L’Economia del tempo libero

Dopo aver accennato, lo scorso maggio, ad una possibile amministrazione della nostra Casa/Pianeta “secondo regole di giustizia” e lo scorso luglio a rapporti surreali tra Economia e Lavoro, introdurremo ora una visione insolita di possibili rapporti tra Economia ed il mondo del cosiddetto “tempo Libero”.

Il tempo libero è concetto del tutto moderno, almeno nella sua diffusione di massa. In occidente ha visto una larga diffusione solo successivamente alla seconda guerra mondiale essendo prima necessario dedicare buona parte delle energie disponibili alle necessità del sostentamento, lavorando molte ore ogni giorno nelle campagne e nelle fabbriche.

Il tempo libero, nella sua accezione attuale di letture, spettacoli, viaggi, sport, era allora privilegio di una ristrettissima classe di nobili e possidenti, molti dei quali si vantavano apertamente di non aver mai lavorato nella loro vita.

Per verificare come sia cambiato il mondo nel secolo scorso sarà sufficiente tener conto di un unico dato, relativo alle immatricolazioni di automobili in Italia, bene durevole che possiamo prendere quale indicatore tipico della possibilità di utilizzare il tempo libero:

  • nel 1° cinquantennio del ‘900 sono state immatricolate in Italia meno di 500.000 auto
  • nel 2° cinquantennio del ‘900 sono state immatricolate in Italia più di 85 milioni di auto.

Buona parte del tempo libero si manifesta quale attività sportiva; anche in questo settore vi sono stati notevoli incrementi negli scorsi decenni, basti pensare che verso la metà degli anni ’70 del secolo scorso vi erano in Italia circa 500 negozi di articoli sportivi e che, solo un decennio dopo, essi avevano superato le 5.000 unità, con livelli di fatturato unitari notevolmente accresciuti.

Con una visione economica consueta possiamo vedere, nei casi citati, tutti gli aspetti di un normale andamento di mercato e delle curve di vita dei relativi prodotti:

  • 1a fase, mercato poco significativo
  • 2a fase, mercato in crescita lenta
  • 3a fase, mercato in rapida espansione
  • 4a fase, mercato in rallentamento
  • 5a fase, mercato limitato al solo ricambio/sostituzione.

Ciò vale per tutti i prodotti/servizi offerti, siano essi automobili, televisori, articoli sportivi, telefonini, viaggi, integratori alimentari, palestre, eccetera; ma vediamo anche questo mondo secondo una visione economica dell’uomo che ha raggiunto la coscienza di Atomo Planetario Consapevole, sicuramente ancora insolita ma che potrebbe presto iniziare a diffondersi con la velocità di un prodotto che vive la 3a fase prima citata.

Pensiamo alla necessità attuale di compiere un’attività fisica, di fare “sport”. Anche il nobile dell’Ottocento faceva sport, quei pochi allora praticabili, ma lo faceva solo lui e non certo il mezzadro delle sue tenute o l’operaio delle sue fabbriche, e neanche il personale dedicato alle cure casalinghe perché la giornata di lavoro era più che sufficiente alla bisogna.

Oggi tutti, o quasi, abbiamo bisogno di fare sport o, per meglio dire, di equilibrare il dispendio delle nostre energie fisiche con quello delle energie emotive e mentali, che risulta spesso essere disarmonico. Allora andiamo a correre nel parco, in bicicletta, a nuotare in piscina, al tennis, in palestra, e con ciò mettiamo in movimento il sistema economico grazie però ad attività che non producono un lavoro veramente utile al Sistema Planetario se non dal punto di vista economico ordinario, appunto, comportante però tutti gli effetti negativi di questo genere di economia, quali il consumo di risorse non rinnovabili, l’inquinamento che deriva dalla produzione e dalla distribuzione dei prodotti, eccetera.

E se dotassimo le palestre, le biciclette, le racchette, gli sci, di strumenti atti a recepire e immagazzinare l’energia prodotta rendendola quindi lavoro utile per la comunità?

In realtà questo già avviene in molti casi, spesso sottovalutati e quasi sempre non adeguatamente considerati proprio perché poco o nulla produttivi per l’economia ordinaria, quando non addirittura concorrenziali ad essa: parliamo del mondo del volontariato, mondo diffusissimo in Italia, che vede straordinari apporti quotidiani a supporto di molte attività in favore delle situazioni più disagiate.

Il volontariato richiede impegno fisico, emotivo e mentale; il volontariato è equilibrante per sua natura intrinseca: esso insegna la solidarietà nella sua più ampia accezione, assecondando le caratteristiche di ogni individuo, che potrà esprimersi al meglio delle proprie capacità in ogni circostanza, cambiando il genere di attività ogni qual volta lo riterrà necessario, ma sempre in direzione del bene comune.

Collana Agni Yoga, “Appello”, 1924, § 323:

Pensate alle stelle, che di continuo versano luce sull’umanità.

Siate come quelle e date amore, saggezza e conoscenza.

Solo quando tutto si è dato si può ricevere…

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