Glossario – Respiro
Etimo secondo TPS
Sostantivo derivato dal verbo respirare, a sua volta dal latino respirare, con identico significato, composto dal prefisso re– e dal verbo spirare, soffiare, respirare.
La particella re sarebbe apocope del latino retro, indietro, e in questo caso indica ripetizione.
Spirare, soffiare, deriva dalla radice indoeuropea *SPA-/*SPU-, che esprime l’idea di soffiare. Deriva dallo stesso verbo anche il latino spiritus, soffio, alito d’aria, respiro, principio vitale. Dall’idea di soffio, che è leggero e invisibile, passò ad esprimere qualunque sostanza incorporea. Si vedano: il greco psycho, soffiare, respirare; psyché, alito, respiro e, poiché questo è segno e condizione del vivere, respiro vitale, vita, anima, spirito (e anche “farfalla”); il francese esprit; l’inglese spirit.
Il termine psiche nasce nell’antica poesia greca e Omero lo vede come respiro vitale. In Platone il termine assume pienamente il significato di anima che sopravvive dopo la morte. In russo “spirito” si rende col termine duch, dalla radice indoeuropea *DHU-, che dà l’idea di “spingere con forza su un fuoco”. Dal sanscrito dhuma deriva il latino fumus, fumo, e il greco thymos , spirito, anima (DEC, pp. LVII-LVIII).
Respiro indica alternanza del soffio vitale
Nel Lambdoma Vita la definizione è: Il Respiro è l’alternanza del Soffio vitale (2.5)
Treccani
respiro s. m. [der. di respirare]. –
1.a. Il respirare, l’alternarsi dei movimenti respiratorî: si udiva nella stanza il r. dell’ammalato; trattenere il r.; avere il r. frequente, corto, affannoso (per una corsa o per improvvisa emozione, o per stati patologici); il suo r. divenne di nuovo calmo e regolare; si fermò un istante per riprendere, ripigliare r. (più comunem. fiato). Spesso iperb. e con enfasi: in questa stanza chiusa mi manca il r.; in mezzo a tutta quella folla si sentì mancare il r.; un’afa, un’aria umida, un puzzo che toglie, leva, mozza il r. (in tutti questi casi anche, e più pop., il fiato).
1.b. Ogni singolo atto della respirazione: fare, emettere un r.; allargò i polmoni in un profondo r.; breve, lungo, largo r.; ha dato, esalato, mandato l’ultimo r., è morto; lottare, combattere, resistere fino all’ultimo r., fino alla morte.
1.c. fig. Sollievo, liberazione, tregua o sosta, pace, liberazione da fatiche, impegni affannosi, preoccupazioni: a quella notizia mandò un gran r. di soddisfazione, o anche, soltanto, un gran r.; le preoccupazioni non gli lasciano un minuto di r.; l’attività di questo ufficio non dà r.; lavorare senza r.; quest’estate voglio prendermi una settimana di r.; dilazione, più spesso in riferimento al lavoro o a pagamenti: farò quel che mi chiedi, ma lasciami qualche giorno di r., un po’ di r.; i creditori non gli danno r.; r. di cassa, termine, variabile dai 15 ai 30 giorni a seconda degli usi locali, lasciato al compratore per il pagamento nelle vendite a contanti; pagamento a r., non contemporaneo alla consegna ma a scadenza dilazionata e in genere diluito in più rate a scadenze successive. Con altra immagine, nell’espressione largo o ampio r., per indicare in letteratura, in arte, in musica, ecc., larghezza di vedute, vastità di concezione, forza di afflato lirico: ha messo mano a un’opera di largo r., di più ampio r.; una lirica, un dipinto murale, una composizione sinfonica di largo respiro.
2. In musica, sinon. poco frequente di pausa di breve durata.
3. In fonderia, foro (detto anche montante), praticato nella parte superiore della forma allo scopo di mettere in comunicazione la parte più alta del getto con l’esterno, per consentire la libera evacuazione dell’aria e, soprattutto, per alimentare con metallo fuso il pezzo che, solidificandosi, si ritira: in tal modo si evita la formazione di cavità.
