Il Sole incontra ora (Segno zodiacale di Gemini) la parte più bella e lucente del Cielo (stelle del Toro, Pleiadi, Orione, Auriga…), e simmetricamente vede la Terra entrare nelle profondità della ‘luce scura’, tra le stelle penetranti dello Scorpione e accordarsi, in particolare, con Antares, il Cuore dello Scorpione, fuoco primario della costellazione:
31 maggio – Congiunzione Terra-Antares (Scorpione)
In tale Data la nostra amata Terra, quale Centro solare sede della ‘presa di coscienza’, interseca sul suo Sentiero orbitale l’ardente gigante rossa Antares, il cuore dello Scorpione capace di donare immortalità, opposta, rispetto al Sole, ad un’altra stella regale, Aldebaran, l’Occhio taurino della rivelazione. La Luce scura e la Luce chiara si fronteggiano, incidendo la Via centrale del Cielo, la fondamentale direzione che sembra rivelare in sé la polarità cosmica tra il profondissimo Cuore galattico (tra le stelle dello Scorpione e quelle del Sagittario) e la massima radianza del nostro Cielo, dominato dal Cacciatore di Luce Orione.
Vediamo ora i simboli e i miti, l’etimo, la segnatura e i rapporti spaziali deposti nel Cielo astronomico, per cogliere eventuali corrispondenze e comprendere la gerarchia di valori e funzioni: l’ordinata psicogeometria intessuta dal Centro focale Antares tra le altre Alture cosmiche, così da accoglierne coscientemente i doni che riversa di continuo nell’intero sistema solare, sul pianeta e l’umanità, senza riserve né clamore alcuno.
Antares, che in greco significa ‘rivale di Ares’, è ‘simile’ al pianeta Marte che le sta ‘di-fronte’ (anti)[1], un’immagine di ‘fronteggiamento’ che ritroviamo anche in Aldebaran, la lucida del Toro: il nome della Stella viene correlato ad ‘Anti Har’, che significa ‘di Fronte ad Horus’, figlio di Osiride/Orione e Iside/Sirio, associato dagli Egizi alla costellazione del Toro con Aldebaran quale ‘occhio destro di Horus’, l’Occhio aperto della Visione:
“In origine, prima dell’aumento dell’inclinazione dell’asse della Terra, vi era una linea astronomica virtuale che divideva a metà il Cielo, creando una sorta di Bilancia cosmica, la suprema ‘Maat’ degli Egizi. Essa transitava tra le due Stelle Sentinelle custodi del Cielo, le Giganti rosse Betelgeuse (Alpha di Orione) e Antares (Alpha dello Scorpione). Un grave cataclisma fece inclinare la Terra a Sud-Est con gravi conseguenze per la Vita sul Pianeta. La linea si spostò su una posizione che allineava contemporaneamente Aldebaran (Alpha del Toro) e Rigel (Beta dell’Orione) mentre dall’altra parte veniva sempre raggiunto lo Scorpione, ma questa volta nel pungiglione (Al Shaula). Lo spostamento di una delle due ‘sentinelle’ da Betelgeuse ad Aldebaran, l’Occhio del Toro, rappresenta una possibile interpretazione nel mito egizio del simbolico passaggio da Osiride a Horus. Non dimentichiamo poi che Osiride viene spesso rappresentato come posto alle spalle di Horus, come per proteggerlo, ed effettivamente Orione è situato subito sotto al Toro.” (Wikipedia)
Secondo l’Astrologia esoterica[2], Antares é la Stella del Desiderio cosmico, la più rossa che vi sia in Cielo, il simbolo del desiderio che sottostà ad ogni manifestazione della vita divina, della forza che ha trasmutato il desiderio in volontà spirituale e proposito divino[3]: “In Gemini, dove si raccolgono i pomi aurei, Ercole [associato al Segno di Scorpio] lottò anche con Antares. Qui, nello Scorpione, ci troviamo ancora a fronteggiare una stella rossa. Perché? Perché il problema dell’umanità in questo nostro grande sistema solare è quello dell’attrazione fra gli opposti (che è il desiderio). Vi è sempre una dualità tra ciò che è desiderato e colui che desidera.”[4]
