Orientamento

Glossario – Orientamento

 

Etimo secondo TPS

 

Sostantivo derivato dal verbo “orientare”, a sua volta da “oriente”, dal latino oriens, participio presente del verbo oriri, sorgere (sottinteso sol, sole), trarre origine. La radice di riferimento del verbo è ben illustrata da F. Rendich: , che dà origine ad ar, or, ur, ir/īr, er, che tutte esprimono l’idea fondamentale di “muovere verso l’alto”, “sorgere”, “alzarsi”, “innalzare” (DEC, pp. 338-339) e che si caratterizzano, secondo il parere concorde dei linguisti, in vari modi anche a seconda della varietà delle lingue derivate: ad es. *AR- indica prevalentemente il moto verso, il moto per unire; *UR- indica il modo dalle origini, specie nella cultura anglosassone, etc.

Si vedano il sanscrito ūrdhva, eretto; il greco orthòs, dritto; il latino ortus, che come participio perfetto di oriri significa “alzato”, “nato”, e come sostantivo il “sorgere di un astro”.

 

Orientamento significa allineamento con la luce stellare

 

Nel Lambdoma Luce la definizione è: L’Orientamento è la direzione di riferimento (2.4)


Treccani

 

orientaménto s. m. [der. di orientare]. –

1.a. L’azione, il fatto e il modo di orientare: o. di una carta geografica, di una carta topografica; stabilire l’o. di un edificio; o. di una superficie. In partic., in matematica, l’attribuzione convenzionale, a un dato ente geometrico, di un senso, di un verso o di una qualità che generalizzi tale nozione (per es., o. di un vettore, l’ente costituito dalla direzione e dal verso del vettore).

1.b. Il modo di orientarsi, di essere orientato, la posizione relativa ai punti cardinali o ad altri punti di riferimento (ma in questo senso è più com. orientazione): l’o. delle mura è da nordovest a sudest; o. di una nave, di un aereo; in marina, o. dei pennoni, delle vele, la posizione che hanno i pennoni e le vele rispetto al piano mediano longitudinale della nave. Nei metodi di rilevamento fotogrammetrico: o. interno di un fotogramma, la sua posizione relativa rispetto alla lente della camera da presa; o. esterno, la posizione relativa di tutta la camera da presa rispetto al terreno rilevato. In petrografia, disposizione spaziale di strutture e di tessiture delle rocce; o. preferenziale, disposizione spaziale orientata della maggior parte di dati elementi di una roccia, per es. di alcuni tipi di granuli, di minerali, ecc., che si dispongono con gli assi morfologici e cristallografici in direzioni preferite. Nella tecnologia delle fibre chimiche, grado di o., la caratteristica delle catene molecolari di essere orientate in misura più o meno regolare nella direzione dell’asse principale delle fibre.

2.a. Determinazione dei punti cardinali del luogo in cui ci si trova: cercare, stabilire l’o.; e la conoscenza stessa della posizione in cui ci si trova rispetto ai punti cardinali, della direzione che si sta seguendo o che si deve seguire: perdere, ritrovare l’orientamento. In geografia e in topografia si attua l’orientamento rispetto ai punti cardinali determinando la giacitura del meridiano del luogo (cioè la direzione del nord geografico), osservando il decorso del Sole, la direzione delle ombre, la posizione delle stelle, ecc., o adoperando la bussola (che dà la direzione del nord magnetico) o una carta topografica della zona, o ancora, con maggior precisione, usando metodi astronomici.

2.b. Nell’uomo, la capacità di orientarsi, come consapevolezza della reale situazione in cui un soggetto si trova, rispetto al tempo, allo spazio e al proprio io, risultante dalla sintesi di molteplici processi psichici (percettivi, mnesici, ideativi) che implicano insieme un sufficiente grado di lucidità della coscienza: avere, non avere o., o anche capacità d’o., e più spesso senso d’orientamento, che indica anche, più genericam., la capacità di determinare il luogo dove ci si trova e conseguentemente di prendere la direzione esatta per raggiungere il luogo voluto.

2.c. Corsa a orientamento: sport nato alla fine del secolo 19° nei paesi scandinavi (noto perciò anche con il nome sved. orientering o con il suo adattam. ingl. orienteering) e introdotto in Italia negli anni Cinquanta: nella forma più comune consiste in una corsa campestre ad andatura libera in cui i concorrenti, utilizzando una carta topografica e una bussola, devono raggiungere punti di passaggio obbligato opportunamente contrassegnati sul terreno e indicati sulla carta; vince la gara chi ritorna al punto di partenza nel minor tempo. Esistono numerose varianti: la gara può essere individuale o a staffetta (a squadre); può svolgersi, oltre che a piedi, con gli sci, a cavallo, in bicicletta, ecc.; può essere a cronometro o a punteggio.

3. In zoologia, l’insieme delle azioni e dei comportamenti che, attraverso l’interazione di stimoli scatenanti e stimoli orientanti, permettono il controllo della posizione normale nello spazio (o. primario, basato sull’elaborazione di stimoli raccolti dai recettori di gravità) o il raggiungimento di mete predeterminate (o. secondario); in quest’ultimo caso si distinguono un o. diretto, quando la meta è costituita da un oggetto preciso (per es. una preda), e un o. indiretto, quando la meta costituisce solo un insieme di riferimento per determinare la direzione del moto (per es. i luoghi di svernamento durante le migrazioni degli uccelli): nell’orientamento diretto si distinguono, sulla base del sistema sensoriale utilizzato nella localizzazione dell’oggetto, un o. visivo (per es. negli uccelli predatori), un o. acustico (per es. nei pipistrelli), un o. chimico (per es. in alcuni insetti), un o. olfattivo (per es. nei mammiferi), un o. tattile (per es. in molti invertebrati cavernicoli), un o. termico (per es. nei serpenti), e un o. elettrico (per es. in alcuni pesci); nell’orientamento indiretto, i fattori di riferimento possono essere rappresentati da particolari sorgenti luminose (come nell’o. stellare degli uccelli), campi elettrici, campi magnetici (per es. il campo magnetico terrestre), campi gravitazionali, correnti di fluido.

4. In senso fig., l’avviare e guidare per una determinata via; indirizzo dato a persone o cose, o da esse seguito per raggiungere un determinato scopo: o. delle indagini, delle ricerche, degli studî, della politica; l’o. culturale dei giovani; o. scolastico e professionale, l’insieme delle iniziative volte a favorire una scelta ragionata degli studî da seguire e della professione da intraprendere, tenendo conto delle attitudini dimostrate e della personalità del soggetto, delle condizioni familiari, locali e ambientali, delle tendenze del sistema produttivo e delle possibilità di occupazione. Anche, il fatto di formarsi delle idee sufficientemente chiare circa problemi, faccende complesse, argomenti di studio, attività da svolgere: quanto ti ho detto, potrà servirti per un primo o. sul metodo da seguire. Sempre in senso fig., perdere l’o., non raccapezzarsi, confondersi, non sapere più ciò che si fa o si deve fare, e sim. Al plur., titolo di opere, trattati, manuali, ecc., intesi a orientare il lettore o lo studente circa determinate discipline o problemi: Orientamenti di matematica, di filosofia, ecc.

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Wikipedia

 

Orientamento – l’atto di orientare o di orientarsi (letteralmente, volgersi verso l’Oriente, cioè stabilire la giusta direzione o posizione)

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