Educazione

Glossario – Educazione

 

Etimo secondo TPS

 

Dal latino educatio, derivato da educare, intensivo di educere, trarre fuori, composto dalla particella e/ex, “fuori da” e da ducere, trarre, condurre.

Per la maggior parte degli studiosi la radice indoeuropea è *DUK- che esprime l’idea di andare, condurre. La particella “e” iniziale di “e-ducare” indica che si tratta del processo di “guidare fuori”, e non di “immettere”.

 

 Educazione significa sviluppo delle inclinazioni rette.


Treccani

 

1. In generale, l’attività, l’opera, e anche il risultato di educare, o di educarsi, come sviluppo di facoltà e attitudini, come affinamento della sensibilità, come correzione del comportamento, come trasmissione e acquisizione di elementi culturali, estetici, morali: curare l’e. della mente, dello spirito, dell’ingegno, della fantasia, della memoria, del senso estetico, del gusto, dei sensi; avere, non avere un’e. letteraria, artistica, musicale. Più in partic., il processo di trasmissione culturale, diverso per ogni situazione storicamente e culturalmente determinata, mediante il quale, all’interno di determinate istituzioni sociali (famiglia, scuola, ecc.), viene strutturata la personalità umana e integrata nella società: e. della prole, come obbligo imposto dalla legge ai genitori; dare un’e. ai proprî figli; dedicarsi all’e. dei giovani; conferire un’e. civile, morale, religiosa; trascurare, perfezionare la propria e.; e con riguardo al modo di educare, di essere educato: sistemi, metodi di e.; dare, ricevere un’e. severa, rigida, seria, debole, falsa; avere ricevuto una sana educazione.

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Wikipedia

 

L’educazione (dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori, “tirar fuori” o “tirar fuori ciò che sta dentro”), derivante dall’unione di ē- (“da, fuori da”) e dūcĕre (“condurre”), secondo altri deriverebbe dal verbo latino educare (“trarre fuori, allevare”). è l’attività, influenzata nei diversi periodi storici dalle varie culture, volta allo sviluppo e alla formazione di conoscenze e facoltà mentali, sociali e comportamentali in un individuo.

Il termine è spesso ritenuto complementare a insegnamento o istruzione anche se quest’ultima tende ad indicare metodologie più spiccatamente “trasmissive” dei saperi. Tuttavia, sebbene le strategie istruzionali possano essere parte di un percorso educativo, il significato di educazione è più ampio e mirante ad estrapolare e potenziare anche qualità e competenze inespresse. Se dal punto di vista etimologico il significato della parola appare chiaro, nella lingua italiana il suo utilizzo, rispetto a termini come istruzione o formazione, è talvolta equivoco anche in testi normativi e pedagogici.

In italiano il termine educato è anche sinonimo di un individuo che segua una condotta sociale corretta rispetto a norme non necessariamente codificate (benché di generale condivisione), le cosiddette “buone maniere” quali la “gentilezza”, l'”urbanità” ecc. Un altro motivo di confusione è anche dovuto al diverso uso che si fa del termine educazione in altre lingue (ad es. nella lingua inglese con “education” si tende spesso ad indicare “istruzione”). La stretta connessione che c’è tra il sapere acquisito da un individuo ed il suo comportamento rendono le due parole apparentemente sinonime in vari contesti.

Esistono tre tipi di educazione: la formale, la non formale e l’informale. La prima disciplina che studiò sistematicamente i problemi dell’educazione fu la pedagogia, che si concentrò sull’educazione infantile. In tempi moderni nacquero poi le scienze dell’educazione e della formazione, che trattarono anche l’educazione continua in età adulta, rendendo questa accezione di “formazione” un sinonimo di educazione.

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