Lo Scorpione, splendente costellazione astrale che interseca la scia luminescente della Via Lattea, assomiglia chiaramente all’animale da cui prende il nome, grazie soprattutto all’arco di stelle che ne forma la coda. Antares (alpha Scorpii) è facilmente individuabile al centro della costellazione ed è situata in una posizione simbolicamente significativa: conduce le stelle delle chele dello Scorpione, che abbracciano il piano dell’eclittica, a quelle ad arco della coda che, passando a sud dell’equatore galattico, sembrano indicare col pungiglione finale proprio la Fonte originaria galattica. In particolare, il suo profondo colore rosso-zaffiro (ha una compagna di colore azzurro, Antares B) spicca fra le stelle luminose che la circondano, che sono quasi tutte di colore azzurro. Con tre di queste, ossia β Scorpii, δ Scorpii e π Scorpii, Antares forma l’asterismo noto come il Grande Uncino.
Il Cuore dell’animale, incastonato nel Cielo quale custode delle sfolgoranti profondità attorno al Centro dei centri galattico, nutre quindi una porzione di Spazio che svela i poteri veicolati dalle sue costellazioni, trasmessi attraverso i misteri e i miti esoterici: lo Scorpione cosmico è sormontato dall’Ofiuco e dall’Ercole, due Fratelli Celesti disegnati ‘testa a testa’, Identità cosmiche in grado di sconfiggere serpenti e draghi, di controllare o arginare le correnti; ed è sostenuto dalle stelle dell’Ara (Altare) e del Centauro, energie che onorano l’essenza e la saggezza.
Continuiamo a seguire la luce irradiata dalla parola Antares, a testimonianza della sacralità con la quale l’antichità l’ha custodita in millenni di tradizione popolare: nell’astrologia persiana é uno dei 4 Guardiani del Cielo, delle 4 Stelle regali (con Regolo, Aldebaran e Fomalhaut)[5]; per gli Egizi era il simbolo della dea Iside (Sirio), e nell’antica Cina è la ‘Stella di Fuoco’ mentre la regione del cielo che la circonda era chiamata Ming Tang, che significa Sala della luce, con riferimento alla sala del consiglio dell’Imperatore: Antares simboleggiava l’imperatore stesso, mentre le stelle che la circondano la sua corte, i suoi consiglieri e i suoi figli. Nella Filosofia Esoterica Orientale, la Stella regia Antares è uno dei quattro Mahârâjah, i “Quattro sacri,” collegati con il Karma e l’Umanità, il Cosmo e l’Uomo, in tutti i loro aspetti.[6]
Infine, per gli indios, la Madre Scorpione dimora in fondo alla Via Lattea, dove riceve le anime dei morti e dalla quale provengono le anime dei neonati; gli Indiani d’America affermano che “… le anime viaggiano verso sud: alla fine del sentiero celeste sono accolte dalla ‘Stella degli Spiriti’ (Antares) e là dimorano”. La rappresentazione dello Scorpione come una figura materna trova antiche corrispondenze: la “Vecchia dea dalla coda di scorpione” dei Maya, la dea-scorpione Selkis-Srk.t dell’Antico Egitto e nell’Ishara Tamtin dei Babilonesi. Ishara del mare, dea della costellazione dello Scorpione, era anche detta “Signora dei fiumi.” Per questo motivo lo scorpione era considerato in Mesopotamia anche simbolo di fertilità e prosperità.[7]
Lo scavo etimologico per riportare alla luce il nome Antares rivela una parola preziosa, un diamante culturale, un nome antico che da 4274 anni trapassa culture e luoghi diversi. La parola contiene il nome[8] del dio AN TAR ISH che conduce al primo impero della storia conosciuta, ad opera degli Accadi (2350-2150 a.C.), radice che influenzò le culture dell’Europa. Antarish è uno dei nomi di ENLIL, ISH KUR (l’archetipo che significa ‘da due uno’), il dio sovrano degli Accadi.
