Si apprende da diversi Insegnamenti che il creato si dispiega stabilendo progressivamente nella sostanza spaziale differenti piani di coscienza, in un ordinamento settenario che si ripropone in modo analogo a tutti i livelli.
I sette campi configurati in queste pagine rispecchiano tale settenario, che è evidentemente un Modello universale. Il quarto campo, di cui qui si tratta, risponde perciò idealmente al quarto livello della manifestazione, al quarto Raggio, al quarto intervallo del Suono, alla quarta Gerarchia creativa, l’umana. E’ il livello che vede al suo centro l’Uomo, quarto regno di natura, che ha il compito planetario di governare l’armonia fra tutte le creature e le evoluzioni del globo: questo fatto lo impegna a cercare, apprendere e praticare proprio quelle leggi dei giusti rapporti che finora ha evitato.
E’ l’Armonia dunque l’energia fondante di tale piano, specchio fra Cielo e Terra, ed è questa che collega il Modello al quarto settore della Manifestazione umana, l’Arte, ed a qualunque espressione artistica. Per ogni artista è infatti di primaria importanza la ricerca di un Modello interiore od esteriore al quale ispirarsi per riprodurlo nelle opere e nella vita, esprimendo così la propria maestria.
L’Uomo deve conseguire l’Armonia attraverso il conflitto. Per divenire l’Artista che è ed essere quel ponte che unisce i regni inferiori a quelli planetario e solare, ricopiando in sé il Modello celeste, deve combattere contro la propria resistenza e l’inerzia, così come fa ogni artista con la materia con cui lavora, finché non riconosca il divino in sé e nel creato, arrendendosi ad esso e così portandolo alla luce. Allora l’opera e l’artista divengono una cosa sola e scaturisce Armonia.
La ricerca dell’Armonia è quindi la via data al genere umano per adempiere al proprio ruolo, pur se si può dire che tutta l’evoluzione sia sospinta dall’incessante ed inarrestabile necessità di armonia.
L’Armonia è bellezza, simmetria, equilibrio. E’ giusta proporzione, che elimina i dislivelli, le dissonanze, i conflitti, le distanze e le separazioni; che consente il raffronto alla pari fra ciò che sembra piccolo e ciò che sembra grande. Comporta il superamento degli opposti; è dunque trascendente e la si ottiene soltanto quando ci si affida alla mente del cuore.
L’uomo perciò conosce intimamente l’Armonia e desidera riprodurla innanzi tutto in se stesso. Si adopera allora per armonizzare i suoi veicoli e renderli strumenti dell’anima, che possa trarre da essi le proprie armonie, consonanti con quelle universali.
“L’Armonia è legge nell’Universo, e l’uomo non può ignorarla senza annientare se stesso. Con pensieri e azioni semplici e potenti esso inculca in sé e nel suo spazio una ragione di armonia.
L’armonia cura e guarisce tutti i rapporti, a patto di applicare alla vita le sue regole, che sono trascendenti. L’intelletto le interpreta in modo quantitativo, il cuore le pratica per conoscenza diretta. Si giunge persino ad affermare che l’armonia non ha bisogno di essere insegnata in senso razionale, poiché è nota alle profondità dell’anima”.
“Supponiamo, proprio solo per un istante, che esistano le armonie celesti, che cioè non siano soltanto frutto di un’azione di Pi greco o della sezione aurea, presi così e troncati perché dopo mille cifre decimali non sappiamo più cosa farcene, ma che tali misure vi siano e che siano esatte, perché nel mondo spirituale questa esattezza deve esistere; non c’è nulla che la impedisca.
Allora proviamo ad ascoltarla questa armonia. Non la sentiamo con le orecchie, è chiaro, ma solo il pensiero di udire un accordo celeste è strabiliante. Pensiamo per un istante, perché forse di più non riusciamo, all’estrema precisione, alla totale consonanza, alla tensione perfetta fra due suoni.
Sarebbe di una tale potenza e di una tale verità, di una tale forza, di un ordine talmente superiore, che non potremmo sentirla due volte.”
(da scritti inediti di E.S.)