(Nel tempo in cui la coscienza sperimenta le energie di Taurus che conducono alla realizzazione della Formula platonica: “La Bellezza è lo splendore del Vero”, pubblichiamo la traduzione dell’articolo di un collaboratore di TPS apparso nel blog inglese il 13 novembre 2014, tempo di Scorpio, Segno opposto e complementare a Taurus nel realizzare l’Armonia tramite conflitto)
Cos’è la verità?
Nel tentativo di dare una risposta a tale domanda, dobbiamo avere il coraggio di porci nella condizione di come se potessimo essere in grado di rispondere. Diversamente, ci negheremmo la possibilità di progredire, poiché perderemmo l’opportunità di migliorare la nostra comprensione della verità. Utilizzando il metodo del come se, la risposta seguente potrebbe rappresentare un punto di partenza:
La verità può sempre essere solo un’espressione assolutamente corretta, che rappresenta una parte della realtà.
Cos’è la realtà?
Nella nostra attuale condizione, possiamo comprendere solo una parte della realtà in un dato momento. Per conoscere appieno la realtà si dovrebbe essere onniscienti. Tale obiettivo dell’evoluzione si esprime come coscienza cosmica totale e si costruisce sul pre-requisito che ogni essere cresca attraverso stadi successivi di sviluppo di coscienza all’interno di un ordine. Lo stadio in cui un essere si trova indica quanta realtà possa comprendere. L’ordine implica un sistema coerente.
Attualmente l’umanità può comprendere che siamo una piccola parte della strada attraverso questo ordine sistematico, basata su: la nostra coscienza del modello di tale ordine; più la nostra realizzazione del decrescente grado di errore nella comprensione della realtà; così come la conoscenza utilizzabile dataci da fonti molto al di là dell’ordine dato.
La realtà è un obiettivo. L’essere a conoscenza dell’esistenza dell’obiettivo non equivale al suo completo conseguimento. Questo presenta un problema mentale per il nostro bisogno di una risposta diretta: di fronte al tumulto e alla confusione del mondo, diviene pressante la necessità di avere un vero comprensivo rapporto con la realtà.
Come viene compresa la realtà?
Le religioni ci chiedono di avere fede. La fede implica l’accettazione di una statica costruzione mentale come risposta definitiva presentata come “verità”, abbastanza vasta da essere considerata una piena espressione della realtà. Tale costruzione generalmente favorisce il cessare della ricerca della verità e della realtà con conseguenze come la cieca accettazione di errori di una data fede. Questi problemi creano ulteriore disarmonia e confusione, ne sia prova la non conformità della fede alla realtà. Lo sviluppo della coscienza umana rivela quanto la fede, così come proposta dalle religioni, sia insoddisfacente per un approccio consistente atto a migliorare la comprensione della realtà.
Al contempo, ci sono anche forti argomenti che sostengono che la verità non esista, ma si tratti solo di prospettive casuali. Tali punti di vista relativi vogliono essere, in qualche modo, prove dell’impossibilità della verità. Il che implica che non vi sia alcuna realtà. Ogni evidente modello distinguibile viene scartato in una rigida anti-verità priva di significato o armonia. Nuovamente, lo sviluppo della coscienza umana ci permette di considerare questa posizione insoddisfacente e assurda: persino un’espressione di anti-ordine è ancora un’espressione e ogni espressione è una sorta di ordine.
Inoltre, esiste la convinzione che la verità, per essere trasmessa, abbia bisogno di prove. A una gallina che becchetta granaglie, la realtà può sembrare una piccola cosa circoscritta e ogni granello la prova di una parte di verità. La nostra esperienza attuale ci dimostra che se teniamo le nostre teste rivolte verso il basso, possiamo non vedere qualcosa di importante, come un pericolo, o perdere un’opportunità. Ma possiamo anche riconoscere che l’evidenza è una forza potente che può muovere e confondere come una religione. Ancora una volta, questo è insoddisfacente.
