In occasione della congiunzione eliocentrica tra Mercurio e Urano, i Maestri della Musica del Cielo, ecco alcune riflessioni sul Ciclo di rivoluzione planetaria, qui definito Ciclo semplice, il congegno celeste per imparare l’Arte di costruire le forme.
Seguono estratti dal testo Dal tempo lineare al tempo ciclico (p. 27-9):
“L’Arte dei cicli non solo ci insegna come intravedere gli scopi e le qualità in gioco, quindi a comprendere il Piano planetario e solare, ma anche come realizzare le Forme, seguendone le regole e i dettami. Studiando il ciclo cominciamo a trovare le prime tracce per rispondere ad una domanda fondamentale: come si crea?
La creazione, si sa, si basa su leggi superiori che, secondo la presente ipotesi, usano il ciclo e le direzioni, i numeri in moto e la psicogeometria, per precipitare le idee in forme manifeste.
Riconosciuto che sia il ruolo che il Ciclo riveste in tale trasformazione, circolazione e distribuzione delle energie e delle forze nell’Universo, si vuole dunque approfondire la sua struttura psicogeometrica, affrontando l’insieme delle direzioni e degli allineamenti che concorrono allo sviluppo di qualsiasi moto circolare.
Guardare ai cicli in tal modo equivale a scrutare i misteri del grande Libro della Vita, vale a dire a fondare una vera e propria scienza dei cicli, intesi come l’effettiva pulsazione, partitura e scrittura del Sistema solare, e oltre.
Vi sono certamente un atteggiamento consono e un codice per decifrarli, nonché una sintassi da conoscere e termini da comprendere, un linguaggio da imparare. I cicli, generatori di strutture, devono essere a loro volta strutturati, ovvero rispondenti ad un progetto gerarchico di energie che li allestiscono e, soprattutto, che ne rivelano i principi e le funzioni.
Concentriamo dunque l’attenzione sul ciclo esemplare del sistema solare, quello delle orbite planetarie sul piano dell’eclittica, l’anno, definito ciclo semplice: il costruttore delle forme planetarie.
Un pianeta che ruota attorno al centro solare è un atto semplicemente sublime, e tutt’altro che cosa scontata e banale. Per il semplice fatto che la spirale del moto costruisce nello stesso istante in cui viene costruita, in essa devono albergare le regole e le leggi di un’Arte reale delle costruzioni, modello celeste da cui attingono tutte le altre arti creative di ciascun pianeta.
Se realizzate quali impulsi ritmici con cui lo Spazio si perturba, le rivoluzioni spiraleggianti dei pianeti attorno al sole assumono il carattere di vibrazioni e correnti, suoni e luci, parole e colori, che si associano e dissociano sulla tavola solare in maniera sempre nuova, non ripetendo mai la stessa composizione: l’eclittica è il piano stabile dei mutamenti, costantemente aggiornato dalla variazione di posizione dei Luminari. Tramite i cicli tutto cambia. Non solo i rapporti psicogeometrici tra i pianeti in moto, ma principalmente cambia:
– il centro del sistema solare, prospettato dai punti in moto alla periferia,
– e quest’ultima, intercettata o irradiata in modo alternato e variabile dal centro,
entrambe grazie al “mirino” dei pianeti in transito.
Lo studio dei cicli tiene conto di questa duplice condizione, per necessità. Considerare soltanto lo “stato” e posizione del centro, o quelli della periferia, risulta riduttivo, e rischia di non permettere di vedere condizioni determinanti. Una direzione agisce in entrambe i sensi.
Le origini di questa porzione di studio sono, quindi, il centro del sistema solare e la sua periferia estrema (la circonferenza ‘qualificata’ dallo Zodiaco), il cui rapporto fondamentale permette il dialogo tra i circoli dei pianeti.
In altri termini, nella rivoluzione dei pianeti attorno al sole si studia il rapporto tra centro e campo, ed è nel loro mutuo scambio che si riconosce la genesi del moto. Sono due energie simultaneamente operanti, raggi dal centro e onde dalla periferia, che si incontrano anche nel centro di ogni Luminare e ne impongono la vibrazione e lo spostamento. Sono riflessi delle due grandi luci delle Origini cosmiche: i cicli sono moti di centri, ma sono sempre l’Uno e l’Infinito i termini posti a confronto. E il multiforme palpito e moto della coscienza ne sono il frutto.
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In termini geometrici, la struttura di un ciclo semplice si può descrivere con pochi elementi essenziali: un centro (il Pianeta) compie attorno ad un altro centro, maggiore per centralità* (il Sole), un allineamento di punti (l’Orbita), sul piano del Sistema Solare (l’Eclittica).
Ecco che l’atto di tracciare un segno di compasso su un foglio, di per sé molto semplice, riflette quello compiuto da Coscienze superiori nel Cielo: in realtà, tale atto esige la sintesi di molteplici rapporti di tensioni e di spinte, che nel loro insieme costituiscono un sistema energetico composito ed articolato. Per rimanere in rotta, il Pianeta deve sia stare al centro che lavorare incessantemente, sfruttare le energie provenienti da regioni spaziali differenti e fonderle con maestria di volo, trasformandole in traiettoria, in balze celesti e voli architettati ad arte.
Così, come qualsiasi entità vivente, il suo ciclo respira e rinnova le proprie energie ritmicamente, le trasforma e le restituisce all’esterno cariche di nuova esperienza. Il processo risulta necessario ed inevitabile, e per la stessa stabilità e salute delle creature che dal ciclo dipendono, deve possedere un minimo valore di regolarità in grado di garantire ordine e costanza allo sviluppo. Non è sufficiente dire, quindi, che il ciclo respira, si deve aggiungere che lo fa in maniera geometrica, grazie alla presenza di un ente preposto ad imporre ritmo ed organizzazione allo Spazio.
Deve esistere, insomma, un congegno generatore di impulsi discontinui, che con la propria azione determina l’immissione regolare dell’energia nel ciclo, dandogli vita, qualità e dinamismo.”
Questo congegno costruttivo è la Croce (vedi capitoli seguenti nel testo citato).
“La croce e il cerchio sono un concetto universale, tanto vecchio come la stessa mente umana. Essi stanno in testa all’elenco della lunga serie dei simboli che potremmo chiamare internazionali, che spesso esprimono grandi verità scientifiche, per non parlare del loro rapporto diretto con i misteri psicologici ed anche fisiologici. E questo simbolo è proprio uno di tale genere, e si basa sulla più antica cosmogonia esoterica … [La croce filosofica] simbolizza la nostra esistenza umana, perché il cerchio della vita circoscrive i quattro punti della croce, che rappresentano in successione nascita, vita, morte ed immortalità … In realtà, il Cerchio, la Croce e il Sette — quest’ultimo essendo divenuto una base delle misure circolari — sono i primi simboli primordiali.” (H. P. Blavatsky, Antropogenesi, ed. Cintamani, p. 367-8 e 384)
L’Uomo, si sa, è una Croce tra Cielo e Terra, tra mondo delle Idee e mondo formale, tra Spirito e Materia: è una Coscienza, un Rapporto tra punto e infinito che, ruotando nel respiro incessante dello Spazio, il Ciclo, apprende l’Arte della costruzione aurea.
“… tutto quanto si può conoscere non è che forme animate da idee … con la conoscenza dei processi creativi del sistema l’uomo impara da sé a divenire col tempo un creatore.” (A. A. Bailey, Trattato del Fuoco cosmico, p. ing., 701, nota 33)
* Sinonimo, in termini qualitativi, di intensità di vibrazione o potenza. Ciò che è più centrale è più potente.