Comunicazione Empatica

Nell’articolo precedente si è parlato dell’importanza, nei rapporti interpersonali, dell’empatia (parola che deriva dal greco “εμπαθεια” empateia, a sua volta composta da en-, ‘dentro’, e pathos, ‘sofferenza o sentimento’, usata per indicare il rapporto emozionale di partecipazione che legava l’autore-cantore al suo pubblico), che è quella capacità di mettersi nei panni dell’altro senza giungere, per questo, a una totale adesione ai suoi stati emotivi tramite un cauto controllo delle proprie emozioni.   th[1]

 Il concetto di Empatia è stato trattato per la prima volta in Psicologia umanistica da Carl Rogers che la considerava come la capacità di mettersi nei panni dell’altro, identificandosi parzialmente nel suo mondo soggettivo per giungere a un’accettazione autentica e non giudicante, perché è proprio il non giudizio e l’incondizionata accettazione a farla funzionare come atteggiamento di apertura nei confronti dell’altra persona, permettendo di comprenderne realmente il vissuto, in assenza totale di pregiudizi e con lo scopo di realizzare una comunicazione autentica.

L’empatia è la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d’animo di un’altra persona, immedesimarsi, intuire, prima ancora che capire, i suoi stati d’animo, i suoi sentimenti, cogliere il significato di un’espressione del volto o di uno sguardo…..

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Questa intelligenza cardiaca è un’antenna preziosa nelle relazioni ed è il fondamento dell’amore, dell’amicizia, del rispetto, della solidarietà.

Come si diceva, una relazione empatica è promotrice della crescita, del benessere e dell’indipendenza di entrambe le parti ed è incondizionata e priva di valutazioni, attua la sospensione di biasimi e di lodi, perché soltanto sospendendo il giudizio sull’altro si stimola in lui il senso di responsabilità e libertà interiore.

Che significa tuttavia mettersi nei panni dell’altro? Fino a che punto l’empatia permette di “sentire” realmente e di condividere nella qualità e nel tono emotivo ciò che l’altro sta provando?

Le moderne teorie psicodinamiche ipotizzano che alla base dell’empatia starebbe la possibilità di riconoscere nel vissuto altrui qualcosa che si è già sperimentato nella propria esperienza emotiva; l’empatia comporterebbe quindi un partecipare dello stato emotivo dell’altro pur non condividendone l’intensità.

Questa capacità non si può apprendere tecnicamente perché è la risultante della propria storia emozionale, l’attitudine ad identificare ed esprimere le proprie emozioni riconoscendole come tali tanto in se stessi quanto negli altri.

Chi è poco empatico è una persona che ha difficoltà ad entrare in contatto sia con le proprie emozioni che con quelle altrui, l’avere una buona regolazione affettiva è  connesso alla capacità di provare empatia, così come al benessere della vita relazionale in generale. Infatti è maggiormente empatico chi ha fatto molte esperienze relazionali, chi è disponibile a porsi in relazione, chi non è emotivamente rigido, chi sa osservare il linguaggio non verbale.

Tutto ciò attiene all’analisi psicologica ma l’empatia è sicuramente una sensazione magica, è la proiezione di se stessi in altri o in qualcosa d’altro che permette di entrare in comunicazione, di intuire aspetti ed emozioni condividendoli, però, anche con un certo distacco emotivo, cioè vivendo il sentimento dell’altra persona ‘come se’  fosse il proprio ma con la consapevolezza che si tratta di un suo vissuto.

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Ci sarebbe da chiedersi, anche, quanto e cosa ci lega alle altre creature in quanto tutti gli esseri viventi sono empaticamente simili e uniti.

La comunione di sentimenti si estende molto al di là del vissuto interpersonale e  lega ogni aspetto del creato.

Non a caso Pascal affermava che ‘Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce’.

Che cosa, infatti, ci fa sollevare gli occhi al Cielo e ci fa comprendere che in quello Spazio infinito ci sono tanti mondi e esseri che ci corrispondono e a cui noi corrispondiamo?

Che cosa ci spinge a cercare, a fantasticare su tutto ciò che racchiude quella volta sconfinata e irraggiungibile?

Che cosa ci incoraggia a porre domande, a chiedere aiuto a qualcosa che non conosciamo, ma sappiamo che esiste in quella meravigliosa distesa che ci sovrasta?

Si può rispondere che questa particolare sensibilità, prodotta dall’Intelligenza del cuore, sia l’Empatia che continuamente ci stimola e ci fa sentire in Comunione con tutti gli esseri che vivono nella Terra e nell’Universo intero!

