtà inalterata? Ricordate certe visioni, certi sogni, ben impressi nella memoria, di baluardi e torri della Fratellanza. L’immaginazione altro non è che il ricordo di qualcosa che esiste”. (15)

L’amicizia e la cooperazione non possono essere l’ultima spiaggia. Fra esse e il Mondo sottile deve esistere ancora qualcos’altro, partecipe di entrambe le sfere: la Fratellanza”. (16)

La Fratellanza è impossibile in questo mondo”, esclamano gli egoisti; e lo stesso affermano le orde distruttrici delle tenebre, e lo ripetono, mormorando, i deboli. Molte sono dunque le voci che cercano di negare i fondamenti dell’Essere. Eppure, quante forme di autentica Fratellanza si sono affermate nelle varie epoche, che nulla riuscì a soffocare”. (17)

Questa meta ardente è definita dal Maestro Tibetano come la meta più importante per il prossimo scorcio di ciclo evolutivo umano: “L’idea che l’umanità ha oggi dinanzi a sé è ristabilire (su una voluta superiore della spirale) il rapporto spirituale che fu caratteristico della sua infanzia, del suo stato primordiale. Sotto la guida saggia e paterna della Gerarchia e dei Sacerdoti-iniziati di allora gli uomini riconobbero di essere un’unica famiglia di fratelli, e vi pervennero mediante il sentimento e con una sviluppata capacità di percezione sensoriale. Oggi, sotto il nome di Fratellanza, la stessa idea cerca una forma mentale e un rinnovato rapporto spirituale (l’idea) mediante l’educazione ai retti rapporti umani (l’ideale). È la meta immediata”. (18)

Tale meta si presenta come una via ardua, alta e perigliosa, una via che sgorga dal profondo della coscienza ed è conseguibile solo da chi sa rinunciare a se stesso, collaborando incessantemente per il Bene comune e sempre pronto a difenderne la sacralità: “Rendetevi conto che le forze delle tenebre si battono contro la Fratellanza di continuo. Qualunque anche minimo accenno che la ricordi viene assalito con violenza. Tutto ciò che può condurre alla Fratellanza è subito condannato e vituperato. State dunque in guardia”. (19)

Una meta per la quale non c’è riposo, ma solo fervente impegno: “…ogni giorno, in qualunque attività, con ciascun pensiero impegnatevi a realizzare la Fratellanza”. (20)

Questi pensieri preludono e conducono ad un orizzonte ancor più ampio, la Fratellanza tra i Mondi: “La vita fisica è detta talvolta temporanea, ma, in realtà, e fra l’altro, non ha una vera e propria durata. La Fratellanza rivolge il pensiero ai mondi lontani”, (21) “Come viandanti sulla Terra si può formare una catena con quei mondi in ispirito; ciò consente l’intima unione con l’invisibile. È una forma di unità che insegna a essere uniti anche in Terra. Cominciate dalla superiore, e praticherete anche l’inferiore. L’unione terrena non è facile: molte piccole circostanze si inseriscono a bloccare le buone intenzioni. Solo l’esercizio superiore delle forze può dare continuità di rapporto con il Mondo superiore”. (22)

Sostenuti dalla formula dell’anno 5.5 “La realtà dell’Essere sia la meta della Nuova Cultura” poniamo nello Spazio, ovvero nell’Infinito, una nuova pietra vivente del Tempio dell’Umanità Una: la Fratellanza.

Che grande concezione è la Fratellanza in Terra! Ogni disciplina dello spirito genera impegno, e solo la volontà disciplina lo spirito. Ma quando il pensiero divaga e afferma l’egotismo, allora, in verità, non c’è canale per un’autentica azione vitale. Qualsiasi concetto, purché applicato, perfeziona lo spirito, e favorisce così l’espandersi della coscienza”. (23)


Note

  • 1- Collana Agni Yoga, Foglie del giardino di Morya, Illuminazione 235
  • 2- L’anno in corso rappresenta (nella logica di un Lambdoma o matrice armonica e numerica organizzata secondo un modello settenario) il culmine del Quinto Settennio ed è animato dal grande sogno di porre i principi di una Nuova Cultura e una Nuova Civiltà attraverso la semina, peraltro già avviata da tempo, di “semi” energetici che andranno a germinare in tempi, luoghi e modi sconosciuti ma adeguati alla futura svolta evolutiva. Il Quinto Settennio (in una matrice sistemica, o tavola del Piano, che comprende 7 Settenni) si è aperto col Solstizio di dicembre del 2014, dando nel contempo avvio all’anno 5.1 che ha visto i Misteri quali centro propulsivo della cultura umana. Col Solstizio di dicembre 2015 si è avviato l’anno 5.2 dedicato alla costruzione soggettiva de L’Istituto del Cuore, organo primario per diramare in ogni coscienza la luce della Nuova Cultura. Il Solstizio di dicembre 2016 ha aperto le porte all’anno sistemico 5.3, dedicato alla Semina dei principi della Nuova Cultura, mente l’anno 5.4 si è aperto al Solstizio di dicembre 2017 avviando congiuntamente la riflessione e il lavoro soggettivo in merito alle nuove basi della cultura umana e alla potenza creatrice del pensiero. Il Solstizio di dicembre 2018 ha dato avvio all’anno 5.5 dedicato proprio alla Nuova Cultura e Civiltà, posta quale Quinta Meta centrale di un Piano a 49 mete per l’avanzata evolutiva e cosciente dell’umanità e del pianeta nell’attuale terzo millennio. Il testo “Le Mete Lontane” che presenta la Tavola del Piano è pubblicato a cura della Casa Editrice Nuova Era, nella Collana Semi di nuova cultura.
  • 3- Collana Agni Yoga, Comunità 4
  • 4- Collana Agni Yoga, Sovramundano III 486
  • 5- Collana Agni Yoga, Gerarchia 361
  • 6- Collana Agni Yoga, Sovramundano I 164
  • 7- Collana Agni Yoga, Sovramundano IV 740
  • 8- Collana Agni Yoga, Sovramundano I § 92
  • 9 Enzio Savoini, Dispense del 3° Settennio. Comunione, scritto inedito, aprile-maggio 2001
  • 10- Collana Agni Yoga, Sovramundano I 201
  • 11- Collana Agni Yoga, Sovramundano II 349
  • 12- Collana Agni Yoga, Agni Yoga 156
  • 13- Ibidem § 211
  • 14- Collana Agni Yoga, Foglie del giardino di Morya, Illuminazione 235
  • 15- Collana Agni Yoga, Fratellanza 7
  • 16- Ibidem § 8
  • 17- Ibidem § 130
  • 18- Alice A. Bailey, L’illusione quale problema mondiale, ed. Nuova era, par. ing. 134
  • 19- Collana Agni Yoga, Fratellanza 176
  • 20- Ibidem § 110
  • 21- Ibidem § 435
  • 22- Ibidem § 149
  • 23- Collana Agni Yoga, Infinito II 377
Taggato , , , . Aggiungi ai preferiti : permalink.

Lascia un commento