La Grande Bellezza

sole arcobaleno a 8 raggiTitolo altisonante o solenne: grandezza, bellezza… Ed in modo solenne lo si vuole guardare.

Si respira grandezza di fronte alla bellezza, e la grandezza è sempre bella.

Concentrato in ogni cosa grande e bella, il mistero tocca le corde profondissime del nostro animo e vi risuona la grazia e l’ardore dell’Infinito. Basta un fiore, degli occhi ‘antichi’, una musica, un atto di tenerezza eroica… un cielo azzurro o stellato.

La grande Bellezza è talmente ovunque, e in ogni istante, che diventa difficile riconoscerla o distinguerla se si è distratti. John Lennon osservava che “la vita è ciò che ti accade mentre sei indaffarato a fare altri progetti”, ed è questa Vita che è grande e bella, che è ovunque e sempre, che bussa incessantemente, qui ed ora.

È quel vento delle Idee universali “che non si sa da dove viene, né dove va” eppure deposita i semi del Nuovo: di ciò che è migliore, bello, sorridente, potente e risolutore. La grande Bellezza è quel motore dell’evoluzione, quello “splendore del Vero” che guida, alimenta e conforta i cuori ardenti, coloro che portano avanti l’intera onda dell’umanità.

Essi ne sentono talmente necessità che vivono e muoiono per Essa, dedicandovi tutto il senso della propria esistenza, ricercandola e servendola incessantemente, restando per lo più invisibili o misconosciuti. Altri, pochi nei secoli, per la missione e la potenza eruttiva del proprio genio sono destinati invece ad avere successo anche esteriore tra i contemporanei: Paganini o Mozart furono famosi, così Leonardo, Galileo, e così via per gli altri grandi nomi dell’umanità. Il loro sacro fuoco incise nuovi sentieri per l’avanzata dell’umanità intera, non solo nei propri campi di esplorazione ed espressione, ma in quello globale del pensiero. La loro sensibilità alle Idee o Principi fece colare fiumi di rinnovo ed incanto nelle paludi del ristagno e dell’ordinario. La loro immaginazione creativa contemplò nuove immagini dei Modelli universali e le proiettò sullo schermo dell’esistenza, quali magneti di riordino e restaurazione della reale statura umana: della nostra nobiltà e dignità, dello spirito.

Il loro genio fu ovviamente ‘scomodo’ per i benpensanti, e sempre causò difficoltà nella loro convivenza sociale. E così è a tutt’oggi per tutti coloro che appartengono a tale schiera di cuori consacrati alla grande Bellezza, pur nella sfera invisibile e sovente inconsapevole del loro eroismo quotidiano, mischiati alla folla. Ma certamente più intensamente e penosamente lo è per i Grandi: ciò che è troppo migliore o è idolatrato o è temuto dai più, poiché sfida e mette a nudo l’incapacità presente ad eguagliarlo, ma soprattutto l’inerzia a voler intraprendere un processo di imitazione o di perfezionamento verso quelle vette di splendore della Bellezza umana.

Se la novità è davvero Nuova per i tempi, si sa, rivoluziona lo status quo, la tendenza generale e l’andamento lento dei molti, sollevando paura, quasi sempre destinata per comodità (o ‘linea di minor resistenza’) a sfogarsi e proiettarsi all’esterno come invidia, brama, oppure diffidenza, inquisizione, esilio. Basti solo pensare al massimo esempio della storia umana attuale: il “Maestro dei maestri”, che fu addirittura messo in croce per fermare la sua ‘fama’ pericolosa. Invano, in quanto così Nuovo, portatore dell’ultimo aggiornamento del Principio cosmico dell’Amore, che non poté che conquistare il cuore centrale dell’evoluzione degli ultimi due millenni, e oltre.

Ecco dunque che, tra Bellezza e Grandezza, vien bene riprendere dei pensieri(1) che mirabilmente presentano e disvelano la Grande Arte:

“Ciascuno scopre la Bellezza in sé quando è maturo abbastanza da saperne riconoscere i segni. È la prima e l’ultima consolazione, non reagisce agli schemi che l’intelletto vorrebbe talora fissarle, è comprensiva e vasta quanto lo Spazio. La si cerca e la si trova non solo con il pennello, o il compasso, o lo scalpello, o il flauto, ma con ogni respiro perché è inseparabile dalla Vita.

…È l’Arte di vivere, la suprema fra tutte. L’uomo è chiamato a fare della sua esistenza oggettiva un’opera d’arte, nella libertà più ampia e completa. Poiché sgorga dal centro, essa coinvolge e trasforma ogni azione ed è presente e attiva in tutti gli approcci. La vera Scienza (oggi ancora ignota) non è estranea all’Arte; né lo sono la filosofia, la religione e neppure la politica o l’economia, e nemmeno l’amore, che tutto comprende e rivela ed è il compagno più fedele dell’artista.

Questi tempi sono oscuri e poveri perché l’Arte tace. Ma ciò è vero solo in senso superficiale. Invero essa vibra anche ora nell’animo, e lo dimostra il fatto che la si cerca e la si invoca. Si tornerà a comprendere che le vie della vera comunione pan-umana scaturiscono proprio dall’Arte. Le sue tracce lievi e sorridenti cementeranno assieme i popoli, molto meglio di altre pseudo-visioni che li hanno crudelmente separati.

