Conoscere e gestire il futuro

Entriamo nell’argomento proponendo di modificare radicalmente la concezione ordinaria del futuro. Anziché ignoto e imprevedibile vediamolo quale suprema risorsa illimitata di energia, di libero accesso.

 Il futuro non è quella parte del tempo ancora immanifesta, poiché il tempo lineare non esiste. Pensarlo nel modo consueto è erroneo e ne svia la vera conoscenza.

E’ chiaro che per costruire un evento avvenire bisogna sapere, quanto meglio possibile, cos’è il futuro, campo di ricerca che, si direbbe, non è mai stato esplorato con decisione. Una delle sue proprietà è di essere accessibile a chiunque, in libertà ma secondo il livello evolutivo: chi è più avanzato è più capace di usarne l’energia. Un ente creativo vale in ragione dell’abilità di gestire il futuro.

L’uomo moderno ne trae soprattutto tecnologie e teorie scientifiche, quasi nulla di arte, religione e filosofia. Lo fa, però, senza un vero proposito, non sa bene dove vuole arrivare, né dove posare il piede. Eppure non c’è conoscenza più necessaria di quella che studia il futuro e insegna a farne uso benefico. Scrivendo queste note si traccia un sentiero, e il lettore che se n’accorge partecipa all’impresa.

Si è detto, e si ripete, che la proprietà più mirabile del futuro è la divina libertà d’accesso e d’impiego delle sue energie inesauribili. Volontà superiori, che ne fanno uso sistematico, non interferiscono con prescrizioni o divieti.

La società umana contemporanea, libera ma non sorretta da queste concezioni, elabora, in grave stato di confusione, destini diversi per ogni suo membro, senza chiari programmi. Ne nasce uno stato di feroce contrasto e opposizione, che le impedisce di avanzare con ordine e gioia verso le mete spirituali che l’attendono; si aggira perciò sulla via del concreto e del denso. Tale conduzione le tarpa le ali, poiché offre scarse e povere possibilità, ma sinora non trova modo di liberarsene.

L’uomo moderno è davvero persuaso di poter fare ciò che vuole, continuando per tale via, poiché non vede segni credibili di vero pericolo, che pure abbondano. Il futuro, nondimeno, può essere pensato come l’inviluppo di tutti i cicli immanifesti, i maggiori dei quali sono tanto vasti da non reagire alle peggiori azioni umane, cui sono totalmente indifferenti. La Galassia cui appartiene il Sistema solare non è certo influenzata, nella sua vita, dalle nefaste condotte politiche o sociali di un’umanità terrestre impazzita; ma neppure le limpide profondità degli spazi solari, maestosi e solenni, sono turbate dal suo comportamento sconsiderato.

L’attuale concezione del tempo e del futuro sono ormai da tralasciare, perché bloccano il progresso umano. Non si tratta in modo irresponsabile la divina potestà del futuro. E’ urgente imparare, a poco a poco, a tracciare disegni chiari, collettivi, consoni al Piano, motivati dall’amore.

Il futuro non è ostile all’uomo, non gli tende trappole, non lo minaccia. E’ una meraviglia verso la quale egli avanza, giorno per giorno. Poiché procede, dovrebbe guardare avanti, ma non sempre lo fa. Sovente si attarda a rimpiangere il passato, e vorrebbe conservarlo quale bene prezioso; rallenta la marcia, il che si ripercuote sulla società di cui è parte. Avanzare guardando indietro non è davvero consigliabile. Il bene del passato non sta nelle forme, ma nel loro contenuto, che vive nel cuore ed è inalienabile, e se è condensato e custodito in quel centro, perché guardare indietro?

Se guarda avanti, però, l’uomo non vede nulla. Nel futuro non scorge cose o eventi, e ciò lo sconcerta con la sensazione di marciare alla cieca. Si convince presto che l’avvenire, chissà come, si condensa in forme istante per istante, senza legge, in maniera imprevedibile e casuale. E’ una concezione tragica, sopportabile solo a patto di non pensarci.

E’ mai possibile, però, che il futuro sia davvero senza regole? Che sia figlio del caso? Che non abbia un ordito, resistente e ordinato seppure invisibile? I Luminari, che girano regolari sulle loro orbite celesti, compongono un disegno, tessono un velo, preparano ciò che sta per essere. Sarebbero anch’essi in balia del caso? Come conciliare l’ordine mirabile e progressivo del Sistema solare con l’azione supposta del caso?

Purtroppo queste dubbiose, grigie concezioni avvelenano anche la scienza. Bisogna eliminarle, poiché devastano la coscienza e oscurano la cultura.

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Le creature, le cose, gli eventi, le opinioni, i sentimenti hanno tutti una durata, ossia si “prolungano”, poco o tanto, nel futuro. Qual è la causa del persistere delle forme, che pure sono transitorie? Montagne, continenti, opere umane, per quanto diverse dallo stato iniziale, sono oggetti del passato, sono presenti e si proiettano nel futuro. Lo stesso può dirsi d’ogni cosa: del pianeta, del Sistema solare, delle galassie, del Cosmo.

E’ ben vero che tutte le cose mutano e divengono, ma qualcosa persiste, che le fa riconoscibili d’epoca in epoca, perché non subisce cambiamenti. L’Essere traspare attraverso il divenire, che, come compare, svanisce.

La durata sembra un prodotto del divenire, ma dimostra l’essere. Pare contraddittorio parlare di “persistenza mutevole”, eppure questo termine illustra lo stato delle cose.

In verità, tutto questo gioco, di durata, persistenza, prolungamento nel futuro è causato dal ciclo. Si ricordi che esso è l’unico fenomeno che sintetizza discontinuo e continuo, invariante e mutevole, non solo in sé medesimo, ma in tutti i processi cui dà vita.

