Armonica e Scienza 1

Ascoltate dentro di voi,

e guardate nell’infinito

dello Spazio e del Tempo.

Là risuonano il Canto degli

Astri, la Voce dei Numeri,

l’Armonia delle Sfere.

Ermete Trismegisto

 

Questo è il primo di due articoli che intendono guardare all’Armonica secondo una prospettiva più moderna e completa, con un linguaggio che possa essere un ponte tra Scienza ed Esoterismo. In questo primo scritto vedremo come la natura ondulatoria sia una firma costante e seminale in tutto l’Universo manifesto conosciuto e lo faremo attraverso esempi che mostrano come la scienza moderna stia arrivando a dire le stesse cose già conosciute dagli antichi maestri. Nel secondo articolo, che verrà pubblicato ad agosto, vedremo invece come Musica, Numero e Armonica siano legati indissolubilmente da un’affascinante ghirlanda matematica e come siano, in realtà, manifestazioni di una stessa entità. Questi due articoli, pur rimanendo fruibili, richiedono un’attenzione costante e mente concentrata in quanto l’Armonica è un concetto carico di significati profondi, trasversali a molte discipline. Detto questo, non rimane che iniziare, lasciando che risuonino le parole di Ermete Trismegisto che hanno aperto questo scritto.

In un bosco. In un luogo qualsiasi di questo pianeta. L’atmosfera è calma, l’aria pulita e fresca. Si odono solo suoni ancestrali e l’abbraccio della Natura che è madre. In alto, tra le fronde degli alberi la vita sviluppa il suo canto e, in basso, tra i muschi odorosi e tra i fili d’erba, altra vita fa da eco con il suo controcanto. Siamo immersi in questo bosco e camminiamo lentamente. Guardiamo in alto per meglio ascoltare la voce di un albero che risuona al vento e, ogni tanto, posiamo lo sguardo in basso dove i nostri piedi incontrano minuscoli rametti che si accordano alla melodia che ci avvolge. Ora, per capire come sono iniziati questi canti e queste melodie, dobbiamo lasciare il bosco e tornare indietro nel tempo di circa quattordici miliardi di anni.

Cosa successe allora? Successe che l’acqua iniziò a bollire.

Beh, non proprio, ma il principio è lo stesso. Infatti, quando l’acqua bolle si dice che sta avvenendo una transizione di fase: l’acqua sta passando da uno stato di equilibrio ad un altro stato di equilibrio, si passa dallo stato liquido allo stato gassoso. Cosa successe quindi quattordici miliardi di anni fa? Successe che ci fu una transizione di fase. Siamo poco dopo quello che in letteratura siamo abituati a chiamare Big Bang e al momento tutto l’Universo è solo un mare di energia pura dove non c’è ancora né materia, né massa manifesta. C’è solo un campo energetico vibrante “su una nota fissa” che ad un certo punto, come l’acqua nella nostra pentola, subisce una transizione di fase. Il risultato di questa transizione di fase è quello di far entrare questo campo in risonanza con sé stesso (quello che in Armonica si chiama Unisono o 1/1) e questo Primo Rapporto inerente fa sì che si generino altri campi in questo Universo primordiale e che essi entrino in relazione ed interazione tra loro. A seconda di come questi campi interagiscono con il campo armonico iniziale, la sostanza entra in manifestazione, la massa si crea. In Fisica, nella Teoria Quantistica dei Campi, il campo armonico oscillante che permea tutto l’Universo (la versione moderna dell’Etere Luminifero degli antichi) e che vibra alla strabiliante  frequenza di un miliardo di miliardi di miliardi (1 seguito da 27 zeri) di volte al secondo è il Campo di Higgs. Una delle ipotesi più affascinanti della Fisica moderna[1] è che veramente la “vibrazione armonica” sia all’origine di ogni entità in manifestazione in questo Universo e che sia all’origine dell’Universo stesso. Adesso le cose si fanno un pochino complicate.

L’idea affascinante che l’oscillazione armonica sia seminale nella manifestazione dell’Universo è un’ipotesi di Fisica Teorica nata già negli anni ’60 del secolo scorso (tra l’altro concepita inizialmente da un italiano, il fisico Gabriele Veneziano) e che ha subito notevoli raffinamenti matematici nel corso del tempo. Ma fin dall’antichità si pensava che un “suono creatore” potesse essere all’origine di ogni cosa e già Nicòmaco di Gerasa intorno al 90 d.C. introduce il concetto di Lambdoma[2] per “ordinare” gli intervalli tonali di una corda vibrante: il Monocordo.

Idee queste riprese integralmente molti secoli dopo da Hans Kaiser per la sua teoria armonicale.  Tornando alla Fisica vedremo che anche qui abbiamo un monocordo. Per Nicòmaco e Kaiser un monocordo è una semplice corda tesa di lunghezza che può essere variata, e sull’oscillazione e sulla suddivisione di questa corda si basa tutta la teoria dell’Armonica. Idea fondamentale, ma occorre esplorare e comprendere la vera sostanza della ‘corda’ e tutte le sue fasi di transizione per non ridurre semplicisticamente il canto dell’Universo.

