Urusvati conosce il valore della comunione silente con il Sovramundano. Qualsiasi indirizzo mentale o verbale ha in sé un desiderio, una giustificazione, un sentimento, ma l’essenza di quel mondo trascende le parole. Tale comunione deve pertanto adeguarsi.
Che il pensiero taccia per un istante, la vista riposi, l’orecchio sia sordo: allora un sospiro trasporterà ai Mondi Sovramundani. Non si domanda, non si supplica, non si loda: si sperimenta la grandiosità dell’Essere. Chiunque sa trovare un momento per una simile esaltazione, e sente che, per quel contatto, ha nuovo vigore.
Non occorrono incantesimi: basta che lo spirito tenda alla propria Patria, attratto dal grande Magnete. Restituitegli la sua libertà, svincolatelo dai ceppi umani. Si leverà in volo, trionfante – così l’uomo si sintonizza con il Sovramundano. Queste comunioni sono più frequenti che non si creda. Non si sa come, la giovinezza ritorna: lo si ascrive a qualche processo fisico, ma grande è il pregio di una sintonia silenziosa con quel Mondo! Non si debbono dimenticare queste porte.
Il Pensatore consigliava agli allievi: “Non sminuite la grandezza con pensieri triviali”.