Quando, nel corso dello studio dei principi Armonicali, esaminammo l’intervallo d’ottava, proponemmo per esso il simbolo grafico della spirale, ritenendolo adatto a rappresentarne l’isotropia (ben esprimibile peraltro anche dalla circonferenza) ed insieme la sua propensione dinamica a percorrere il campo acustico, dalle regioni inferiori, delle basse frequenze, a quelle supreme, le più acute, di maggiore frequenza, protese all’infinito, pur senza mai giungervi.
La spirale ben rappresenta quindi la circolarità dell’intervallo d’ottava, che ripropone il tono di partenza con frequenza via via raddoppiata, ed insieme dimostra graficamente che lo spazio sonoro rimane così ordinato da un canone immutabile, rappresentato dalle volute, e dalla verticalità con cui esse si succedono. Da questo canone dinamico che si sviluppa (o si inviluppa) in linea retta ascendente e discendente, nasce la sintassi musicale con cui l’umanità riuscì ad edificare vere e proprie cattedrali sonore. Vedemmo, sin dai nostri primi approcci, che vi è l’opportunità di stabilire una corrispondenza analogica tra suono e realtà (meglio si direbbe tra la vibrazione del suono e la vibrazione del reale). Ciò ci permette di arricchire l’immagine del mondo sensibile di cui disponiamo (e che anche ci vincola); poiché nuove relazioni si palesano troviamo nuove chiavi adatte ad aprire nuove porte…
Dunque il simbolo grafico della spirale descrive con puntualità l’ordinamento rigoroso e ad un tempo liberale dell’infinito sonoro ad opera dell’intervallo d’ottava; di voluta in voluta si sale o si scende ma non non si esce dal sistema, infatti all’interno di ciascuna voluta possono esistere infinite digressioni tonali, ma sempre questo moto sonoro rinnova la trama ordinata: un’altra ottava!
Jakob Bernoulli (1654-1705) fu un matematico svizzero, ottenne molti risultati in diverse branche di ricerca, divenne anche famoso per aver battezzato un particolare tipo di spirale (la spirale logaritmica, di cui s’innamorò), “Spirale meravigliosa” per le sue molte e sorprendenti proprietà. Tralasciamo gli aspetti matematici ma non rinunciamo a costruirla con un semplice metodo geometrico che prende le mosse da una successione numerica, non meno sorprendente, i numeri di Fibonacci, un altro matematico che visse tra XII e XIII secolo:
1 ,1 , 2 , 3 , 5 , 8 , 13 , 21 , 34 , 55 , 89 , 144 , 233 , 377 … ∞
Questa successione gode anch’essa di molte proprietà, ne citiamo solo due: in essa ogni termine è dato dalla somma dei due che lo precedono, inoltre il rapporto tra due consecutivi tende velocemente al numero aureo ϕ. Se disegniamo una piccola parte della successione per mezzo di rettangoli aurei (quindi base ed altezza come le coppie della serie) e quadrati inscritti, conducendo per quest’ultimi gli opportuni archi, vediamo comparire, come per incanto, la spirale meravigliosa armonicache è una forma molto diffusa in natura; dai bracci di alcune galassie al guscio dell’umile chiocciola e dei molluschi marini come il Nautilus, dall’infiorescenza di alcuni vegetali al volo in picchiata di alcuni rapaci ed altro ancora. Costituisce, insieme al rapporto aureo, un picco evidente che si erge sulla pianura del consueto modello del mondo. Da questa vetta possiamo intuire ed a tratti osservare i segni del Progetto universale, che, quando emergono, spesso archiviamo come stranezze casuali.
Se espandiamo l’idea del susseguirsi di ottave consecutive in quella che abbiamo poc’anzi definito la “vibrazione del reale”, la spirale meravigliosa si svela adatta a fare da mappa per un percorso ardito che da uno punta all’infinito senza mai coincidervi. Infatti, vi è da ritenere che, come nella sfera sonora, il processo si svolga con progressione esponenziale uscendo rapidamente dall’esperienza sensibile (nel caso del suono dall’audibilità); Il sentiero della trasmutazione
Forse il matematico che rimase meravigliato da questo apparato geometrico, intuì in cuor suo che oltre i formalismi matematici, stava considerando e rappresentando il sentiero della Trasmutazione, che destina l’“infimo” a risorgere nella direzione del “supremo” in forza del loro comune appartenere all’Essere; di voluta in voluta, un atomo, un uomo, un pianeta, un sole e via così con progressione geometrica.