Adesso chiudiamo gli occhi.

Immaginiamo, visualizzandola, una cordicella fatta di pura energia, impalpabile, ma vividamente reale. Questo è il nostro nuovo monocordo. Secondo le più affascinanti e moderne ipotesi teoriche fisico-matematiche, i modi di vibrazione di queste cordicelle di pura energia porterebbero in manifestazione ogni mattoncino elementare della materia tangibile come noi la percepiamo.

Bello, vero?

Una cordicella di energia pura vibra in una certa maniera con il suo modo caratteristico e un pezzettino di Universo entra in manifestazione. Ma le meraviglie non finiscono qui. Di nuovo ad occhi chiusi visualizziamo ancora queste cordicelle di energia che vibrano. Ovviamente vedremo questi filamenti vibranti immersi in uno spazio e questo spazio sarà necessariamente tridimensionale. È normale perché è così che noi percepiamo lo spazio che ci circonda. La cosa veramente difficile ora è visualizzare queste cordicelle di pura energia vibrare non in uno spazio a tre dimensioni, ma addirittura in uno spazio a undici dimensioni. Qui la mente si perde e i nostri limiti umani non ci permettono di visualizzare questo Universo se non attraverso la purezza e la bellezza dell’astrazione matematica. Quindi riapriamo pure gli occhi e cerchiamo di tirare le somme di quello che abbiamo detto fino a qui.

La Fisica Teorica moderna, quella di frontiera, ha una teoria[3] secondo la quale ogni cosa che è in manifestazione in questo Universo (Spazio e Tempo compresi) è il risultato dei modi di oscillazione di minuscole (immensamente più piccole di un elettrone) cordicelle di energia pura che vibrano in uno spazio a undici dimensioni.

Di queste undici dimensioni, quattro (tre spaziali e una temporale) sono manifeste e sette sono “attorcigliate” in uno spazio matematico che si chiama di Calabi-Yau. Non dobbiamo stupirci se qui parliamo di “spazio matematico”. Questo può essere altrettanto “reale” come quello fisico manifesto. Facciamo un esempio.

Prendiamo quegli oggetti che fanno parte della geometria frattale. Sono entità di grande bellezza estetica e anche senza capirne l’essenza molti si compiacciono di usarli come sfondi per i computer o per i cellulari. Questi oggetti sono residenti esclusivi di uno spazio matematico che utilizza Numeri Immaginari che sono diversi e hanno proprietà diverse dai Numeri Reali, quelli che usiamo tutti i giorni, tanto per intenderci. Eppure, in Natura, quello che vediamo e tocchiamo segue regole morfogeniche derivate dalla geometria frattale. Quindi, come i numeri Complessi Immaginari trovano fisicità nella natura frattale del mondo, così è possibile che le undici dimensioni dello spazio matematico delle cordicelle vibranti trovino una qualche corrispondenza in enti che possiamo percepire in questa manifestazione.

A tale proposito esiste una teoria[4] che afferma che il nostro Universo percepito potrebbe essere una proiezione olografica a quattro dimensioni di un Universo più complesso a undici dimensioni.

Ecco, quindi, il nostro nuovo monocordo, una versione più moderna sulla quale fondare tutta una nuova Teoria Armonicale. La Fisica ci sta provando, con strumenti nuovi e con linguaggi nuovi.Ma in questa nuova teoria Armonicale come può evolvere e trasformarsi l’idea di Lambdoma? Questo sarà, tra le altre cose, argomento del prossimo articolo: “Armonica e Scienza 2”. Tener conto delle moderne teorie scientifiche, ci stimola perciò al rinnovamento dei modelli di riferimento perché il fondamento scientifico risulti adeguato ai tempi.

Il canto dell’Universo ha ancora tantissime cose da dirci e noi abbiamo appena imparato a meravigliarci di fronte al coro della Natura che intona melodie di cui anche noi facciamo parte. Una partitura che ci viene svelata man mano che si svolge, nota dopo nota, accordo dopo accordo.

In origine tutto era vibrazione e lo è tutt’ora. Cambiano le teorie e cambia l’umanità che le studia, l’importante è che continuiamo a sentire il Canto degli Astri, la Voce dei Numeri e l’Armonia delle Sfere dentro e fuori di noi.

[1] Qui siamo nel campo della speculazione teorica. Questa teoria funziona molto bene solo da un punto di vista di coerenza matematica, ma non abbiamo ancora le capacità tecnologiche per poter confermare sperimentalmente questa ipotesi.

[2] Fabiola Guida: La Riscoperta del “Lambdoma” Pitagorico – in https://arjelle.altervista.org/Tesine/Fabiolalambdoma0.htm

[3] La teoria in questione è la Teoria delle Stringhe, la cui evoluzione, oggi, si chiama M-Theory. Per maggiori dettagli tecnici ci si riferisca al testo: “String Theory and M-Theory, a modern Introduction” di K. Becker, M. Becker e J.H. Schwarz.

[4] Questo è il Principio Olografico di Juan Maldacena detto anche in termini più tecnici: Corrispondenza AdS/CFT.

 

 

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