Ogni essere umano che nasce oggi nei paesi sviluppati vive mediamente in una prospettiva storica che abbraccia l’arco di tre generazioni: la propria, quella dei genitori, quella dei nonni. L’evoluzione di questo processo può essere così sommariamente descritta:
- si diventa genitori intorno ai 30 anni;
- si diventa nonni intorno ai 60 anni;
- si vive mediamente fino a 80 anni, con casi sempre più numerosi di superamento di questa soglia.
I ragazzi nati all’inizio del 21° secolo, oggi adolescenti che frequentano i primi anni delle scuole medie superiori, hanno quindi genitori nati intorno al 1970 e nonni nati intorno al 1940. In termini complessivi però, tenendo conto del fatto che i nonni, a loro volta, hanno avuto genitori nati intorno al 1910 e nonni nati intorno al 1880, gli adolescenti di oggi possono avere testimonianza diretta delle condizioni di vita vissuta nell’arco di cinque generazioni, compresa la propria.
Osserviamo ora, per una famiglia italiana/europea tipo, quali sono le differenze di contesto politico/economico/sociale delle cinque generazioni di cui si è detto, attualizzate al momento della loro adolescenza, ossia all’inizio del terzo settennio di vita, quel settennio che conduce verso la prima maggiore età (in un successivo documento parleremo di come si possano ipotizzare altre “maggiori età”, oltre alla prima, riconosciuta da tutte le culture).
I nonni dei nonni 1895
L’unità d’Italia ha 34 anni di vita.
Francia e Prussia hanno concluso l’ultima guerra a cavallo del Rodano da 24 anni.
Alcune decine di migliaia di persone vivono in tutta spensieratezza la cosiddetta “belle epoque”.
L’Italia consolida le mire espansionistiche nell’Africa Orientale; Eritrea e Somalia e, nel 1911 dopo 16 anni, inizierà l’occupazione della Libia.
La prima guerra mondiale inizierà fra 19 anni.
La popolazione mondiale supera di poco il miliardo e mezzo di abitanti di cui circa 33 milioni in Italia. Sempre in Italia la popolazione attiva è inferiore al 50% con la seguente ripartizione:
- Agricoltura 46%
- Terziario 28%
- Industria 20%
- Pubbl, amm. 06%
Siamo nell’anno che vede il termine della Grande Depressione, ovvero della prima crisi economica di portata mondiale iniziata nel 1873, con l’avvio della seconda rivoluzione industriale.
Questo decennio vede emigrare all’estero più di 100.000 italiani ogni anno, che diverranno più di 300.000 all’anno nel decennio successivo.
In Europa il lavoro minorile è ammesso, a seconda degli stati, in una misura compresa tra 8 e 11 ore al giorno, per sei giorni la settimana.
La rete ferroviaria ha già raggiunto una estensione di circa 15.000 km. ma non circolano ancora automobili.
I genitori dei nonni 1925
La rivoluzione russa è avvenuta 8 anni prima.
La prima guerra mondiale è terminata da 7 anni, così come la “spagnola”, epidemia influenzale che ha fatto milioni di vittime in Europa.
Il fascismo è al potere in Italia da 3 anni ma l’assassinio di Matteotti del 1924 ha appena gettato un’ombra scura su quello che sta per manifestarsi come un regime liberticida con le cosiddette “leggi fascistissime” emanate tra il 1925 e il 1926.
Il nazismo prenderà il potere in Germania tra 8 anni
Dieci anni dopo, nel ‘35÷’36, l’Italia consolida il proprio ruolo di potenza coloniale con la conquista dell’Etiopia e a seguito di ciò la Società delle Nazioni emana quelle che furono definite “le inique sanzioni”, in conseguenza alle quali il governo italiano proclamerà l’autarchia economica.
La seconda guerra mondiale inizierà tra 14 anni.
L’Italia dichiarerà le leggi razziali fra 13 anni e entrerà in guerra fra 15 proponendosi, tra l’altro, di “spezzare le reni alla Grecia”.
In questo periodo si immatricolano in Italia circa 15.000 automobili ogni anno.
Le strade statali ammontano a circa 20.000 km. Data la densità di circolazione in Italia non esistono ancora autostrade, non considerando tale la Milano÷Laghi, costruita nel 1924 con una sola carreggiata e senza linea di demarcazione centrale.
La grande recessione economica mondiale, segnata dal crollo della Borsa Valori di Wall Street del 1929, avverrà tra 4 anni, ed avrà forti ripercussioni nei primi anni del decennio successivo.
I nonni 1955
La seconda guerra mondiale è terminata da 10 anni ma a breve, ad iniziare dalla Corea del 1950, si aprirà l’epoca della “guerra fredda” che vedrà in primo apice con la crisi di Cuba del 1961, anno in cui verrà anche costruito il “muro di Berlino”.
Fra un anno, a novembre 1956, i carri armati sovietici invaderanno l’Ungheria quegli stessi che, dopo altri 12 anni, nell’agosto 1968, metteranno fine alla “primavera di Praga”.
