Aprendo questo Campo di lavoro ci siamo chiesti, tra l’altro, come attingere ai Modelli promotori di evoluzione.
Una prima risposta a tale domanda può essere: “riconoscendoli e imitandoli”.
Dicevamo la volta scorsa che ciascuno di noi sceglie dei modelli nel corso della vita, che cambiano col progredire della coscienza, alla quale sono indissolubilmente legati.
Arriva poi il giorno in cui la spinta evolutiva urge in noi ed iniziamo a porci le domande fondamentali dell’esistenza: “Chi siamo?, Da dove veniamo?, Dove siamo diretti?”.
La ricerca dei modelli diventa allora consapevole ed obbligata: il Modello è ciò che può aiutarci a dare risposta a tali domande. Più queste in noi si chiariscono, più siamo in grado di riconoscere i modelli promotori di evoluzione: le Guide, maggiori e minori.
Le Guide sono magneti che orientano e attraggono le coscienze ardenti, che si impegnano non semplicemente a venerarle ma ad imitarle.
Nel medioevo, in un oscuro monastero, Tommaso da Kempis scrisse un’opera intitolata: “L’imitazione del Cristo”. L’uso di questo termine, imitazione appunto, rivoluzionò il concetto allora corrente di “adorazione del Cristo”. Fu un gesto di grande coraggio, che mostrò la profonda comprensione del fatto che i grandi Esseri sono ciò che noi saremo e che, in essenza, già siamo: siamo il Magnete e le particelle che vi sono attratte, che devono assumerne consapevolezza.
L’imitazione è un gesto di attività creativa, guidato da un cuore infuocato. Si dice, nei testi di alcuni Insegnamenti, che occorre fare “come se”, imitando coscienziosamente ciò che non si conosce.
Non è di fatto diverso da quando da bambini si imitano i grandi, se non nella consapevolezza e nell’impegno. Non si tratta cioè di “fare finta di”, ma di “imparare ad essere ed assumerne la responsabilità”.
Quando il nostro cuore aderisce ad un Modello, significa che una parte di noi è già lì e che quindi si può aprire un canale energetico, un dialogo fra il maggiore e il minore, che tende ad unificare i due. Imitando il Modello a punto a punto, con impegno ed in leggerezza, ci si ritrova un giorno ad annullare la differenza fra l’uno e l’altro. Così si procede sulla via dell’ascesa, senza deflettere, in bellezza e commensura, con lo sguardo rivolto all’Alto, al Cielo: il Modello di tutti i modelli.
Il grande modello celeste è sotto gli occhi di tutti e non è separato da noi, abitanti di questo bellissimo pianeta azzurro che è uno di quei punti palpitanti che distribuiscono luce, amore e conoscenza, solcando maestosamente lo spazio solare.
Così dunque siamo noi uomini: punti di luce nel nostro cielo planetario, che volgono lo sguardo alle luci maggiori, i grandi dell’Umanità, fari che brillano in questa porzione di spazio e che continuano a splendere e ad illuminare, indipendentemente dal fatto che la forma fisica a cui li associamo si sia dissolta da tempo.
A noi, con i nostri progetti piccoli ma grandiosi, tocca alimentare quelle luci, disponendo attorno ad esse una rete di fari minori che contribuiscano ad estrarre le coscienze dal disordine e dalla confusione, unificandole in un’impresa comune.
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