In questi ultimi appuntamenti di Astrosofia abbiamo cercato insieme di dare dei “nomi” allo Spazio, nomi che, come sappiamo dall’Etimosofia, non sono semplici voci senza eco, ma sorgenti energetiche potenti e incisive, capaci di dar forma alla sostanza e, quindi di creare, e farci conoscere, le realtà che nominano.
Così abituarsi a pronunciare i molti nomi sonanti di cui lo Spazio è colmo è come farsi interpreti della “musica delle sfere”, ed è anche cercare il proprio nome, per attrazione magnetica, nell’immenso libro della Natura.
In questo libro il Cielo si mostra come l’immagine di questi nomi, la “parola incarnata”: dapprima Vita e Spazio ci hanno indicato le due origini da cui è sgorgata la Luce, capace di dar forma al Creato e di vivificare ogni sua creatura.
Questo Modello celeste si è poi diramato nella magnificenza del Firmamento, operoso e fulgido cantiere che incessantemente spinge avanti l’evoluzione delle infinite coscienze che contiene e nutre, ed ha poi ritrovato la sua essenza, la sua intima Verità, riconoscendosi un Cosmo, una fervente comunità, cooperante e unitaria.
Ma ciò che rifulge oggi ai nostri occhi è un Universo ordinato e coerente, funzionale e irradiante, capace, in virtù di queste caratteristiche, di essere l’espressione dell’intima essenza dell’Uno, la Libertà. Sembra paradossale accostare l’Ordine alla Libertà, tanto appaiono distanti tra loro agli occhi dell’uomo che in ogni ordinamento scorge catene e censure invece che perfetta ed essenziale aderenza al Reale.
Eppure non siamo altro, in ispirito, se non questa Realtà infinita, se non l’Uno che, in molti modi e con molti nomi, pervade di sé l’Universo intero.
La molla che muove ogni ricerca umana è la meraviglia.
I filosofi sovente hanno indicato questo stato interiore come l’unico in grado di rendere l’uomo ricettivo ai misteri della sua interiorità, all’indagine delle leggi del Creato e alla magnificenza del Cielo.
Il possente, e impeccabile, ordinamento del Cielo è infatti fonte quotidiana di meraviglia: i Luminari, come maestose navi celesti, volgono intorno alle loro Stelle su indefettibili orbite, i Sistemi solari, a loro volta, volgono intorno a centri ancora maggiori e le Galassie, nell’infinità dello Spazio, si dispongono in magnificenti disegni cosmici; e questo ordinamento procede secondo precisi cicli, orientato da altrettanto precise direzioni, sostenuto da energie che via via svelano la loro potenza costruttiva ed aggregante.
Un tale Ordine scaturisce dall’adesione libera e consapevole di ogni Coscienza celeste al Piano cosmico: così è anche per l’uomo, poiché tanto maggiore è la sua libera e consapevole aderenza al Piano evolutivo di cui è parte, quanto maggiore è la sua ordinata, e quindi tanto più potente, partecipazione alla creazione universale.
E ciò che si crea, nell’Ordine e in Libertà, è veramente ciò che vediamo coi nostri occhi: la Bellezza.
Per millenni gli uomini si sono interrogati sulla Bellezza.
“Il Bello è difficile”, dice Platone in uno dei suoi dialoghi, intendendo non tanto che la sua essenza sia sfuggente ed indefinibile, quanto piuttosto che la Bellezza ci si mostra, grado dopo grado, a partire da un cammino interiore, difficile perché autoindotto, che ci consente di risalire verso l’Uno, cioè verso quel Bene di cui il Bello è l’immagine palpitante e sensibile.
E il Cielo, veste dell’Uno, è davvero la Bellezza che si fa luce, che si fa vita: non lo sanno solo i filosofi, ma anche i poeti, i musicisti, gli amanti e tutti gli uomini che almeno una volta nella vita hanno guardato, con stupore e solennità, in alto, alle Stelle.
Hanno visto l’Ordine celeste e questo è rimasto impresso in loro come Bellezza.
E chi ha saputo vedere la Bellezza ha varcato quella porta che lo ha immesso nella Realtà, dove chi guarda e chi è guardato, l’uomo e il Cielo, sono la stessa cosa.
La Bellezza ci dona la Libertà, lo stato puro dell’Essere.
Così essere consapevoli dell’Ordine mediante la Bellezza ci fa tornare proprio all’origine, a quello sguardo immacolato e innamorato che ci fa uno con l’Uno, accosti al suo cuore, vivi nella Vita.
E se questo primo “giro panoramico” del Cielo ci ha lasciato nell’intimo una lucentezza che ci fa gioire, una solenne certezza dell’Infinito che ci attende, ebbene, custodiamole con amore: sono il nostro passaporto per i Mondi Lontani.