Nel 1956 sono più di 44.000 gli italiani che lavorano nelle miniere di carbone del Belgio, dove avviene la tragedia di Marcinelle.
Siamo in pieno sviluppo economico, gli elettrodomestici invadono le case degli italiani: frigoriferi, lavatrici, eccetera.
Nel gennaio 1954 iniziano le trasmissioni televisive Rai, inizialmente con un solo canale, nelle quali la pubblicità inizierà solo a partire dal 1957 con Carosello, che avrà vita fino al 1976. Nel 1977 anche nella TV italiana arriverà il colore, mentre Rai 3 inizierà le trasmissioni nel 1979. Nel 1980 si apriranno le porte alle reti private, tra le quali la prima si chiamerà Canale 5, non ancora di proprietà Fininvest.
Negli uffici si lavora con le Comptometer e con macchine da scrivere precedenti alla Lettera 22.
Nel 1957 sei Paesi firmano il trattato che da origine alla Comunità Economica Europea. Solo 12 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale cambia radicalmente il panorama europeo che passa da uno stato pressoché continuo di belligeranza ad uno di apertura alla collaborazione.
Le automobili vedono il seguente sviluppo di immatricolazioni in Italia, che prendiamo quale indice dello sviluppo industriale in genere, sia pur molto più lento degli elettrodomestici, a causa del costo unitario molto maggiore:
- 1947 12.785
- 1949 48.883
- 1951 88.754
- 1953 112.210
- 1955 161.093
sviluppi che appaiono più chiari dando anche uno sguardo verso gli anni successivi …
- 1960 381.385
- 1965 886.297
- 1970 1.363.594
L’autostrada del Sole vedrà l’inizio dei lavori nel 1956 ed il completamento nel 1964, cambiando radicalmente il panorama dei trasporti in Italia nell’arco di pochi lustri, contestualmente allo sviluppo del mercato dell’auto.
Con il rapidissimo sviluppo dell’industrializzazione nasce il “miracolo economico italiano”, un mix di capacità imprenditoriale, di gusto per l’innovazione, di propensione al lavoro, che condurrà anche una radicale trasformazione ’edilizia e, in termini più generali, all’uso del territorio.
Crescono molto le aree urbane e tendono a spopolarsi le campagne, cresce fortemente il valore delle aree edificabili sia ad uso abitativo sia ad uso industriale.
Si apre il nuovo e fiorente mercato delle seconde case, mentre cessa l’emigrazione verso altri paesi aprendo ad un esodo interno che porterà milioni di italiani dai paesi del sud verso le aree industriali del nord.
I genitori 1985
La guerra fredda non è più al massimo ma dal 1960 al 1975 si è ancora combattuto in Vietnam e dal 1979 al 1989 vi è stata la guerra russo÷afgana, per non parlare della miriade di conflitti minori, molti dei quali avvenuti in Africa.
È l’epoca della perestroika di Gorbaciov, culminata poi nella caduta del muro di Berlino del 9 novembre 1989, cosa che avvenne senza preavviso alcuno.
Dopo numerosi accordi intermedi avvenuti dopo la firma del trattato di Roma, il 1992 vede la firma del trattato di Maastricht, che ha lo scopo di preparare la creazione dell’Unione monetaria europea e di gettare le basi per un’unione politica.
L’unione monetaria verrà attuata a partire dal 2002 mentre per l’unione politica proseguono i lavori, tra alti e bassi, che hanno comunque portato i membri della CEE dai 6 iniziali del 1957 ai 12 del 1986 e ai 28 del 2013, nonché all’area Euro che coinvolgeva alla sua nascita 11 paesi che saranno 19 a partire dal 2015.
Si noti infine l’importanza del trattato di Schengen che ha consentito, a partire dal 1995, la libera circolazione dei cittadini della CEE all’interno del territorio degli stati aderenti, cosa molto importante sul piano pratico ma ancor più sul piano simbolico/educativo per le future generazioni.
Lo sviluppo economico ha subìto un rallentamento per la maggioranza dei prodotti precedentemente citati, avendo essi ormai raggiunto l’apice della curva di vita.
Ecco le immatricolazioni di auto in Italia per i periodi successivi a quelli precedentemente citati:
- 1980 1.530.488
- 1985 1.653.217
- 1990 2.283.362
- 1995 1.737.108
- 2000 2.437.231
- 2005 2.237.225
- 2010 1.960.282
- 2013 1.214.237
dove i valori del 2010 e del 2013 evidenziano la pesante crisi economico/finanziaria iniziata a settembre 2008 e perdurante ancora nel 2014.
L’anno 2000 vede in Italia una rete stradale di circa 172.000 km, una rete autostradale di 6.487 km, ed una rete ferroviaria di 19.423 km., in riduzione rispetto a quella degli anni del secondo dopoguerra, avendo sostanzialmente privilegiato la nostra politica dei trasporti la strada rispetto ai binari.
