Accordo

Glossario – Accordo

 

Etimo secondo TPS

 

Sostantivo derivato dal verbo “accordare”, dal latino medioevale accordare, che aveva un duplice significato e origine: 1) composto dal prefisso ad, indicante moto a luogo, e da cor, cuore, con il senso di “conciliare”; 2) composto dal prefisso ad e da chorda, “corda”, con il senso di ridurre a giusta intonazione uno strumento musicale a corde.

Nel primo caso, l’etimo di cor è dibattuto: secondo la maggioranza dei linguisti, la radice indoeuropea di riferimento sarebbe *KERD-, che esprime l’idea della vibrazione. Si citano le espressioni che indicano il “cuore” in varie lingue: sanscrito hṛd; greco kardia (kradao significa “vibrare”); inglese heart; irlandese cride; tedesco herz; russo serdze; francese coeur. Secondo F. Rendich invece cor deriva dalla radice indoeuropea *HṚD-, in cui si individuano due componenti: “che porta [h] energia [d]”, “cuore” (Franco Rendich, Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo-Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, p. 521).

Nel secondo caso, si nota che il latino chorda deriva dal greco khordé, budello, la materia prima con cui venivano costruite le corde degli strumenti musicali. L’etimo è incerto: alcuni linguisti lo fanno risalire alla radice indoeuropea *KAR-, che esprime l’idea dell’avvolgere, mentre altri ad una radice non definita, di cui vi sono tracce in lingue semite, che avrebbe dato origine al latino hira e al greco cholàs, che entrambi significano “intestino”.

 

Accordo significa significa assonanza di vibrazioni

 

Nel Lambdoma Sintesi  la definizione è: L’Accordo è la triade sonora (7.3)


Treccani

 

 accòrdo s. m. [der. di accordare]. –

1. Concordia, armonia di sentimenti in una o più cose: c’è stato sempre fra loro un buon a.; essere in buon a.; buon a. fra marito e moglie, fra suocera e nuora; andare, essere d’a.; siamo d’a. in tutto e per tutto; andare d’amore e d’a.; andare d’a. come cani e gatti, essere in continua lite.

2. Incontro di volontà per cui due o più persone convengono di seguire un determinato comportamento nel reciproco interesse, per raggiungere un fine comune o per compiere insieme un’azione o un’impresa: fare un a., e mettersi, restare, rimanere, trovarsi d’a.; venire addivenire a un a.; prendere una decisione di comune a., di pieno a.; cè già un a. tra noi; non cè stato tra loro nessun a. preventivo, ne sono certo; allora, siamo d’a., restiamo dunque d’a. così, e sim., per ribadire l’intesa raggiunta; la locuz. avv. d’accordo si usa spesso come risposta affermativa: «Allora, ci vediamo domattina alle nove» – «Daccordo! » (con quest’uso, si ha anche il superl. fam. d’accordissimo, spec. nell’iterazione intensiva d’accordo, d’accordissimo!). In partic., nel diritto:

2.a. A. criminoso, accordo tra due o più persone allo scopo di commettere un reato; se quest’ultimo si verifica si ha il «concorso nel reato».

2.b. Incontro di consensi fra due o più contraenti inteso alla perfezione di un contratto o, più in genere, di un negozio giuridico: a. delle parti o fra le parti.

2.c. Patto, convenzione fra persone singole o enti collettivi (per es., nel diritto amministr., l’accordo fra comuni per la costruzione di un acquedotto), fra imprese, fra categorie economiche, e quelli fra stati per regolare un determinato ordine di rapporti (economici, culturali, politici) sul piano internazionale: trattare, concludere, ratificare, perfezionare un a.; rispettare gli a.; a. politico, sindacale, contrattuale, programmatico; fare un a. monetario; a. interbancario, tra più aziende di credito; a. interconfederale, tra confederazioni sindacali; a. italosvizzero; un a. culturale italoaustriaco, ecc.

3. In grammatica, sinon. di concordanza, spec. quando si allude a casi specifici di concordanza: quando i soggetti sono più d’uno e di genere diverso, l’a. del predicato si fa di solito al maschile plurale.

4. In musica, giustapposizione di più suoni, e, in senso stretto, giustapposizione dei tre suoni d’una stessa funzione tonale; per es., nel tono di do maggiore, formano accordo le note domisol (triade di tonica), falado (di sottodominante), solsire (di dominante), ecc.; a. maggiori, a. minori, secondo che l’intervallo tra la tonica e la mediante sia di 3a maggiore (es. domi) o di 3a minore (es. lado); a. aumentati, a. diminuiti (v. aumentato, diminuito).

5. Riferito a colori, ne indica un armonico e ben intonato accostamento che produce un gradevole effetto; riferito a elementi architettonici, ne indica la proporzionata e armonica distribuzione

6.a. In radiotecnica, sinon. di sintonia, e anche, riferito a un radioricevitore o a un radiotrasmettitore, sinon. di allineamento.

6.b. In fisica, si ha a. di fase di due moti armonici di ugual centro e periodo, quando, ad ogni istante, la differenza tra le fasi dei due moti è nulla; una definizione analoga vale per grandezze periodiche qualsiasi.

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Accordo (musica)

 

Nella teoria musicale, un accordo è la simultaneità di tre o più suoni aventi un’altezza definita (L’altezza è la qualità che permette di distinguere se un suono è acuto o grave e dipende dalla frequenza dell’onda sonora che lo ha generato. In particolare: più la frequenza di un’onda sonora è elevata e più il suono ci sembrerà acuto, mentre più è bassa la frequenza e più il suono ci apparirà grave. (Vedi Altezza (acustica))

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