In tale Data* è propizio seminare idee, formule e forme-pensiero attorno al tema della Guarigione.
Un’antica leggenda Cherokee narrava che :
Nei giorni antichi, ai tempi della creazione, tutti gli esseri avevano il dono del linguaggio e vivevano in amicizia con la razza umana. L’aumento degli esseri umani però spinse gli animali a rifugiarsi nelle foreste e nei luoghi desertici della terra. Dopo aver inventato le armi, l’uomo cominciò a far strage delle bestie per ottenere le carni e le pelli, oltre a calpestare gli insetti con disprezzo. Gli animali, disperati, decisero di vendicarsi.
I cervi, i pesci e i rettili, gli uccelli e gli altri animali più piccoli si riunirono. Ognuno a turno espresse la propria opinione e tutti condannarono l’Umanità, individuando e nominando diverse malattie. Quando le piante, che erano amiche dell’uomo, udirono ciò che era stato deciso dagli animali, pensarono bene di frustrare i loro progetti malevoli. Ogni albero, cespuglio, pianta, e persino l’erba e il muschio decisero di fornire un rimedio per ciascuna delle malattie nominate. Così nacque la medicina, e le piante diventarono gli antidoti per contrastare il male portato dalla vendetta degli animali.
Sin dalla notte dei tempi per sostenere il benessere e la salute dell’uomo sono state raccolte ed utilizzate parti di piante, infatti, fino a un passato non troppo remoto, la chimica farmaceutica come la conosciamo oggi non esisteva. Medici, farmacisti e guaritori dovevano pertanto avvalersi di ciò che la Natura regalava loro quali rimedi per i più svariati malesseri. Era dunque una vera benedizione divina sapere che ogni ingrediente aromatico vantava (e vanta) proprietà medicinali, utile a quei tempi per “restituire la vita”!
L’importanza attribuita a queste piante è testimoniata dalla loro presenza all’interno di antiche tombe: per esempio in Iraq, in un sarcofago di 60.000 anni fa sono state trovate 8 diverse piante medicinali.
Fu nel 3000 a.C. che comparvero i primi scritti; il più antico è il Papiro Ebers che, assieme ad incantesimi e magie, elenca molte piante con i consigli per il loro utilizzo. Nel IV secolo a.C. Aristotele sosteneva che le piante possedevano un’anima e nel libro di Enoch, testo apocrifo di origine giudaica la cui redazione definitiva risale al I secolo a.C. nel cap. 7: 1-4 troviamo scritto che gli angeli, i figli del cielo, scelsero delle mogli tra le figlie degli uomini e le ammaestrarono nel taglio di piante e radici e rivelarono loro le piante dotate di proprietà medicinali.
Così, si dice che i Kabiri siano apparsi come benefattori degli uomini, e come tali sono rimasti per lunghi secoli nella memoria delle nazioni. A questi Kabiri o Titani è attribuita l’invenzione delle lettere (il Deva-nâgari, alfabeto e linguaggio degli Dèi), delle leggi e della legislatura, dell’architettura, come anche delle varie specie di magia, e l’uso delle piante medicinali. (La Dottrina Segreta – Antropogenesi – pag 412)1
Le conoscenze erboristiche venivano trasmesse oralmente da una generazione all’altra.
Il puro culto della Natura nelle prime epoche patriarcali — essendo la parola “patriarca” applicata nel suo primo significato originale ai Progenitori della razza umana, Padri, Capi, e Istruttori degli uomini primordiali — divenne il bene ereditario spettante soltanto a coloro che potevano discernere il noumeno sotto il fenomeno. Più tardi, gli Iniziati trasmisero la loro conoscenza ai re umani, come i loro Divini Maestri li avevano trasmessi ai loro antenati. Era loro prerogativa e dovere rivelare i segreti della Natura utili per il genere umano: le virtù nascoste delle piante, l’arte di curare gli ammalati e di diffondere l’amore fraterno e il mutuo aiuto tra il genere umano. (La Dottrina Segreta – vol 3 – pag 293)2
Ricordo il mito della “nascita del Fulmine”. La Madre del Mondo disse al Creatore: “Quando la Terra sarà avvolta in veli di scura malizia, come la raggiungeranno le gocce salutari della Beatitudine?”, e il Creatore rispose: “Si possono lanciare torrenti di Fuoco capaci di trapassare anche le tenebre più dense”. E disse la Madre del Mondo: “Certo le scintille di Fuoco del Tuo Spirito danno sempre la salvezza, ma chi saprà raccoglierle e custodirle per l’uso opportuno?”. Rispose il Creatore: “Gli alberi e le erbe; e quando cadono le foglie resta il deodara, con le sue sorelle, a preservare per tutto l’anno gli accumuli del Fuoco”. In miti come questi si trasmette il legame con il Mondo superiore. In tutti i paesi si è inculcata la premura sollecita per l’umanità e per tutte le creature. Così gli antichi sacerdoti vigilavano con scrupolo sulla corretta perequazione del Fuoco creativo.
