Oggi(1) si vuole trattare della necessità che la nuova Cultura e Civiltà panumane siano ben organizzate stralciando e adattando liberamente alcune risposte illuminanti di H. P. Blavatsky ne “La chiave della Teosofia”:
“…l’esperienza collettiva dell’umanità è solida e immutabile su questo punto, sul fatto cioè che l’unione è forza e che la disunione è sorgente di debolezza e di fallimento. Spalla a spalla, esercitata e disciplinata, una marmaglia diventa un’armata, ogni uomo diventa una miccia per cento uomini non allenati che potrebbero essergli scagliati contro. L’organizzazione, in ogni campo del lavoro umano, significa successo, risparmio di tempo e di lavoro, profitto e sviluppo. Mancanza di metodo, mancanza di programma, lavoro fatto a caso, spreco di energia, sforzi non coordinati, significano penoso insuccesso. La voce dell’umanità attesta la verità.”
Perché l’organizzarsi armoniosamente per un Bene comune, che persino il buon senso avalla istantaneamente, incontra tanta opposizione e non la generale accettazione?
Una delle ragioni è che sarebbero necessari molti cambiamenti, e il genere umano istintivamente diffida delle “innovazioni”.
“L’egoismo è essenzialmente conservatore, e detesta essere disturbato. Preferisce il quieto vivere, l’inesattezza della menzogna alla più grande verità, se quest’ultima richiede il sacrificio della più piccola comodità. Il potere dell’inerzia mentale è grande in qualsiasi cosa che non prometta beneficio immediato e ricompensa. La nostra epoca è preminentemente antispirituale e prosaica.”
La retta organizzazione delle attività benefiche ed utili sembra condannata a progredire lentamente e faticosamente.
Eppure non conosciamo quando l’iperbole di un processo incontra la sua “curva di ginocchio” e s’impenna in una progressione infinita, non sappiamo qual è l’ammontare della massa critica, o l’intensità psichica, necessaria ad avviare una trasformazione o reazione nella mentalità generale umana.
Seppure lentamente (per la valutazione umana), spuntano sempre più individui o gruppi per i quali lavorare ‘volontariamente’ per il miglioramento in ogni settore del pensiero e della vita umana diventa una necessità, improrogabile e inderogabile. Essi ‘naturalmente’ intraprendono così la via di maggiore resistenza, scoprendo grazie al vangelo della vita ordinaria che “La corona dell’innovatore è una corona di spine”. Scoprono altresì che, epurate le reazioni personali alle altrettanto naturali indifferenza e ingratitudine umane, per preparare il successo futuro dell’unità d’intenti o unitarietà è necessario lavorare fiduciosi e con perseveranza instancabile per esso, sapendo in cuor proprio che “basta una candela per illuminare una stanza intera” o la fissione di un solo atomo per innescare una reazione nucleare ad ampio raggio.
Chi ha la mente sufficientemente aperta per tradurre in insegnamenti questi fatti oggettivi, non può più ricadere nel comodo nichilismo di chi copre la propria irresponsabilità dietro a quella evidente della maggioranza dell’umanità. Del pari deve attestare che il senso di indignazione e di frustrazione rispetto al degrado delle istituzioni e dei valori, ancorato nella generale ignoranza ed egoismo umani, nell’unicità dei tempi odierni non si risolve più nell’ardore o nella ribellione diffusi di stile sessantottino né ancora in riforme o movimenti politici e sociali con basi sapienti e convincenti. L’aspirazione della massa o base dell’umanità è (ancora) troppo blanda e ‘interessata’ per fornire il fuoco necessario ad apportare trasformazioni e innovazioni reali, per cui nel frattempo non può che ripiegare su filosofie di contenimento di varia matrice (religiosa, intellettuale, ‘new-age’…) che soddisfano solo la medietà tiepida della vita ordinaria. Ma non la dignità essenziale e profonda dell’essere Umani.