Un giorno, su queste vie, si capirà che il puro principio dell’Arte è ben più potente delle odierne politiche e degli eserciti; ma prima bisognerà purificare le odierne teorie estetiche da quel miscuglio di emotivo, intellettuale, incerto, corrotto e fumoso che oggi le guasta.

Il lume dell’Arte è il più chiaro. Nulla meglio rivela l’imperfetto, lo scorretto, il debole, l’inesatto, il falso. L’opera d’Arte, sia essa espressa in un oggetto o pensata nel cuore, è una verità, e alla sua luce si dileguano le concezioni moderne, talvolta demenziali e tenebrose.

La comprensione sintetica e vitale del cuore umano è quella via di unione che non passa per i campi dell’intelletto: non usa la proprietà dissociante dell’analisi ma la sintesi degli opposti. È una via diretta, tipica del doppio, eterno fluire dell’Arte: dall’alto verso il basso, dall’infimo al sublime.

L’Arte dunque è la grande speranza dell’unione concorde del genere umano, e fra questo e gli altri regni di natura. Ciò che mai si ottiene con le armi, la meta non raggiunta dalle religioni combattenti, l’obiettivo mancato delle ideologie di ogni tipo, sarà raggiunto dall’Arte, dalle Muse segrete che abitano gli spazi e ne curano le immensità.

L’Arte non cura la quantità, dato che grande e piccolo non resistono alla sua luce. Né rimangono le distinzioni costruite dall’uomo, ombre vane sull’ombra.”

Grandi parole, grande bellezza e verità.

La qualità riconosciuta ai geni svela dunque quel lume sottile ma profondo che riempie di senso, di Fuoco, la nostra esistenza. Poiché: come si fa a vivere degnamente senza un modello di nobiltà d’animo o di maestria che guida i nostri passi?

…Certo, ogni cosa viene per ciascuno a suo tempo, ed il bisogno definito estetico (di cui la bellezza esteriore è solo la parte più superficiale benché magneticamente così attraente per i più), ed in essenza spirituale, giunge a dominare il valore della vita di un essere umano solo “quando è maturo abbastanza da saperne riconoscere i segni”.

Sì, certo, una certa condizione di “libertà dai bisogni primari” è utile, ma non così indispensabile: molti Grandi hanno vissuto e vivono nell’indigenza o nella repressione, inconsapevoli spesso di essere il vero tesoro dell’umanità, di avere una Missione per la sua avanzata o salvezza.

Chi è ‘dotato’ di qualche sensibilità geniale (costruita attraverso i millenni con sforzi incessanti per la filosofia orientale) detiene il Tesoro dell’Uomo:

Essere la Grande Bellezza, infinita ed eterna,

capace di iniziare o creare altra grande bellezza.

L’Essere umano è quell’essere che per primo può ricordare di essere divino, di essere parte del Sé divino infinito. Il suo Pensiero o Coscienza elevati possono precipitare in forme d’Arte la vastità delle Idee cosmiche, e così fecondare ed illuminare gli strati incolti e sterili del tessuto umano e planetario.

La vera Umanità, la grande bellezza, è “la corona del Cosmo”, è l’opera d’arte della Vita.

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E come ogni grande Bellezza, la vera Umanità è unitaria, perché è multiforme; è molteplice ma è “il segno dell’unione”, del ritorno all’Uno. Parimenti, come l’Idea di umanità utilizza innumerevoli esseri umani per esprimersi, così quella di Bellezza necessita della ricchezza multiforme della manifestazione per risplendere appieno.

E se anche non espressa, la Bellezza domina quale necessità primaria o Meta ultima del Creato: l’Armonia tra le parti e tra forma e idea. La Grande Bellezza è il ponte sublime e lieve tra ogni forma e la sua radice ideale, e tra questa ed il suo primo ed ultimo sorriso verso il visibile. Questo è l’Uomo, pontefice tra Cielo e Terra, segno della loro unione in Bellezza.

L’Uomo sa perdersi nella luce superna della Grande Bellezza, e da tale vetta profondissima formulare il nuovo racconto dell’Umanità futura, un’umanità che invoca all’unisono, disperatamente ed eroicamente, la liberazione dalla cecità, dal torpore, dalla separatività: dal brutto.

Poniamo la prima Pietra del nuovo Tempio ove Gioia, Benevolenza e Verità siano il triangolo esecutivo della Grande Musica della Vita, ove la grande Bellezza orchestri il nostro trionfo:

“Conosciamo la battaglia, e dunque la gioia è con noi;

e conosciamo il Servizio – Quindi i nostri volti irradiano gioia”.

Invio Gioia e Benevolenza e Verità. Poiché tutto sta in ciò.” (2)

 

Alla divina grazia dell’Uomo,

all’amor che move il sole e l’altre stelle. 

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(1) Vedi articolo pubblicato al 10 agosto 2013, tempo del precedente transito eliocentrico di Venere al centro del Segno di Scorpio, come oggi, 22 marzo 2014. Per il senso di tali interazioni ritmiche tra Direzioni solari e forme-pensiero  corrispondenti (‘seminate’ in precise Date di pubblicazione) vedi il documento Ritualità solare anno 2014.
(2) Da: Appello § 357, Collana Agni Yoga.
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