Intendete l’amore come stimolo per ampliare la coscienza. Senza amore il cuore non s’infiamma, né resta invulnerabile, né è capace di auto-sacrificio. Siate grati a ogni ricettacolo di amore: esso è ai confini del nuovo Mondo, dove odio e intolleranza sono banditi. Il sentiero dell’amore è la tensione dell’energia cosmica. Così gli uomini troveranno la loro funzione nell’Universo: non più foglie secche, ma loti di fiamma, saranno in tutto simili al Mondo supremo.”(Collezione Agni Yoga, Cuore, §47 , Nuova Era, 1979)

“Vedere con gli occhi del cuore; udire con le orecchie del cuore il fragore del mondo; penetrare il futuro con la comprensione del cuore; ricordare gli accumuli del passato mediante il cuore; così bisogna avanzare, con impeto, sulla via dell’ascesa. La capacità creativa ha in sé una potenzialità ignea, ed è intrisa del sacro fuoco del cuore. Pertanto sulla via della Gerarchia, del grande Servizio e della Comunione la sintesi è la via luminosa del cuore. Come irradiare raggi manifesti se la fiamma non è accesa nel cuore? È precisamente la qualità magnetica che è inerente al cuore. La creatività suprema è pervasa da questa grande legge. Quindi ogni vittoria, tutte le fusioni, ogni grande unificazione cosmica si conseguono tramite la fiamma del cuore. Con quale mezzo si pongono le basi delle grandi imprese? In verità, solo con il cuore.” (Collezione Agni Yoga, Cuore, §1, Nuova Era, 1979)

                k0903299[1]Infatti soltanto il cuore può espandersi tanto da comprendere tutto e farci volare ad altezze incommensurabili e, di conseguenza, ci piace pensare che l’empatia sia una forma di energia molto sottile, un ricordo, un riverbero, una risonanza……

 

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Una risposta a Comunicazione Empatica

  1. Gabriela dice:

    Certamente, l’empatia è un ingrediente indispensabile per coltivare
    l’arte della comunicazione.Un pre-requisito,per creare possibili
    relazioni significative. Da qualche decennio lavoro nell’ambito della
    conflittualità di coppia e nelle problematiche famigliari.Da tempo quindi
    sono immersa in questo mondo di sofferenza, di difficoltà relazionali,
    cercando modalità , sempre aggiornate ed appropriate nei vari sistemi,
    per la soluzione dei conflitti e sopratutto per la loro prevenzione per
    fornire, strumenti idonei e funzionali .La scorsa settimana ho letto un
    articolo che riportava un discorso fatto da papa Francesco, in occasione
    del sinodo sulla famiglia ricordava : ” bisogna lavorare
    sull’amore, perchè l’alleanza dell’amore tra un uomo ed una donna, si
    impara, si affina….”.
    Questo concetto dovrebbe diventare uno strumento, applicabile in tutti i
    contesti educativi, senza relegare forzatamente , questa grande impresa
    al mondo della scuola , o dei servizi psicosociali. Da tempo coltivo
    l’idea di una “formazione permanente ” per imparare ad amare.Senza
    dubbio le due grandi occasioni di crescita nell’ambito dell’affettività
    e della comunicazione con tutte le sue declinazioni, la troviamo
    nell’ambito della costruzione della coppia e nella genitorialità.
    Ricordo spesso, a quanti realizzano il bisogno di crescere in questo
    ambito, che questa realtà va appresa, attraverso numerosi strumenti che
    oggi abbiamo a disposizione. Ciò che sembra un fenomeno peggiorativo a
    partire dagli anni settanta, in realtà è la reale difficoltà di
    formarsi, di inventarsi, nuovi modelli. Il mondo relazionale che
    apparteneva ai nostri genitori , ai nostri nonni nel passato , era un
    mondo “preconfezionato” dove le coppie e le famiglie non dovevano fare
    altro che seguirne i copioni. Condizione questa abbastanza facile da
    applicare. Dalla rivoluzione sociale/sessuale/culturale, in poi, ognuno
    di noi ha dovuto “reinventarsi un nuovo modo di essere coppia, genitore,
    amico, cittadino…
    Questo ha determinato e determina la crisi attuale. I molteplici, errori
    e tentativi. Ma come spesso ci ripetiamo, “ogni crisi è un pericolo ed
    anche una oppotunità nuove.Per questo motivo, l’idea di una formazione
    permanente all’amore, applicabile nelle diverse realtà ed età, dovrebbe
    essere un impegno sociale adottato su larga scala .
    La frase del vangelo: “ama il prossimo tuo come te stesso”. deve essere
    ancora compreso, imparato,attraversato,ed è un apprendimento che non ha
    età, che ci accompagna sempre , dall’infanzia alla senescenza, sempre.
    Come diceva un noto maestro , Carlos Castaneda “per me esiste solo un
    cammino, tutti i cammini che portano al cuore, che hanno un cuore”….e
    comprendere e vivere questa realtà è la vera grande avventura che
    accompagna tutta la nostra esistenza.

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