Il Bernoulli volle che la spira mirabilis fosse incisa sulla lapide del suo sepolcro accanto al motto “pur mutata risorgo lo stesso” (lo scalpellino incise una spirale ordinaria che non muta ad ogni voluta, ma così vanno le cose del mondo…).
Descrivemmo lo sviluppo degli intervalli sonori sulla base delle frequenze di vibrazione e delle lunghezze d’onda, ma ora, che al nostro orizzonte si è profilata questa curva, così adatta a descrivere l’evolvere dell’ottava ed il moto dell’Essere lungo i piani di coscienza, verso regioni che sfuggono alla nostra percezione mentale, possiamo aggiungere, sempre in analogia con la sfera sonora, un terzo elemento, più occulto, ma egualmente importante: la tensione del mezzo vibrante. Si direbbe che per “tensione” percorriamo il sentiero tracciato dalla spirale meravigliosa così come, grazie alla tensione della corda vibrante, discriminammo, fin dall’inizio, tra la sfera sonora ed il rumore, aprendoci a scenari, anch’essi, meravigliosi.
Ci troviamo così di fronte ad un mistero che ricorre spesso nei libri dell’insegnamento: l’azione del “Magnete cosmico“ e quelle degli altri magneti minori ad esso connessi, nel tendere le energie dello spazio, sui molteplici piani di manifestazione, affinché possano “risuonare”, rispondendo a frequenze sempre maggiori.
Concludiamo con un paragrafo del libro “Infinito II” della serie Agni Yoga che insieme ai commenti di E. Savoini (editi da Nuova Era nel 2003) hanno ispirato queste considerazioni.
“Solo in quelle sfere dove l’ombra offusca la visione lo spirito può cercare la Luce. Solo dove l’ombra insidia alle spalle, lo spirito può manifestare la sua forza. Solo dove l’ombra nasconde i mondi lontani, lo spirito può rivelare la propria capacità di discernimento. Gli ostacoli dunque affrettano la crescita dello spirito. L’Agni Yoga dunque è indicato come il sentiero più alto e diretto. La conoscenza della trasmutazione rivelerà tutte le occasioni possibili. Se la prova del fuoco attende l’umanità, i suoi doni saranno innumerevoli.” (Infinito 2 §139).
Giancarlo, grazie!
Il testo è molto buono. Questa idea è fattibile, per quanto noi esseri umani possiamo comprenderla, ovviamente.
Sono pienamente d’accordo con te.
Grazie.
Pablo
Se la prova del fuoco attende l’umanità, i suoi doni saranno innumerevoli.” (Infinito 2 §139).
In una prospettiva spiralica il pensiero è Igneo.
La prima attività dell’uomo è il Circo. Ogni bambino vuole assistere a questo “gioco” (Lilla). Le attività circensi prima itineranti ora semi-itineranti, hanno il loro culmine nella prova del fuoco. La tigre ha una paura ancestrale con questo elemento, vedi Il Libro della giungla. Ma nel circo viene solo domata, non dominata, alla possibilità di passare attraverso il fuoco. Questo è un esempio di come la coscienza animale possa “osare” a superare nella prova il limite.
La metafora circense insegna che, l’uomo invece, non deve essere il domatore, ma il dominatore della tigre che lo “possiede”, attraverso i Gunas, corrispondenti ai tre colori della tigre e ai nostri tre stati allotropici della coscienza.
L’opera è alchemica, in quanto il fuoco deve divorare il fuoco.
Il Fuoco del Padre, l’Ira di Dio, deve “essere” trasformato indi trasmutato nel Fuoco del Figlio.
Cadere e rialzarsi tre volte con la flessibilità di un bambino, allora il fuoco dopo essere “mutato” tre volte diviene Celeste.