L’uomo moderno incrocia frutti e piante senza adeguato controllo, mentre bisognerebbe, verificare con lunghe prove il modo migliore di conservare la sostanza ignea. Non è lecito interferire alla leggera con la creatività della Natura. I consigli migliori vengono dal Mondo del Fuoco, ma è una Benedizione che deve essere guadagnata. (Mondo del Fuoco II – 6)3
Sapete che è benefico dormire su radici di cedro, e quali collettori di elettricità siano gli aghi di pino. Le piante non solo sono salubri per i loro estratti, ma ciò che emanano ha grande effetto sull’ambiente. Si può capire che all’uomo sia benefica un’aiuola di fiori, se combinati con senno.
Le aiuole di fiori misti, le cui reazioni distruggono a vicenda i rispettivi effetti salutari, sono assurde; ma se di fiori consimili, od omogenei, possono sopperire alle necessità del nostro organismo. Quante utili combinazioni di erbe selvatiche sono nei prati! Le piante che crescono vicine per natura sono da studiare come strumenti di un’orchestra. Sono nel vero quegli scienziati che considerano le piante come organismi molto sensibili. Il prossimo passo sarà lo studio delle reazioni di gruppi di piante fra loro sull’uomo. Sono invero stupefacenti la sensibilità e gli scambi delle piante con l’ambiente. Esse sono come una sostanza connettiva del Pianeta, una rete di azioni e reazioni impercettibili. Il loro valore è già stato compreso molto tempo fa, ma non si è mai giunti a studiarne i mutui rapporti di gruppo. Fino a poco tempo fa gli uomini non hanno capito la capacità di vita degli organismi vegetali, e come folli hanno abbattuto ammassi di piante eterogenee, senza curarsi del significato di quanto facevano.
Un uomo con un mazzo di fiori è come un bimbo che gioca col fuoco. Chi stermina la vegetazione della Terra è un feroce criminale.
Ricordate, a Noi non piacciono i fiori recisi. (Comunità – 142)4
Una delle teorie più antiche, abbinava gli effetti benefici delle piante al loro colore, ad esempio rosso per i disturbi circolatori, giallo per i disturbi epatici e renali, ecc.
“È anche utile la seguente informazione: gli antichi parlavano della Scienza delle “Caratteristiche o Segnature”. L’uomo, conoscendo le caratteristiche (forma, specie e odore) di una pianta, poteva applicare la sua conoscenza per uso medico o di altro tipo “senza necessità di sperimentazioni alla cieca o scoperte fortuite”. Lo stesso vale per i regni minerale ed animale.
Ciò è denominato “Scienza delle Corrispondenze”. Poiché tutto in natura è costruito in accordo ad un certo piano, un esploratore dalla mente aperta può scoprire queste “corrispondenze” in tutto. Paracelso capiva questa scienza ed i suoi miracoli erano il risultato dell’applicazione di questi principi. L’astrologia è il primo passo nel dominio di questa scienza.” (Sulle sostanze curative – Estratti dalle Lettere di HR)5
Persi nelle sommità del Cosmo, si resti coordinati con la Terra. Noi siamo sempre pronti a scordare tutto di essa, e nello stesso tempo ne amiamo ogni fiore. In ciò sta la saggezza di quale rimembranza tenere preziosa: se una corona, o la fragranza delle fresie; le grida di vittoria, o i canti dei pastori. Ciò che più ci è caro, ma meno ci appartiene, è il carico migliore sulla via. Il canto ci fa sani, e i fiori guariranno le nostre ferite. Quindi, dico, felici sono quelli che capiscono il suono e il colore.
