Tensione

Glossario – Tensione

 

Etimo secondo TPS

Dal latino tensio, che significa sia “corda tesa” sia “tensione”, derivato da tensum, forma supina del verbo tendere, tendere, stendere, con desinenza propria dei nomi astratti derivanti dal tema del supino. Radice indoeuropea *TAN- che esprime l’idea del tirare, stendere. Sanscrito tanomi, estendere; tantis, corda. Greco teino, stendo; tétanos (te-tan-os), tensione. Tedesco dehnen, estendere. Secondo F. Rendich,  in origine le consonanti d e t in indoeuropeo avrebbero espresso la stessa idea di “luce”. Con l’evolversi della lingua il senso delle due dentali si sarebbe differenziato, riservando alla t la funzione di indicare il moto della luce, divenuto in epoca successiva più generalmente il moto che unisce due punti nello spazio (DEC, p. 113). Per cui la radice tan sarebbe composta dalla consonante t col senso di muovere da un punto all’altro, e da an, che indicherebbe il moto di estensione e di espansione del respirare e del soffiare (la stessa radice di “anima”): di qui i termini “tendere”, “estendere”, “risuonare”, per cui ad es. hanno la stessa radice anche “tono”, “tuonare” (Op. cit., p. 119).

 

Tensione significa sollecitazione che genera espansione

 

Nel Lambdoma Vita la definizione è: La Tensione è la carica ignea potenziale (2.3)


Treccani

 

tensióne s. f. [dal lat. tensio -onis, der. di tendĕre «tendere», part. pass. tensus]. –

1. L’azione del tendere e lo stato di ciò che è teso: sottoporre un cavo a forte t.; regolare la t. della corda perché dia la nota esatta, e portare la corda alla giusta t., con riferimento alle corde di uno strumento musicale; la velocità della freccia dipende dalla t. dell’arco; la t. di un elastico, di una molla, dei muscoli; mettere, tenere in t., e aumentare, allentare la t. di qualche cosa. Con sign. specifici:

1.a. In fisica e nella tecnica, forza di trazione: t. applicata agli estremi di una sbarra, di una fune, ecc. Con diversa accezione nella meccanica dei sistemi continui, lo stesso che sforzo (v.) specifico: le t. all’interno di una struttura; la t. tangenziale; t. normali. Con riferimento a sforzi tangenziali, t. interfacciale, la forza, riferita all’unità di lunghezza, che agisce tangenzialmente alla superficie di separazione tra due fasi di un sistema ed è orientata in direzione normale a ogni elemento lineare della superficie stessa (ossia la forza che tiene unite le due labbra di un taglio idealmente eseguito alla superficie di separazione tra le due fasi, riferita alla lunghezza del taglio): interviene in fenomeni quali la capillarità, la formazione del menisco, ecc.; nel caso in cui le due fasi siano un liquido e un gas, la tensione interfacciale prende il nome di t. superficiale, e consiste in una forza che si oppone all’aumento della superficie libera del liquido: è originata dalla distribuzione non bilanciata delle forze attrattive intermolecolari presentata in superficie dalle molecole del liquido (a differenza di quanto accade all’interno, dove le molecole sono simmetricamente circondate da altre molecole con conseguente bilanciamento delle forze intermolecolari), e ad essa si deve il fatto che i liquidi si raccolgono in gocce o che taluni insetti possono agevolmente camminare sull’acqua. Con riferimento alla pressione di un fluido, t. di vapore (o di vapor saturo), la pressione parziale a cui si trova un vapore saturo nell’ambiente che lo contiene, a una data temperatura (v. vapore, n. 1 a).

1.b. In medicina, t. arteriosa, lo stesso che pressione arteriosa (v. pressione, n. 4 a).

1.c. In geotecnica, colpo di t., il distacco di porzioni di roccia che si verifica improvvisamente in cavità sotterranee, naturali o artificiali, generalmente al tetto, allorché le tensioni interne superano il limite di resistenza della massa rocciosa stessa (v. anche colpo, n. 3 d).

1.d. In fonetica, t. articolatoria, e t. muscolare dell’articolazione, la tensione della muscolatura dell’apparato di fonazione: varia con il variare dell’energia fonatoria e con il variare delle singole articolazioni (per es. -t- rispetto a -tt-, ecc.).