Vi è anche una pressione aggiuntiva rispetto all’avere una ‘presa salda sulla realtà’ e al ‘conoscere ciò che è vero’ in modo da poter andare avanti ed avere giuste relazioni. I timori premono sulle persone e creano l’impressione che il tempo sia limitato e la ricerca della verità sia quindi qualcosa di inutile. Ancora peggio è quando i potenti, le strutture, i sistemi e la cultura agiscono contro la verità, a volte ingannevole. Questo crea un clima di paura e di confusione che incoraggia a prendere rapidamente dallo scaffale una ‘verità’ preconfezionata e ad andare avanti con quello che pensiamo siano i giusti rapporti; ma spesso finisce per essere solo un avvicinamento ai giusti rapporti, o peggio ancora si trasforma in barbarie in modo definitivo. Comunemente questo problema non è così ovvio per noi, visto come la cultura riesce a rendere normale un comportamento separativo. E’ molto grande il rischio di pensare di avere la verità, quando non è così. Potenzialmente, coloro che appaiono saggi e savi possono essere distruttivi, a meno che non si sia in presenza di un certo livello di sviluppo di coscienza. Anche in questa espressione (quella che state leggendo ora) c’è un certo livello di rischio dovuto alla possibilità di fraintendimento o di possibili errori contenuti nelle idee presentate.
Date le dimensioni della questione, c’è un bisogno urgente di avere un approccio migliore alla verità e di conseguenza alla comprensione della realtà.
In cosa consiste un approccio migliore?
Si tratta di un cambiamento di attitudine e culturale che indaghi più acutamente la realtà. Un ordine implica possibili vie per migliorare la navigazione: pertanto dedicandoci a un compito definito si avrà un risultato preciso. Investigando “come se”, un risultato diventa possibile. Questa direzione intenzionale è un percorso di vita cosciente che cerca sempre migliore comprensione della realtà come un obiettivo primario e fondamentale.
Tuttavia, questo punto può essere scimmiottato e dimenticato, a meno che non sia continuamente affermato e applicato come comunità. L’approccio potrebbe essere una cultura che vede la ricerca come qualcosa di favorevole. L’affermazione non deve essere solo mentale: il desiderio di sviluppare la coscienza deve far emettere costantemente scintille brillanti dai nostri cuori, collegandoci l’un l’altro.
Problematica è anche l’adozione di questo percorso in mancanza di strumenti emotivi e mentali per affinare il discernimento e la connessione.
Quali sono i migliori strumenti per discernere e connettersi alla verità e alla realtà?
Il corso della nostra cultura attuale sta portando alla deriva i vecchi costumi della religione. Sulla scia abbiamo sviluppato una fame di esperti e risposte. E ora ci sono più esperti e risposte che mai. Chi sta comunicando la verità? Cosa esprime meglio la realtà? Siamo confusi: “Più convincente, e più impressionante è; più rapido, e più facile è”. Finzioni e illusioni ci attirano e ci confondono, e rendono maldestra la presa della verità. “Non va di moda essere incerti”. Il superficiale e piacevole ronzio del cuore degli individui e dei gruppi è talvolta considerato erroneamente un’acutezza di misura di discernimento. Lo stile può annullare il contenuto. Il rischio è che la risposta di un esperto sia presa più o meno allo stesso modo di come viene presa la religione, ovvero idolatrando l’esperto e mettendo un freno alla ricerca.
L’antidoto proposto inizia con una coltivata passione per le domande.
Le domande possono essere il primo strumento per investigare la realtà. Una domanda può essere utilizzata per affermare, rimanendo fermi sul sentiero della ricerca. Tutte le domande sono valide, ma migliore è la domanda, migliore è l’approccio alla verità e alla realtà. Mentre le domande sono dirette alla validità delle idee, i nostri cuori rimangono uniti e cooperanti: questo è un sano inizio per lo sviluppo della coscienza. Una nuova cultura potrebbe affermare diffidenza per le risposte che vengono prima delle domande, ma si afferma anche di ricercare come se le risposte siano possibili. Nuovi sistemi sociali potrebbero essere sviluppati e incoraggiare questo duplice approccio.
Come potrebbero essere le domande-campione? Quali domande potrebbero aprire ad altre domande? Quali domande portano a risposte senza uscita? Quali domande ampliare? Quali domande restringere?
Quali? Cosa?
- Quali sono gli aspetti fondamentali della realtà?
- Quali errori sto compiendo che separano il me dal noi?
- Quali imprecisioni portano a questo o quello?
- Quali sono i migliori possibili giusti rapporti per questa situazione?
- Quali sono le finzioni e le illusioni che stiamo elaborando sotto sotto?
- Quale nota siamo nella sinfonia dell’universo?
- Che cosa afferma meglio la bellezza e l’ordine che è in accordo con la realtà?
- Qual è il miglior modo per iniziare e finire per ogni data creatività?
