Nel primo articolo sull’argomento “Economia”, pubblicato lo scorso 25 maggio 2013, avevamo esordito nel seguente modo:
«L’Economia quale amministrazione della Casa comune.
Come abbiamo appena visto l’etimo di Economia richiama all’amministrazione della casa secondo regole di giustizia. Tale definizione potrà avere diversi gradi di “comprensione” a seconda del concetto di “casa”.
La nostra casa è ognuno di noi, individuo umano costituito da molti sistemi che ne assicurano il funzionamento; la nostra casa è la famiglia, la molecola umana, la nostra casa è il nucleo allargato composto da famiglia, amicizie, conoscenze che derivano dai nostri molteplici rapporti sociali, la nostra casa è la città in cui viviamo stabilmente, la nostra casa è la nazione nella quale ci identifichiamo, la nostra casa è l’umanità, la nostra casa è il Pianeta che ci ospita, con tutte le innumerevoli altre forme di vita, alle quali siamo comunque strettamente collegati.
L’Economia di cui vogliamo trattare non riguarda solo i rapporti tra gli uomini, non riguarda solo i rapporti tra l’umanità e Regni minori, Animale, Vegetale, Minerali, l’economia su cui vogliamo riflettere riguarda il Sistema Planetario nel suo complesso, all’interno del quale l’Uomo dovrà, in tempi brevi, assumere un ruolo di Atomo Planetario Consapevole per amministrare la casa/Pianeta in modo responsabile, ovvero secondo regole di giustizia.»
All’interno di questa introduzione abbiamo subito cercato di fare chiarezza sul concetto di “casa”, iniziando a dire che essa è l’individuo, la famiglia, la città, la nazione nella quale ci identifichiamo, ma che tale concetto si espande anche al genere umano, ed anche al Pianeta che ci ospita, con tutti gli altri Regni di natura che lo costituiscono.
Abbiamo poi ripreso altre volte tale processo di ampliamento della visione, definendolo nel precedente articolo, undicesimo della serie, un processo di crescita di “coscienza planetaria”.
Altrove abbiamo detto che, all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, circa sessant’anni or sono, solo una piccola cerchia di specialisti conosceva ed utilizzava il termine “ecologia”, divenuto sempre più popolare negli anni successivi, ed usato spesso a sproposito per ragioni ideologiche di natura talvolta indefinibile.
Avevamo anche detto che in quell’epoca non sembrava possibile che l’uomo potesse inquinare l’aria, il mare, la terra, se non in rare e limitate porzioni di spazio e di tempo.
Abbiamo poi avuto modo di conoscere in dettaglio le molteplici accezioni del termine ecologia e di verificare che quanto preconizzato nel “Rapporto sui limiti dello sviluppo”, edito nel 1972 dal Club di Roma, non vi era nulla di allarmistico ma solo la segnalazione di sviluppi negativi causati da errati comportamenti umani che si stanno manifestando ancor più rapidamente di quanto allora previsto, oggi evidenziati per altro anche in una Enciclica papale quale la recentissima <Laudato si’>.
Nell’arco di un paio di generazioni umane siamo dunque passati da una condizione di pressoché totale ignoranza delle conseguenze dei nostri comportamenti in quanto umanità, ad una condizione di discreta consapevolezza che potrebbe consentirci di rimediare a quanto successo per causa delle precedenti omissioni “economiche” riguardanti la nostra Casa comune, ovvero il Pianeta, in tutta la sua straordinaria complessità.
Anche se non possiamo ancora dire che l’umanità abbia oggi coscienza di avere il pianeta tra le sue mani, si può certo affermare che sono stati comunque fatti passi giganteschi in questa direzione, da quando è stata stilata, nel 1948, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e, soprattutto, da quando sarà stilata analoga Dichiarazione sui Doveri dell’Uomo, il cui primo enunciato è stato provvisoriamente così espresso:
1.1 L’Uomo ha il dovere di Governare la propria crescita individuale per divenire Atomo Planetario consapevole.
Per meglio comprendere l’entità di certi comportamenti umani utilizzeremo alcune insolite analogie che riguardano i rapporti tra Uomo ed altri regni di natura, ma anche rapporti all’interno del regno umano stesso.
- Le civiltà umane si sono particolarmente distinte nella predazione indiscriminata delle risorse naturali, siano esse relative al regno minerale sia al regno vegetale. Ciò è avvenuto in misura sempre crescente, in proporzione diretta con lo sviluppo meccanicistico delle civiltà stesse. Cosa diremmo noi umani se comparisse un regno più evoluto di quello umano che facesse altrettanto nei confronti di tutto quanto noi abbiamo costruito nell’arco di migliaia di anni?
- Esempio minimale ma interessante perché molti di noi lo praticano spesso nel giardinaggio e nell’orticoltura familiare: quando diserbo un piccolo riquadro di terreno “tolgo le erbacce” e mi sento del tutto giustificato nell’azione; rimane il fatto che sono io a decidere cosa è “erbaccia” e cosa deve essere mantenuto e valorizzato. Se, a tal punto, arrivasse l’extraterrestre di cui detto prima e decidesse che io sono una “erbaccia”, qualcosa che ostacola i suoi intendimenti, come dovrei prendere tale decisione?
- Le diverse culture umane hanno sempre utilizzato la schiavitù quale strumento economico per perseguire i propri fini produttivi e distributivi. Ciò è ancora avvenuto negli Stati Uniti fino al 1865, con la fine della Guerra di Secessione. Si noti ancora che, sempre in questo grande paese, culla di un nuovo modo di intendere la civiltà, solo nel 1964, con il Civil Rights Act, viene approvata una legge federale che proibisce la discriminazione razziale in tutti i luoghi pubblici. Altri fatti clamorosi di riduzione in schiavitù sono ancora avvenuti, fortunatamente per un tempo limitato, con il regime nazista tra gli anni 1933 e 1945. E se arrivassero gli ormai soliti extraterrestri che hanno bisogno di manodopera umana per ricolonizzare il nostro pianeta secondo i loro insindacabili criteri?
Gli esempi appena riportati servono solo per richiamare la nostra attenzione sul fatto che ogni nostra azione che condizioni i regni inferiori, o altri individui all’interno del regno umano, dovrebbe generare domande di carattere evangelico, tipo “non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, e comunque indirizzate verso un percorso che conduce al Bene Comune, poiché diversamente, prima o poi, saremo soggetti a quelle reazioni, uguali e contrarie, ben conosciute anche da leggi fisiche, e non solo spirituali.