Organizzarsi è un’impellente necessità, pena il neanche tanto lento suicidio collettivo. E non sono termini esagerati per chi osserva l’accelerazione esponenziale di molti processi esplosa dal secolo scorso.
“L’unione è forza ed armonia, e degli sforzi simultanei e ben regolati fanno miracoli. Questo è stato il segreto di tutte le associazioni e comunità, da quando l’umanità esiste.”
Ecco una proposta risolutiva: allestire e stabilire ‘atomi’ o prototipi di umanità organizzata può detonare quelle reazioni a catena che possono trasformare il campo della mentalità generale, a tempo debito. La si propone come un’ipotesi per rispettare il senso delle proporzioni delle concezioni di ognuno, ma davvero, oltre questo modello di famiglia non semplicemente allargata ma più avanzata, vi è un’altra possibilità perché l’umanità intera si unisca e si organizzi unitariamente?
Una comunità non settaria, non coagulata attorno ad un credo o a un interesse campanilistico di qualsiasi genere, ma universale, orientata all’Uno in maniera ordinata come lo sono i numeri o tutti i regni a parte l’umano… Un organismo o comunanza di organi distinti ma collaboranti, integrati e funzionali uno all’altro…
E si chiederà: possono davvero gli atomi o organi della Comunità umana (uomini, gruppi umani, società, nazioni, continenti…) diventare agenti consapevoli della visione unitaria, del Bene comune più ampio e comprensivo possibile?
Di necessità virtù, si sa: finora l’umanità si è preparata indicibili sofferenze per il suo isolamento egoista, per la sua cecità, omissioni, ritardi e coazioni a ripetere, resistendo a ben disporsi, a strutturarsi secondo Modelli cosmici, resistendo ad essere una fratellanza.
Basterebbe poco, si pensa a momenti; in altri si concorda che ci vogliono ere per imparare dalle lezioni della vita senza bisogno, come molla evolutiva, di uscire dalla sofferenza.
Allora, per prima cosa, per rimediare allo stato attuale delle cose ed allestire la matrice di consapevolezza attiva per un futuro migliore, occorre che, chi può tra le fila dell’umanità, immagini delle soluzioni ben congeniate, scientificamente divine o divinamente scientifiche, pronte per essere attivate nella pratica in ogni settore umano, non appena sia assolutamente necessario, cioè: ora.
Ecco che il Modello di un sistema di comunità armoniche, basate su un ordinamento di funzioni integrate a immagine e somiglianza di quelli della Natura e del Cosmo – e del conseguente Sistema di sistemi o Ordine planetario, è la risposta alla necessità dell’umanità di essere e funzionare come un’Unità organizzata, la migliore risposta che si è trovata sulla base della Sapienza ed esperienza umana.
TPS si avvale dell’esperienza maturata da uno di tali prototipi di vita comune secondo i modelli del Cielo, e di necessità, non potendo trattenere la luce, ora propaga nello Spazio della coscienza umana tale soluzione, sia interiore che oggettiva, che ordina in libertà e libera con ordine.
Quando il campo sarà sufficientemente magnetizzato o saturo grazie a questo come a tutti i pensieri e sforzi umani verso il Bene unitario, nuovi ordinamenti armonici o strutture uni-versalizzanti compariranno ad unificare le forze umane a imitazione e identità con il Cielo, verso un Futuro di Benevolenza, Gioia e Verità.
Il Cielo si specchia sul pianeta e in ogni uomo. Ciò assicura la comunione, e lo destina alle stelle e al Cielo stesso.
Per questa ragione l’uomo è un nomade celeste.
Un tale prodigio è opera dell’Armonia universale, che proporziona forze ed energie.
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L’unione fa la forza – ma lo sanno anche i malvagi. Perché la forza sia reale e giusta l’unione deve essere armonica, che per quelli è impossibile.
Dunque nell’Armonia sta la Vittoria.(2)
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