- Quali metodi sono i migliori per conoscere l’infinito e ciò che è subito davanti a noi?
- Quali sentimenti vale la pena coltivare e quali no?
- Quali azioni ci avvicinano di più in modo che possiamo meglio perfezionare le nostre idee?
- Quali modalità apportano migliore precisione?
- Quali lavori costruiscono la comunità con gioia?
- Quali le date sono da osservare per il migliore ordine delle cose
Quando?
- Quand’è che il quando non serve più?
- Quando l’infinito può essere applicato al presente?
- Quando è il momento migliore per condividere le nostre domande?
- Quando è meglio agire con urgenza e quando avere pazienza?
- Quando è richiesta una profonda dettagliata precisione e quando è meglio una potente brevità?
- Quando il cuore della bellezza non è in grado di esprimersi?
- Quando siamo pronti per cosa?
Come?
- Come ha inizio la coscienza?
- Come l’universo viene ordinato, strutturato e modellato contenendo apparente disarmonia e caos?
- Come l’amore viene espresso dalla mente?
- Come possiamo ottenere idee migliori nel conflitto mentale senza insultarsi l’un l’altro?
- Come si può applicare un determinato modello per capire meglio il mondo e la vita?
- Come l’arte può esprimere al meglio una bellezza rara?
- Come possono gli antichi misteri rivelare una nuova cultura più adatta ai problemi attuali?
Perché?
- Perché c’è sofferenza senza senso e allo stesso tempo un’evoluzione apparentemente significativa?
- Perché ci evolviamo e non il contrario?
- Perché cerchiamo un insegnante in una determinata situazione?
- Perché si produce attrito nel nostro sforzo di sviluppare coscienza?
- Perché cerchiamo incessantemente senso, quando a volte ci sentiamo stanchi di tutto questo?
- Perché il brutto e l’oscurità sono così attraenti per alcuni?
- Perché è tutto uno?
Questi sono solo alcuni esempi di come si possa iniziare a ricercare la verità, mantenendo tale ricerca su una retta via.
Tuttavia, le domande da sole non sono sufficienti: lungo il viaggio, prima o poi una comprensione più chiara della realtà si presenta al ricercatore. Una perla. Un’intuizione. Un’epifania… Di fronte a questa comprensione, o in qualsiasi altro momento, si puo’ svolgere un test. Com’è difendibile la risposta o l’idea o l’espressione, ecc. allorché si applica alla tua esistenza in corso? Fino a che punto la ‘verità’ proposta funziona nella vita reale? Quali sono i risultati dopo un tot di tempo? In alternativa, quali sono i risultati per una determinata serie di contesti? Quali aspetti dei risultati presentano blocchi per lo sviluppo della coscienza? E così via. Si può utilizzare la metafora dello scienziato sul campo che fa infiniti esperimenti costruiti su illuminanti esperimenti precedenti.
Anche l’evidente conoscenza e saggezza tramandate a noi da “esseri superiori” comportano continui test, non importa quanto avvincente l’autorità sia.
Fino a quando non si raggiunge la totale coscienza cosmica non si potrà mai avere il completo discernimento oggettivo della realtà; così nel frattempo porre domande e fare test sono strumenti utili. Quindi la nostra costante interfaccia con la verità ha un certo grado di soggettività. Invece di fede, credenza, o assoluta resistenza, il modo di intendere la realtà può essere caratterizzato da ciò che Laurency definisce scientificamente “l’ipotesi di lavoro più sostenibile su ciò che la realtà è”. L’Agni Yoga continua a definire questa “fiducia” come: fiducia nella vita, fiducia nel sé, fiducia nel modo e ordine della natura, etc. Entrambe le distinzioni implicano un processo continuo organico di cui noi siamo parte, sia come individui coscienti sia come membri della comunità.
Questa realizzazione consente un impegno flessibile e scorrevole rispetto alle ‘verità’ proposte, man mano le comprendiamo nel cammino della vita. Si riduce la necessità di una ‘verità’ che sia assolutamente corretta oggettivamente e abbracci diversi gradi di soggettività. Possiamo avere una fiducia continua in una ipotesi di lavoro sostenibile nel nostro discernimento della verità e di azione nella realtà. Il nostro discernimento e la connessione non sono mai chiusi, ma non siamo mai paralizzati con l’inazione, perché possiamo applicare la fiducia per intraprendere un’azione vitale.