Gli italiani adulti di questa epoca iniziano ad usare, cautamente, le carte di credito, molto più usate in altri paesi europei, mentre iniziano ad affacciarsi nuovi prodotti che cambieranno, nell’arco di pochi anni, in modo irreversibile la vita di tutti, e delle nuove generazioni in modo particolare: i personal computer, i telefoni cellulari, il web. Chi scrive ricorda ancora il primo PC, arrivato nell’estate del 1985 in un’azienda torinese di una grande multinazionale italiana; si trattava di un IBM, costo superiore ai 10 milioni di lire, che aveva un disco fisso di 10 megabyte ed una memoria RAM di 512 kilobyte, ancora privo di programmi di scrittura e con fogli calcolo in LOTUS 1, con comandi a tastiera in inglese, non esistendo ancora sul mercato la versione italiana. Verso la metà degli anni ’90 apparve poi Windows, con relativi programmi Word ed Excell e con l’innovazione del mouse.
Gli anni ’90 videro inoltre i primi passi della telefonia mobile ma solo nella seconda metà di essi si vide la diffusione dell’uso, prima per ragioni di lavoro e, a seguire, per uso personale.
Anche la Rete, vide i primi approcci verso la metà degli anni ’90 e si sviluppò rapidamente con percorso sostanzialmente parallelo a quello dei cellulari, cambiando completamente il nostro modo di comunicare nell’arco di pochi anni.
Gli adolescenti attuali 2015
Siamo nel settimo anno dall’inizio della crisi, prima finanziaria e poi economica, che ha colpito tutto il mondo, dal settembre 2008, compreso quello che oggi ha tassi di sviluppo che noi abbiamo conosciuto negli anni ‘50/60, quando sembrava che la “crescita” non dovesse terminare.
Sul pianeta sono oggi presenti circa 7 miliardi e 300 milioni di persone, contro il miliardo e mezzo dell’inizio della nostra storia, ovvero 5,8 miliardi in più rispetto a quel 1895 che abbiamo preso come punto di partenza per questa superficiale analisi socio/economica. Vale comunque notare, oltre all’appena citato valore assoluto, come la popolazione mondiale sia quasi quadruplicata nell’arco di soli 120 anni, avendo precedentemente impiegato migliaia di anni per arrivare a quella soglia iniziale.
Le quattro generazioni di adolescenti che abbiamo sommariamente raccontato, coloro che vedevano profilarsi una vita da protagonisti nel 1895, nel 1925, nel 1955, nel 1985, lasciano ai ragazzi del 2015 una eredità che possiamo forse definire con due termini che, a tutta prima, appaiono contrastanti: DIFFICILE / MERAVIGLIOSA, entrambi necessari però per iniziare a Costruire il Futuro, seguendo l’etimo di Economia:
amministrazione della casa secondo regole di giustizia
etimo preso come riferimento fin dal primo articolo dedicato a questa direzione di lavoro, precisando che consideriamo essere “casa” il Pianeta Terra, in tutto il suo complesso.
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Faccio riferimento ai sette anni di crisi, che viviamo, per provare ad allargare il discorso. Il termine “crisi” secondo l’ideogramma cinese ha un doppio significato, quello di crisi e di opportunità, cambiamento. Perciò non ha solo quell’alone di negatività con la quale, in piena crisi economica, siamo soliti considerarlo. Noi tutti, bombardati dai mass media, tendiamo a sottolineare le valenze negative e trascuriamo le potenzialità positive che questa situazione porta con sé. Talvolta qualcuno alza la propria voce, reclamando che non è possibile “crescere” indefinitamente, invocando perciò la “decrescita” . Ma dove trovare la soluzione? Come riconoscere la voce corretta? E soprattutto chi comincia per primo?. L’uomo moderno ha disimparato a guardarsi attorno e considerare le leggi naturali come basi per trovare le risposte giuste. Se guardiamo la natura vediamo chiaramente che non esiste un ente vivente che si sviluppa continuamente. Che cosa diremmo di un bambino che continua sempre a crescere? Sarebbe qualcosa di anomalo, di patologico: la crescita fisica del bambino continua fino ad un certo punto, poi si arresta per lasciare spazio ad un altro tipo di crescita, quello emozionale, intellettuale e morale. Di solito, c’è una ” crisi” a questo punto, ma non è considerata patologica: patologico sarebbe se non ci fosse. Anche il benessere sociale dovrebbe rispondere alla stessa legge. All’inizio è necessaria una crescita materiale, economica, ma non può essere infinita. Deve esserci una crescita di altro tipo, se non vogliamo produrre una patologia sociale. Rimanere nella logica della crescita economica non ci permette di trovare la soluzione. Per dare al termine “crisi” il giusto valore è necessario sostituire la crescita economica con la crescita di qualcos’altro, proprio come succede al bambino sano. E questo qualcosa deve essere di natura diversa, non deve essere materiale. Se vogliamo uscire dalla crisi (e non tornarci ciclicamente ) dobbiamo inserire una crescita spirituale: solidarietà, compassione, servizio, comunione, cuore, empatia in una parola: Amore. E’ la scelta che la crisi ci sta chiedendo di fare. Enio