Con il termine iniziazione si intende ogni ampliamento di coscienza che permette esperienze di un grado più elevato; si può definire l’iniziazione anche come il processo di apprendimento del sé e del suo rapporto con il non-sé.
L’evoluzione dell’uomo segue, nella maggioranza dei casi, la via più lenta dello sviluppo ordinario della coscienza, che avviene attraverso successivi sviluppi in cui l’individuo e i gruppi percorrono la via dell’Etica illuminata e accrescono sempre più l’impegno nei confronti dell’umanità.
Alcune anime, tuttavia, scelgono di conquistare con la forza il Regno dei Cieli con un procedimento che non è nella norma: esse, con uno sforzo supremo rivolto a contattare il Mondo superiore e con totale dedizione all’umanità, bruciano le tappe del loro perfezionamento, conseguendo più rapidi ed ampi risvegli successivi, detti appunto iniziazioni, e rendendosi in tal modo idonee ad un più ampio servizio. Ogni sviluppo, a qualunque livello esso avvenga, anche se può apparire come un’illuminazione istantanea, è preceduto sempre in realtà da un periodo di graduale espansione e riconoscimento.
Pertanto, si parla generalmente di “iniziazione” quando l’individuo risvegliato ricerca volontariamente la Conoscenza; la sperimenta in una vita di servizio; la utilizza per l’evoluzione sua e dei fratelli.
L’uomo ancora lontano dall’iniziazione è in grado di trasformare:
- l’ignoranza in conoscenza;
- l’esperienza di vita in capacità di comprensione e di lavoro.
Il ricercatore sulla via del Ritorno ha imparato a sublimare:
- la conoscenza in saggezza;
- l’esperienza in qualità.
Il candidato all’iniziazione ricerca lungamente da solo, fino a che riesce ad allineare i suoi tre corpi al Sé superiore, e ad obbedire solo alla Sua voce; ad un certo punto riceve un aiuto più consistente dai Maestri, che ne hanno notato l’accresciuta luce e ne hanno riconosciuto lo sforzo umile e costante. Essi allora ne accelerano il cammino assistendolo con istruzioni e impulsi amorevoli ed intelligenti.
Il Sentiero e la candidatura all’iniziazione richiedono pertanto lo sviluppo delle virtù (da vir, uomo: le qualità del vero Uomo) e la sottomissione volontaria ad una disciplina, mai rigida:
Lo stretto sentiero di tutti i discepoli richiede obbedienza alle regole antiche e questa deve essere volontaria, a ragion veduta, ma mai rigida. Il discepolo progredisce adattando con intelligenza la vita a quei requisiti per quanto ragionevolmente possibile, non adattando questi alla sua vita. La flessibilità entro certi limiti è sempre necessaria, ma non deve originare dall’inerzia personale o da cavilli mentali.
(Alice A. Bailey, Il Discepolato nella Nuova Era, vol. I)
Per poter ricevere questi aiuti, inviati spesso per via telepatica sotto forma di maggiori intuizioni, ispirazioni e stimoli all’attività, l’aspirante-discepolo dovrà:
- preparare e purificare il suo corpo;
- organizzare ordinatamente gli elementi che lo compongono in modo tale da poter reggere le vibrazioni più alte degli Istruttori;
- sviluppare e raffinare la mente affinchè essa sia in grado di diventare limpido canale di trasmissione degli insegnamenti ricevuti;
- imparare a cooperare in un’attività di gruppo coordinata attraverso la quale l’energia superiore possa essere trasmessa alla Terra;
- lavorare al servizio dell’umanità con pazienza, nell’oblio di sé e senza attaccamento ai frutti del lavoro.
L’uomo che ha vissuto così lungo tempo nell’Aula dell’Ignoranza, immemore della sua dignità e del suo destino di figlio di Dio, si è soffermato poi nell’Aula dell’Apprendimento, dove ha cominciato a intravedere il senso del suo procedere, accumulando la conoscenza e l’esperienza necessarie per l’accesso all’Aula della Saggezza; in essa soltanto, infine, può avvenire la prima iniziazione:
La saggezza è il frutto dell’Aula della Saggezza. E’ in rapporto con lo sviluppo della vita entro la forma, col progresso che lo spirito compie mediante i veicoli o corpi sempre mutevoli e con le espansioni di coscienza che si succedono di vita in vita.