Fin dal principio i profeti hanno prestato attenzione al suono e al colore. L’antico precetto di suonare campane è ricco di significato. Festoni e ghirlande rammentano la comprensione del potere risanatore.
Ciascuno è attratto dai fiori secondo il colore della sua radiazione. Bianco e lilla sono affini al viola intenso, il blu al blu; quindi consiglio di avere molto di questi colori nella stanza. Li potete trovare nei fiori viventi. Le piante, se scelte saggiamente secondo il colore, sono più risanatrici. Abbiate più fresie. Il Nostro Raggio, argenteo, si accorda meglio con i fiori bianchi. Colore e suono sono per Noi l’alimento migliore. (Foglie del Giardino di Morya II – 108)6
Le scienze erboristiche si sono sviluppate e perfezionate molto in Oriente attraverso la medicina popolare cinese. Ancor oggi gli sciamani dell’Amazzonia e i guaritori della Steppa preparano decotti, impacchi, unguenti e pozioni per curare i malati.
“Millefolium” era il nome di un antico decotto di erbe dei prati. La sua validità dipendeva dalla convinzione che quella flora fosse di per sé una panacea generale. Certo una simile combinazione di piante è degna di nota: chi meglio della stessa Natura potrebbe elaborare vicinanze concordi! Ma le proporzioni e i metodi d’uso stanno nelle mani dell’uomo. Indubbiamente le sinfonie della vegetazione stupiscono per le loro consonanze. La sua creatività, interna ed esterna, è possente, ma, di norma, gli uomini deturpano questo manto prezioso della Madre del Mondo. (Mondo del Fuoco I – 320)7
Urusvati ha visto persone raccogliere erbe medicinali per Noi. Alcune sanno che quel lavoro è importante, ma i più ne sono all’oscuro. Portano le piante in un certo luogo dove qualcuno le accetta e paga. Costui può essere un mercante cinese, ma l’arrivo di un Indù o di un Sart non stupirebbe quei semplici operai.
Non si può svelare il valore di quelle erbe, neppure vagamente. […]
Si potrebbe trovare traccia di numerose missioni inviate da Noi in epoche diverse. L’omeopatia fu data come antidoto per proteggere la gente da grandi dosi di veleno. […] Così Noi prepariamo le vie. (Sovramundano I – La vita interiore – 49)8
Nei libri dell’Insegnamento Agni Yoga e nelle Lettere di HR si trovano diversi accenni a specifici rimedi naturali per alleviare i sintomi di alcuni disturbi: lo strofanto, consigliato per regolare e concentrare l’energia cardiaca (Cuore – 563), la menta, l’eucalipto, la soda e così via (si veda per approfondimento l’articolo tratto dagli estratti delle Lettere di HR su Esonet.it)5
È vano voler cercare nuovi rimedi e nuovi farmaci senza più far uso dei vecchi. Latte e miele non vengono usati abbastanza. Eppure, cosa può essere più benefico dei prodotti vegetali rielaborati da una evoluzione superiore? Latte e miele sono disponibili in innumerevoli qualità e sono i migliori profilattici, se usati in modo razionale e scientifico. Non si tratta solamente di bere l’uno e cibarsi dell’altro: ma per prima cosa di considerare le loro rispettive qualità. È logico presumere che il miele migliore provenga dai campi ove crescono abbondanti le erbe medicinali, ed è comprensibile che le api non le suggano per combinarle a caso. Se si vuole indagare sulla qualità specifica di un miele è importante lo studio delle scienze naturali.
Ma sono molti i prodotti vegetali meritevoli di indagine. Gli uomini sono così primitivi che nel giudicare le cose si accontentano di dire: “buono” o “cattivo”, “fresco” o “passato”; per di più restano affascinati dalla quantità, dimenticando che ogni accrescimento artificiale va a scapito della qualità: è una considerazione semplice che più nessuno ricorda. Se si vuole intensificare la vitalità, bisogna estrarne l’essenza da tutti i regni di natura. (Fratellanza – 148)9
Nel prossimo articolo continueremo a parlare di come i vari elementi che la Natura ci dona possano essere utilizzati nella guarigione del corpo fisico e non solo. In particolare accenneremo alle fumigazioni con incensi, erbe e olii essenziali.