2.a. In elettrologia, t. elettrica, o semplicem. tensione, tra due corpi o tra due punti di un conduttore o di un circuito, la differenza di potenziale elettrico che esiste tra i due corpi o tra i due punti; il termine è spesso accompagnato da partic. qualificazioni: t. anodica, di catodo, di griglia, ecc., nei tubi elettronici; t. a vuoto di un generatore (una pila, una termocoppia, ecc.), la differenza di potenziale presente tra i morsetti del generatore a circuito aperto, sinon. quindi di forza elettromotrice del generatore; t. nominale di una linea, con riferimento a una coppia di conduttori della linea, la tensione presente tra i conduttori stessi in condizioni normali di carico; t. nominale di un apparecchio, il valore di tensione (riportato insieme ad altri dati sull’apparecchio in un’apposita targa) per il quale l’apparecchio è stato progettato, costruito e collaudato, e al quale ci si deve riferire per avere la garanzia di un normale funzionamento; t. di perforazione (o t. disruptiva), la tensione alla quale, in un determinato dielettrico, si produce una scarica disruptiva che determina una perforazione. Con uso assol. nelle espressioni essere, trovarsi sotto t., applicare una t. a un conduttore, e sim., indica genericam. una differenza di potenziale rispetto alla terra (o al conduttore di riferimento); t. applicata tra due punti, la differenza di potenziale che si ottiene connettendo i due punti a un generatore di differenza di potenziale (generatore di tensione). In senso relativo, le espressioni alta t., bassa t. sono usate per indicare differenze di potenziale che si possono ritenere, in un particolare circuito, di valore relativamente alto o relativamente basso: così, per es., nei circuiti a tubi termoelettronici, è considerata bassa t. quella applicata ai filamenti, alta t. quella applicata ai circuiti anodici; nelle reti di produzione e di distribuzione dell’energia elettrica, il limite tra alte e basse tensioni è generalmente assunto a 500 V. A seconda dell’andamento temporale, si parla di t. continua, t. alternata, t. sinusoidale, t. impulsiva ecc.; per una tensione alternata si dice t. di picco il massimo valore che assume la tensione, e t. efficace la radice quadrata del suo valore quadratico medio. Per il trasformatore di t., v. trasformatore; t. primaria, t. secondaria, le tensioni ai capi rispettivam. dell’avvolgimento primario e secondario di un trasformatore. T. di contatto, lo stesso che potenziale di contatto (v. potenziale).

2.b. Per analogia con la t. elettrica anche nel magnetismo si usa spesso l’espressione t. magnetica per indicare una differenza di potenziale magnetico scalare.

3 fig.:

3.a. Riferito all’attività intellettuale, il fatto di tendersi, di compiere cioè uno sforzo particolarmente intenso (per trovare una soluzione, risolvere un problema, e sim.), soprattutto nelle espressioni t. mentale, t. della mente (cfr. l’uso di traslati della retorica tradizionale, come tendere l’arco dell’intelletto e sim.). Più spesso, stato di intensa eccitazione o eccitabilità, per lo più connesso con forti preoccupazioni, con l’ansiosa attesa di qualche cosa, con lo struggente desiderio di raggiungere uno scopo o comunque di giungere a una condizione di appagamento che ristabilisca l’equilibrio e la distensione psichica: t. nervosa (cfr. l’espressione avere i nervi tesi), t. dell’animo, t. psichica, e con l’uno o con l’altro senso anche semplicem. tensione (ero in uno stato di terribile t.; la t. per l’esame da affrontare gli ha provocato un esaurimento nervoso; cerco di scaricare la t. facendo molto moto); c’era forte t. nell’aula, o tra i presenti nell’aula, in attesa della sentenza. Con sign. affine, t. drammatica, t. tragica, in opere teatrali, cinematografiche, o anche narrative, l’acuirsi della drammaticità dei contrasti e delle situazioni, e il conseguente effetto di ansiosa partecipazione dello spettatore o del lettore.

3.b. Con riferimento ai rapporti tra individui, gruppi (o membri di un gruppo), partiti, categorie o classi sociali, o anche tra nazioni diverse, situazione di contrasto, di ostilità più o meno latente, che porta a un inasprimento e irrigidimento delle reciproche relazioni, e che in taluni casi prelude a un conflitto aperto, in altri riesce a risolversi in uno stato di distensione e di equilibrio: t. tra marito e moglie, tra colleghi d’ufficio; inasprirsi, risolversi di una t. sociale; la t. tra le due correnti dopo una breve schiarita si è nuovamente acutizzata; la t. internazionale si sta fortunatamente allentando; strategia della t. (v. strategia, n. 2 a).

3.c. In economia e finanza, t. monetaria (o inflazionistica), circolazione monetaria rapida e abbondante che porta a una lievitazione dei prezzi.

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Tensione elettrica – Differenza di potenziale elettrico

 

La differenza di potenziale elettrico, o tensione elettrica è proporzionale (correlata, ma non uguale) all’energia (o il lavoro) necessaria a separare cariche elettriche di segno opposto. Aumenta quanto più crescono: carica elettrica totale, distanza e resistenza elettrica, intercorrenti tra le cariche elettriche.

In fisica è definita come la differenza tra il potenziale elettrico di due punti dello spazio. Si tratta della differenza tra l’energia potenziale elettrica posseduta da una carica nei due punti a causa della presenza di un campo elettrico, divisa per il valore della carica stessa. In condizioni stazionarie è pari al lavoro compiuto per spostare una carica unitaria attraverso il campo da un punto all’altro, cambiato di segno.

La differenza di potenziale elettrico si misura con un voltmetro, in genere integrato in un “tester” elettrico. Nell’ambito del sistema internazionale di unità di misura, l’unità di misura della differenza di potenziale elettrico è il volt (V).

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