Religiosità e Comunione intelligente dell’Arte

 “Non appena si parla di Arte il pensiero si accende, per il grande significato che il concetto ha assunto nei millenni e per il valore delle sue espressioni. Gli uomini hanno sempre amato l’Arte, anche in quei tempi ricorrenti (come il periodo attuale) in cui più non sapendo cosa sia, non ne producono. Quando le Muse circolano fra loro, ne percepiscono l’energia superiore e la coltivano; quando si ritirano nei loro Cieli, si sentono orbati e spogli.

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Nove Muse A

I Greci, si sa, le riconobbero e nominarono. Le Muse vanno e vengono, cantano e danzano e sono ritmi viventi e tutti i popoli le onorano, quale profumo e balsamo dell’esistenza. Alcuni esperimenti sociali, antichi e moderni, pretesero di dimenticarle o le vollero domestiche e incatenate, ma fallirono e caddero nella tristezza.

L’uomo non può fare a meno dell’Arte, anche se non ne ha ancora compreso a fondo la natura e la Legge. E come esaurire l’infinito? Quando tutto crolla o rovina, e più nulla resta a salvarlo dalla barbarie, l’Arte continua a testimoniare quei valori ch’egli ha voluto abbattere e denigrare. Seppure mal compresa, seppure inattiva e come estranea al mondo della fredda ragione, l’Arte lo attrae e lo guida per i suoi sentieri misteriosi. Nasce nel cuore e protegge l’uomo dalle iatture che gli procura il cervello.

Venere - Botticelli 2Ciascuno la scopre in sé quando è maturo abbastanza da saperne riconoscere i segni. È la prima e l’ultima consolazione, non reagisce agli schemi che l’intelletto vorrebbe talora fissarle, è comprensiva e vasta quanto lo Spazio. La si cerca e la si trova non solo con il pennello, o il compasso, o lo scalpello, o il flauto, ma con ogni respiro perché è inseparabile dalla Vita.

Tutto ciò che l’Uno vuole e il Due ama e il Tre progetta viene riflesso dal Quattro, ed è Arte. È l’Arte di vivere, la suprema fra tutte. L’uomo è chiamato a fare della sua esistenza oggettiva un’opera d’arte, nella libertà più ampia e completa. Poiché sgorga dal centro, essa coinvolge e trasforma ogni azione ed è presente e attiva in tutti gli approcci. La vera Scienza (oggi ancora ignota) non è estranea all’Arte; né lo sono la filosofia, la religione e neppure la politica o l’economia, e nemmeno l’amore, che tutto comprende e rivela ed è il compagno più fedele dell’artista.

Questi tempi sono oscuri e poveri perché l’Arte tace. Ma ciò è vero solo in senso superficiale. Invero essa vibra anche ora nell’animo, e lo dimostra il fatto che la si cerca e la si invoca. Si tornerà a comprendere che le vie della vera comunione pan-umana scaturiscono proprio dall’Arte. Le sue tracce lievi e sorridenti cementeranno assieme i popoli, molto meglio di altre pseudo-visioni che li hanno crudelmente separati.

Un giorno, su queste vie, si capirà che il puro principio dell’Arte è ben più potente delle odierne politiche e degli eserciti; ma prima bisognerà purificare le odierne teorie estetiche da quel miscuglio di emotivo, intellettuale, incerto, corrotto e fumoso che oggi le guasta.

Il lume dell’Arte è il più chiaro. Nulla meglio rivela l’imperfetto, lo scorretto, il debole, l’inesatto, il falso. L’opera d’Arte, sia essa espressa in un oggetto o pensata nel cuore, è una verità, e alla sua luce si dileguano le concezioni moderne, talvolta demenziali e tenebrose.

La comprensione sintetica e vitale del cuore umano è quella via di unione che non passa per i campi dell’intelletto: non usa la proprietà dissociante dell’analisi ma la sintesi degli opposti. È una via diretta, tipica del doppio, eterno fluire dell’Arte: dall’alto verso il basso, dall’infimo al sublime.

L’Arte dunque è la grande speranza dell’unione concorde del genere umano, e fra questo e gli altri regni di natura. Ciò che mai si ottiene con le armi, la meta non raggiunta dalle religioni combattenti, l’obiettivo mancato delle ideologie di ogni tipo, sarà raggiunto dall’Arte, dalle Muse segrete che abitano gli spazi e ne curano le immensità.

L’Arte non cura la quantità, dato che grande e piccolo non resistono alla sua luce. Né rimangono le distinzioni costruite dall’uomo, ombre vane sull’ombra.”

(estratti dal testo inedito di E.S. “Le Mete Lontane”, 1995, Meta 6.4: Religiosità e Comunione intelligente dell’Arte)

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Oggi (10 agosto 2013, esattamente alle 5.20 italiane) Venere-Afrodite, Portatrice dell’Arte della Nuova Cultura, transita a livello eliocentrico al centro del Segno di Scorpio che trasmette la 4^ Energia sacra all’Armonia tramite conflitto, ovvero a quell’eterna tensione allo “splendore del Vero”: la Bellezza. Dall’altra parte del Cielo, Mercurio-Ermes, l’altro polo del Divino Ermafrodito solare insieme all’amata Venere, si interpone tra il Sole e la stella Aldebaran, l’Occhio del Toro, l’Occhio singolo della Rivelazione.

È bello pensare che tale data o direzione sia uno dei momenti più propizi per seminare nella mentalità generale e nei cuori umani un germe infuocato e causale per la Restaurazione dell’Arte e del suo mistero. Il potere del caduceo di Mercurio e del “Suo Segno” Scorpio tocca con la sua magia le zone ancora oscure della coscienza, e la ricolmano di splendore ed incanto.

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