(Alice A., Bailey, Iniziazione umana e solare).
Tale Saggezza avrà come naturale complemento la Compassione:
…il discepolo deve cercare di sviluppare sempre più simpatia e compassione verso gli uomini e gli animali e sensibilità per la bellezza della natura.
(R.Steiner, L’Iniziazione)
Nelle prime fasi del Sentiero l’aspirante è concentrato su se stesso e sul proprio cammino.
Ma, nel corso del percorso evolutivo, l’aspirante-ricercatore si distacca sempre più dalle esigenze che riguardano il suo piccolo sé, anche da quelle di evoluzione personale, e si mette “al servizio” dell’umanità. Egli desidera ora collaborare al Lavoro dei Maestri diventando “operatore di evoluzione”, nell’oblio di sé e nella dedizione spontanea. L’osservazione di sé diventa anch’essa servizio, poiché egli sa che quanto più diventerà “puro e forte” tanto più stimolerà l’evoluzione sua e dei fratelli. Le due fasi (conoscenza di sé e servizio) non sono, naturalmente, successive in senso stretto; quando l’aspirante è a un certo punto del lavoro di risveglio, la tensione a servire può essere già avvertita.
Il Servizio è collegato al “sacri-ficio” (sacrum facio, compio un atto sacro); il termine, così poco in voga, non sta tanto ad indicare il “rinunciare a qualcosa” quanto, piuttosto, il preferire un Bene maggiore ad uno minore. Così, ad esempio, il sacri-ficio (l’atto sacro) di una madre può consistere nel rinunciare a un bene minore (amici, divertimenti, ecc.) per un Bene considerato maggiore (la crescita armoniosa dei propri figli).
Il Servizio non va confuso con la sensazione, così comune ma spesso illusoria, di essere “buoni” e “disponibili” in senso generico, spesso per il sottile piacere di sentirsi migliore degli altri. Il vero Servizio nasce dall’integrazione, fortemente voluta, della propria esistenza nel Progetto evolutivo dell’Universo, in cui ciascuno è chiamato a “fare la propria parte”.
Scaturisce dalla Visione, a lungo ricercata e inseguita, di dare al proprio passaggio sulla terra il senso più profondo possibile e il valore più alto intravisto.
Servizio è sentire che il proprio piccolo respiro è all’unisono con quello del Pianeta, e che ogni pensiero, parola o azione influenzano il Tutto; la scelta di servire viene avvertita, pertanto, come un privilegio ed un atto d’amore.
Il Pellegrino sul Sentiero esce allora dall’ aula dei giochi della concezione materialistica, dell’utilitarismo e del consumismo: ha intravisto un senso più vasto, in cui anche la sua piccola vita acquista finalmente significato, ed è teso a intravedere le linee essenziali del Piano divino. Non desidera più solo “sapere”; il sapere è ora finalizzato a co-operare, termine significativo ed evocativo della Nuova Era che attraverso l’etimologia rimanda al senso di “svolgere insieme un’opera”.
La grandezza del significato del suo “essere sulla Terra” lo colmerà di riverenza ed egli fisserà come suo Proposito quello di lavorare con la Legge. Le sue azioni non nasceranno più da valutazioni personalistiche, legate all’ego e all’effimero, ma da considerazioni superiori che guardano all’eternità; diventerà, e si sentirà dentro di sé con sempre maggiore chiarezza, “canale di Vita” in cui l’evoluzione “può avvenire”.
Da ciò si manifesta la Gioia, originata dal senso profondo della partecipazione alla grande avventura della coscienza, che consiste nel servire lieto e consapevole, liberamente scelto.
Ad ogni iniziazione sul nostro pianeta l’entità acquista sempre più controllo sui raggi della creazione e impara a usarne l’energia; il principale che impara a dominare è il raggio di sintesi del sistema solare: l’Amor che move il Sole e l’altre stelle (Dante Alighieri, Paradiso).
L’argomento viene approfondito nel documento allegato a questo articolo: Iniziazione e Servizio nella Nuova Era.
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