Ci proponiamo di scoprire insieme il significato profondo della parola “aggiornamento” – usata con accezione giustamente positiva ma in modo disinvolto e riduttivo – che racchiude nell’etimo un’essenza splendente, tale da renderci più consapevoli del suo valore e dell’impulso della luce.
Attualmente il termine ha un utilizzo preponderante nell’informatica e nell’informazione, pur continuando a mantenere il significato consueto dell’atto di revisione, ad es. di un’opera, per renderla rispondente a nuove esigenze o quello più ampio di rinnovarsi, riferito a persone e a enti, specie con valenze culturali e strutturali.
Aggiornare, attraverso il francese ajourner, deriva dal basso latino addjurnare, composto dalla particella ad, indicante direzione di luogo e di tempo, e da djurnus, diurno, giorno. La parola deriva dalla radice indoeuropea *DIV-/*DIU- che esprime l’idea di splendere. Infatti in Sanscrito dyjaus è il giorno, la luce, il cielo, devas è il dio; anche in Latino deus è il dio e dies è il giorno; pure il russo den‘ indica il giorno. Si pensi che anche il greco Zeus deriva da Djeus, così come il latino Jovis – Giove – da Djovis, “il Risplendente”.
Ci colpisce che l’etimo di Dio e di giorno sia lo stesso, e che esprima la potente idea del sacro splendore della luce, e nel contempo ci fa sorridere la riflessione che quando salutiamo qualcuno con un “buongiorno” o un “buon dì ”, gli rivolgiamo un augurio di intensa e divina luminosità.
La scoperta dell’essenza del “giorno” quale aspetto divino della luce, ci spinge innanzitutto ad osservare il cielo in modo più consapevole, a notare le variazioni di luminosità a seconda delle ore e delle stagioni, facendoci assimilare, in modo semplice ed esperienziale, l’idea di ciclo. Anche il tempo abitualmente concepito in modo lineare, così, si curva, e al concetto di una linea uniforme si sostituisce l’idea di spirale luminosa, che sprigiona un’essenza di sacralità: “tempo” ha la stessa radice di “tempio” – *Tam- con idea di enucleare una porzione di territorio – e indicava alle origini lo spazio consacrato dal quale si osservavano i segni del cielo.
E’ bello salutare ogni giorno custodendo nel cuore la sua identità con lo splendore del Sole e il sacro, alimentando il pensiero di essere nello spazio/tempo del tempio solare, poiché ci aiuta a rivolgere la mente alla luce, a sentirci un’immortale scintilla divina, e ad essere continuamente promotori di “aggiornamento” interiore ed esterno, per costruire il futuro, per rinnovare la Cultura verso il Bene comune.
Ascoltiamo un attimo queste parole:
“Mi dà gioia vedere che lampi di previsione per il bene dell’umanità scintillano fra i vostri pensieri. Questi pensieri sono da lanciare nello spazio… E cosa tempra l’armatura della perseveranza meglio che il desiderio di condurre altri alla Luce? E quale sorriso è migliore del desiderio di veder ridere anche l’ultimo bimbo? Vi esorto a pensare così al futuro … c’è solo da ammirare il mondo di luce donato a tutto ciò che vive. La luce è il miglior ponte fra il visibile e l’Invisibile…”. (da Illuminazione § 301, Collana Agni Yoga).