Ogni misura di ciclo muta la forma, non intacca il contenuto, modifica il loro reciproco rapporto. L’insieme di queste operazioni è il futuro. L’oggetto (la forma) ha una sua durata ciclica ed è plasmato dall’avvenire, mentre il soggetto (l’essere) non ha durata e non subisce alterazioni. Il loro rapporto (la coscienza) varia in modo positivo o negativo secondo i mutamenti qualitativi della forma. Si noti che la procedura esula dalla quantità.

Per quanto sopra affermato, il futuro:

1)      E’ sintesi di discontinuo e continuo, essere e divenire.

2)      Agisce sulla forma e sulla coscienza, non ha potere sull’essere.

3)      Si esprime mediante raggi e onde luminose.

4)      E’ proporzionato allo sviluppo di ciascuna creatura.

5)      Dipende dalla durata, il che significa che ognuno ha il proprio futuro.

6)      E’ collettivo quando esistono comunità autentiche.

7)      Organizza il moto evolutivo generale.

Gli ultimi quattro punti dell’elenco riguardano la sua facoltà di adattarsi sia alle società e alle razze, sia agli individui senza lederne la libertà. Uno stato di confusione o di guerra può colpire popoli interi, e dunque travolgere anche i singoli, ma ciascuno di questi lo vive secondo il proprio livello evolutivo interiore: ne esprime, infatti, condizione e qualità del karma – argomento questo che merita di essere approfondito, poiché tra futuro e karma esiste certamente un rapporto, che in Occidente è ignorato.

Ai fini e nei limiti di questa memoria, però, urge comprendere che il futuro è energia che può essere modellata anche dall’individuo umano, specie se questi impara a rispettare il lavoro creativo delle gerarchie superiori, invece di ostacolarlo con propositi divergenti.

Queste pagine, con i pensieri che trasmettono, sono tenue esempio di quanto vi si asserisce, poiché mirano a inserire un’interpretazione impersonale e creativa dell’esistenza, sublimandone il significato; prospettano la possibilità della confluenza fra destini di vario livello, armonizzando fra loro le finalità degli operatori. La lenta, graduale, prudente introduzione di simili concetti nel pensiero collettivo umano potrebbe, appunto, costruire, ricorrendo all’immaginazione creativa, un avvenire glorioso, oggi neppure sperato.

“Un viaggio di mille miglia comincia dal primo passo”.

Tratto, per la maggior parte, da scritti inediti di Enzio Savoini

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2 risposte a Conoscere e gestire il futuro

  1. Gabriela dice:

    questo argomento stimola infiniti pensieri.Tra i tanti quello che la moderna psicologia, da tempo, sta aprendo il suo interesse verso il mondo delle facoltà creative.
    Da una visione deterministica dei suoi albori, allo studio del condizionamento, dove pareva tutto fosse influenzato da qualcuno, qualche cosa, siamo arrivati a mettere insieme, non solo questi punti di vista, ma ad inserire altre casualità, altre e sempre maggiori possibilità. La più avanzata credo, sia quella che parte dagli studi degli stati di coscienza, con giunta alle neuroscienze, ed agli studi che ogni giorno si affacciano agli orizzonti della conoscenza.
    Mi sembra di cogliere, infatti, una maggiore visione, più inclusiva, capace di restituire all’uomo, all’umanità, la sua giusta collocazione. La reale possibilità di accedere a tutte quelle potenzialità che per secoli sono state assoggettate ai poteri dominanti. Il futuro, infatti, non può essere solo dominio del caso, ma una realtà creativa, che ciascuno di noi può imparare a costruire, a dirigere, seguendo uno scopo, un campo di azione ed un progetto, aiutati come siamo da sempre dai modelli, cosi generosamente elargiti dai maestri. Cosi, lavorando, verso la comprensione di una visione ampia, capace di dare un senso al nostro esistere , come singolarità e come collettività.Si, noi possiamo costruire il futuro, un futuro radioso, anche se spesso , dobbiamo imparare a cavalcare i marosi del passato che si infrangono sulle strade del presente.

  2. Anna Z. dice:

    Gli uomini ritengono che il futuro sia misterioso e inconoscibile anche se, ogni giorno, progettano, programmano e organizzano la loro esistenza preparando in questo modo gli eventi che avverranno
    nel domani più prossimo.
    Essi, che praticamente vivono per il futuro, lo temono, non lo osservano, si fidano solo del presente che rappresenta invece la vera illusione e per questo motivo non fanno piani a lungo termine per il pianeta e per i loro successori perché non sanno che il futuro è vivo, malleabile e si adatta alle vicende di ciascun individuo; ignorano che dedicarsi al futuro equivale a creare: lo fanno in modo inconsapevole, senza riflettere e senza usare l’intelligenza del cuore che è la sola, essendo consonante con le leggi superiori, a possedere la capacità di usare in modo cosciente l’immaginazione creativa. Creare significa costruire il futuro e per farlo occorrono osservazione, esercizio e commensura perché immaginare non è soltanto fantasticare o produrre figure inconsistenti ma mettere in contatto le vicende esterne con quelle che si verificano dentro di noi e per far questo siamo dotati di uno”specchio”che è il terzo occhio, situato al centro della fronte, capace di riflettere l’esterno nell’interno e l’interno nell’esterno in modo che le immagini interiori si traducano in eventi reali.
    Semplicemente comprendendo e accettando questo nuovo modo di pensare e di agire compiamo quel famoso e indispensabile primo passo che ci introduce in un lunghissimo e meraviglioso viaggio!

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