Il nome Antares ci porta, infine, ad Antariksha, il figlio del Cielo (Dyau) e della Terra (Pritivi), dei Veda. Tale Nome è dunque un suono creatore e un simbolo vivente della radice primordiale.
Si inferisce da tutto ciò che in tale Data, 31 maggio, un flusso di Luce rivelatrice inonda lo spazio solare e planetario illuminando i Cuori: Antares, la Fonte dell’Ardore cosmico in lotta per donare immortalità, riversa il Suo dono regale e primordiale, inducendo al trionfo luminoso della Vita, per Amore incondizionato.
“Possibile fare a meno del desiderio, se persino lo spirito s’incarna per desiderio?
I desideri sono faville di moto…
Chi ne è libero sale in alto, a comprendere.
Chi ne è schiavo piange disperato”.
(Da: Agni Yoga, § 259, Collana Agni Yoga)
[1] La preposizione greca anti richiama, etimologicamente, quella egizia di pari significato: Khent, di origine africana, molto frequente nelle suddivisioni astronomiche egizie, sempre con chiara idea di ‘fronteggiamento’.
[2] A.A.Bailey, Trattato dei Sette Raggi, vol III, Collezione Lucis.
[3] La parola “desiderio” sopra citata deriva dal latino desiderium, composta da de e sidera, letteralmente ‘discesa dalle stelle’.
[4] Da: A.A.Bailey, Le Fatiche di Ercole, Collezione Lucis, pag. 81
[5] La contrapposizione astronomica delle 4 Stelle Reali come stelle dei Solstizi e degli Equinozi fu adottata come simbolo dei quattro Evangelisti, con l’eccezione del solo Scorpione, che fu sostituito dalla vicina costellazione dell’Aquila. ‘L’Aquila è permutabile con lo Scorpione’, ne è la sublimazione ultima attraverso lo stadio intermedio di Scarabeo volante, simbolo dell’Anima presso gli Egizi. L’Aquila sta per la vittoria dello Spirito ricercata dal Guerriero del Cielo, Ercole, l’eroe del Cuore associato al Segno di Scorpio.
[6] Essi sono: Regolo/Leone, il Sole o il suo sostituto, l’arcangelo Michele; Antares/Scorpione, la Luna o il sostituto, Gabriele; Fomalhaut/Acquario, Mercurio, Raffaele; e Aldebaran/Toro, Venere, Uriel; le quattro grandi divinità karmiche dei Buddisti settentrionali, collocate ai quattro punti cardinali per vigilare sull’umanità, gli Angeli Guardiani dei Quattro Angoli della Terra.
[7]Da: A.Cattabiani, Planetario, Oscar Saggi Mondadori, pag. 184
[8] Lo ‘studio dei nomi degli dei’, può essere in qualche modo definito EME GIR (dal sumero ‘lampeggiare’), lingua (dal latino ‘lingua’, antico ‘dingua’ <DIN G (IR), divinità + UA, Cielo Terra), intesa come ‘fiume dei nomi della conoscenza’. Studiare i nomi significa quindi contribuire alla conoscenza non solo della civiltà da cui la lingua ha avuto origine ma anche dei suoi influssi e spostamenti. I ‘nomi degli dèi’, che sono sopravvissuti per millenni e che si trovano come fossili all’interno delle nostre parole, sono preziose testimonianze dell’origine della nostra lingua.
I nomi erano considerati dai Sumeri ‘emissioni’ della divinità e lo scopo principale della lingua era quello di collaborare all’opera creativa della divinità. (Wikipedia)
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