“Con i metodi cibernetici è possibile comunicare con estrema facilità e in tutti i mondi una quantità di sciocchezze. Tuttavia l’umanità sta così imparando che le direzioni continuano ad esistere e che le distanze perdono senso. Visto da questo punto di vista, l’introduzione di questo metodo, di questo sistema di comunicazione, è straordinario ed è veramente un segno di grande speranza. Dove proprio sembra più difficile superare l’ostacolo nelle distanze, ecco che questa rottura che internet ha operato in questo ultimo decennio è di grandissimo valore.
Certo, per andare da qui a Venezia occorre una quantità di operazioni per annullare la distanza, ma già intanto resta chiaro che con la semplice pressione di un tasto si può andare non solo di qui a Venezia, ma anche fino a Honolulu. Pensate al significato di questo, quando avremo finalmente superato questa idea di distanze, e già lo possiamo fare oggi…In sostanza voglio dir questo: impariamo che il pensiero del Maestro o del Governo Reale non deve essere accompagnato dalla idea di distanza, di separazione, di lontananza, ma semplicemente di direzione; perché mentre le distanze separano, le direzioni accomunano. Se io penso in una direzione ovverosia se penso a un determinato ente, mi accomuno a quell’ente, devo stare attento a non tenere in me il falso concetto che esistano separazioni tra quell’ente e me stesso. Credetemi è così, con questi piccoli artifizi, o meglio con questi piccoli esercizi, che ognuno può fare senza troppe difficoltà in sé medesimo, si superano moltissimi ostacoli e soprattutto si impara la magia, la realtà dei contatti sovramundani.
Si comincia così, non c’è bisogno di ricevere insegnamenti particolari, di seguire scuole complesse, di fare esercizi anche fisici. Tutto questo non ha nessuna importanza, basta solo in sé stessi abbandonare il preconcetto che le distanze portano con sé e cioè la separazione.
Annullato questo preconcetto restano le direzioni, le quali accomunano, perché una direzione si stabilisce quando c’è un contatto fra A e B . A e B forniscono una direzione lungo la quale A e B sono compresenti. ” (E.S. Commenti a “Teoria della Luce” – scritto inedito).
Questi pensieri appena accennati meriterebbero maggiore approfondimento e dettaglio. Tuttavia si vuole ora focalizzare l’attenzione su una affermazione che possiede davvero la possibilità di rivoluzionare la visione della nostra vita, per le sue straordinarie implicazioni: le distanze possono essere azzerate, la comunicazione istantanea esiste ed è quanto mai completa e totale – a differenza di quanto sembra verificarsi quotidianamente – se si opera la magia del legame, della Comunione tra emittente e ricevente, usando le ali della Direzione.
Gli innamorati lo sanno, quando direzionano i loro sguardi l’uno verso l’altro e così comunicano la loro più profonda Verità.
Anche i nemici lo sanno, quando si sfidano fronte a fronte stabilendo un legame direzionale preciso e molto potente.
Persino gli esempi minimali ci aiutano a scoprire verità strabilianti: qualsiasi ciclista sa che direzionare il proprio sguardo verso un certo ostacolo consente solo di sfracellarcisi contro; e così l’equilibrista conosce la direzione che devono prendere il suo pensiero e i suoi occhi, per raggiungere l’altro polo della corda tesa sull’abisso.
Il comunicare quindi beneficia della direzione in modo massimo, così come necessita del Silenzio per raccogliere la sua potenza.
Ma del Silenzio sonoro, mezzo necessario ad ogni autentica comunicazione, diremo prossimamente; anticipiamo solo un piccolo flash, giusto per direzionare il discorso:
“La trasmissione della Verità, cioè il comunicare, avviene nel silenzio.”
“Se siete perplessi raccoglietevi in silenzio e pensate assieme un solo pensiero. Capirete presto fino a qual punto sia valido quel concilio silente.
Noi precipitiamo la forza dello spirito in un solo canale. Ne consegue una scarica insolita, intensificata dal magnetismo e armonizzata dal ritmo. La legge è che due pensieri concordanti crescono di potenza sette volte. Non è magia, è una considerazione pratica.”
da Appello – 155