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La respirazione è un processo biochimico del metabolismo energetico degli organismi aerobici e anaerobici, attraverso il quale l’ossidazione dei composti organici si completa con la riduzione, ovvero un’addizione di elettroni all’ossigeno elementare per quanto riguarda i processi di respirazione aerobica, o ad altro composto o elemento per quanto riguarda i processi di fermentazione e di respirazione anaerobica, per esempio usando come accettori finali di elettroni NO3–, SO42- o CO22
Il metabolismo energetico aerobico consuma ossigeno e produce biossido di carbonio (comunemente detta anidride carbonica). In fisiologia si intende, per respirazione, anche la funzione biologica di scambio dei gas fra organismo e ambiente esterno, con assorbimento dell’ossigeno ed emissione del biossido di carbonio. In proposito si distingue fra respirazione cellulare, che fa riferimento al processo biochimico, e respirazione esterna, che fa invece riferimento alla funzione biologica di scambio dei gas
La respirazione cellulare permette di ricavare molecole energetiche (ATP) e calore a partire da carboidrati, lipidi o altri metaboliti. Ad esempio, a partire da una mole di glucosio e sei moli di ossigeno si ottengono sei moli di CO2, sei moli di H2O e 686 kcal di cui il 40% è trasformato in ATP (266 kcal o 38 moli di ATP). Questo avviene in due fasi:
- fase anaerobica o extramitocondriale (glicolisi) (in assenza di O2)
- fase aerobica o mitocondriale (in presenza di O2), che a sua volta si suddivide in ciclo di Krebs e catena citocromica
Respirazione esterna
La funzione respiratoria comprende tutte quelle attività fisiologiche finalizzate a:
- assicurare un adeguato apporto di ossigeno (O2) ai tessuti;
- assicurare lo smaltimento dell’anidride carbonica (CO2) prodotta dal metabolismo delle cellule.
Modalità di respirazione negli esseri umani
La respirazione può essere suddivisa in:
- Respirazione alta: avviene mediante l’innalzamento di coste, clavicole e spalle e la contrazione dell’addome cui consegue l’abbassamento del diaframma.
- Respirazione media: avviene mediante la parziale espansione toracica; si verifica un lieve innalzamento delle coste. La contrazione addominale abbassa il diaframma.
- Respirazione bassa: anche conosciuta come respirazione addominale, profonda o diaframmatica. Si ha una leggera sporgenza della parete addominale conseguente all’effettiva entrata in funzione del diaframma che, abbassandosi, dà maggiore spazio ai polmoni, consentendone una migliore ossigenazione.
Dopo uno sforzo fisico, i battiti del cuore aumentano e il nostro respiro si affanna.
Le fasi della respirazione sono:
- inspirazione, quando l’aria viene introdotta nei polmoni
- espirazione, quando l’aria viene espulsa dai polmoni
Inspirazione
L’inalazione dell’aria, come parte del ciclo respiratorio, è un processo vitale per la vita di un organismo. Come tale, avviene automaticamente (sebbene ci siano eccezioni in alcuni stati patologici) e non ha bisogno di controllo o sforzo cosciente. Tuttavia, la respirazione può essere controllata o interrotta consapevolmente entro certi limiti.
La respirazione consente all’ossigeno (di cui gli esseri umani e molti altri esseri viventi hanno bisogno per la propria sopravvivenza) di entrare nei polmoni, per poi essere assorbito nel flusso sanguigno. I muscoli coinvolti nell’inspirazione sono:
- Diaframma
- Muscoli intercostali esterni
- Muscoli scaleni
- Muscolo sternocleidomastoideo
- Muscolo trapezio
Viene detta inalazione l’assunzione (generalmente volontaria) di vari tipi di sostanze a scopo diagnostico e terapeutico. In diagnostica, ad esempio nei test di funzionalità polmonare di tipo radiologico, è diffuso l’utilizzo di isotopi radioattivi in forma gassosa (come lo xeno).
In campo terapeutico vari gas vengono utilizzati in anestesia (come protossido di azoto, elio, xeno, agenti anestetici volatili); molti farmaci per asma, fibrosi cistica e alcune altre condizioni simili, vengono assunti per inalazione.
Esempi di inalazione accidentale includono invece l’inalazione di acqua (ad esempio nel processo di annegamento) o altre sostanze sia solide che liquide e gassose come fumo, cibo, vomito e altre sostanze estranee meno comuni.
Espirazione
L’espirazione è la fase successiva all’inspirazione, durante la quale l’aria contenuta all’interno dei polmoni fuoriesce dagli stessi. L’espirazione normalmente è data dal semplice rilassamento dei muscoli respiratori (in particolare il diaframma) e dal ritorno elastico degli alveoli polmonari.
Iperinflazione
L’iperinflazione è un aumento anomalo cronico del riempimento degli alveoli. A livello diagnostico si traduce in un aumento della radiolucenza alla radiografia, una riduzione dei rumori polmonari e la depressione del diaframma. Può verificarsi successivamente ad una parziale ostruzione di una grande via aerea, come avviene ad esempio nell’asma, in presenza di tappi di muco, nell’enfisema lobare congenito e nell’atresia bronchiale.
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