“Talvolta si paragona il pensiero all’oceano, ed è plausibile. In ciascun uomo coesistono tre correnti principali di pensiero. Una è superficiale, e viene dalla carne, dai riflessi muscolari, ovvi nella vita esteriore. La seconda interessa il cuore e contribuisce a migliorare i sentimenti sottili. E infine nella profondità della coscienza si acquisisce la rinuncia al sé — ciò è ormai prossimo al Mondo del Fuoco. Chiunque può percepire i tre Mondi: anche nell’usuale vita quotidiana può scegliere a quale pensiero attenersi. Per poter udire la voce del cuore non occorre essere né ricchi né poveri, né di alta o bassa condizione — né è indispensabile una grande cultura. In verità, il pensiero è un oceano, con tante correnti.”
“Un eremita, per meglio acquisire la virtù del silenzio, non fidando nelle proprie forze, con pazienza e fermezza si bendò la bocca. Un giorno vide un bambino in pericolo sull’orlo di un torrente, ma non potè disfare abbastanza in fretta quel bendaggio, e quando ebbe finito il bambino era già stato portato via dalla corrente. Le vere conquiste non sono mai artificiali. Si vince solo quando si è costretti ad agire. Chi non lo fa perché non può, non giunge a nulla, e ciò vale sia per la vita fisica che spirituale. Oltre a non compiere atti ignobili, bisogna anche capire perché tali azioni sono inammissibili. Il pensiero deve essere attivo. Quando si è similmente creativi la sua forza è indispensabile. Non c’è evoluzione senza pensiero. Se nel Mondo sottile e del Fuoco, così prossimi, esso muove ogni cosa, non è difficile riconoscerne la preminenza. Nell’infinito, grandi spirali, cicli interi di pensiero, sono impegnati a manifestare. Il più significante oggetto materiale è una trasformazione del pensiero; perché non dovrebbe ripetersi lo stesso processo nello spazio, in scala maggiore? Il pensiero è Fuoco, ed è generato dal vortice e dall’esplosione creativa. Il pensiero è Luce e irraggiamento. Così bisogna venerare il Pensiero igneo.” (Mondo del Fuoco III, 603 e 600, Collana Agni Yoga)