Il proprio posto nel Sistema

Nel documento “Attestare il Piano planetario” recentemente pubblicato, è illustrato compiutamente il Sistema ordinato di scopi e funzioni che rendono possibile realizzare il  “Piano di evoluzione per l’umanità. Tale Piano porta in espressione un Proposito planetario.”

A chiunque risponda a questo appello sentendo un moto autentico del cuore, sorge spontanea la domanda “quale sarà il mio posto, il compito che mi spetta, la mia parte di lavoro in questo ordine?”. Domanda legittima e anzi indicativa di un’adesione cardiaca che, prima oppure oltre le incertezze, le discussioni e le necessità di capire della mente concreta, registra un “Sì, ci sto” , al di  fuori di ogni logica pur opportuna e dignitosa.

Il bisogno di capire attiene alla facoltà intellettiva dell’essere umano, a cui non basta reagire istintivamente e quindi in modo automatico come concerne alla parte animale, e necèssita di un processo di penetrazione e di riflessione. Questa è una dote e un bene.

Purtuttavia c’è un’altra abilità che è data all’essere senziente, quella di percepire con il cuore, di sentire risposte (favorevoli o sfavorevoli, comunque nette e precise) con un “sesto senso” che viene chiamato genericamente “intuizione” .

Il sapore di tali percezioni – quando si vive un senso di rispondenza – assomiglia all’innamoramento, all’entusiasmo, a una certezza che non abbisogna di ragionamento e convalida logica, e a volte può persino contrastare e smentire la funzione razionale. Si attiva una abilità di cui non abbiamo ancora sufficiente conoscenza.

Non c’è una vera educazione indirizzata a coltivare questo organo percettivo di qualità cardiaca: ci insegnano a ragionare, ad apprendere nozioni e saperle utilizzare, a capire e connettere dati ed esperienza, a osservare e dedurre,  e questo non è certo irrilevante né tanto meno inutile. Ma quando si tratta di scegliere e discernere su temi veramente importanti e soprattutto più ampi e complessivi di quanto comporti un singolo argomento o ambito di azione, quando si tratta di sintetizzare in un istante valori, predisposizioni e aspirazioni, quando siamo cioè nel mondo della Qualità, allora la mente concreta deve cedere alla mente cardiaca, al pensiero aderente alla Realtà poiché nasce e si relaziona con la Realtà stessa.

Non è immediato riconoscere i messaggi intuitivi (di qualità cardiaca) da quelli associativi (di qualità emotiva), che spesso paiono simili: cioè non sempre sappiamo distinguere il messaggio che arriva dalla “pancia” da quello che arriva dal “cuore”. E’ una capacità che cresce con la coscienza, quindi lentamente e inosservata “come l’erba”. (1)

Nel documento citato abbiamo alcune indicazioni, un costrutto sistematico che declina in parole, “mestieri”, mete e scopi da perseguire, un Piano mirabile che si fa Sistema di funzioni, esplodendo declinazioni molteplici da una “spina dorsale” di 7 obiettivi chiamati “Mete lontane”. E’ uno scacchiere semplice e compiuto, ove diviene  relativamente facile individuare un “posto” ovverosia una funzione, in cui potersi collocare.

E’ importante sottolineare che ogni “casella” del Piano descritto, corrisponde a un vortice dato dall’incrocio di due energie/qualità fondamentali, e quindi colui che sente attrazione e riconoscimento – ad esempio – per il vortice 5.6 “Costruzione degli Ideali” , sentirà in sé risonanza con l’energia del Quinto Raggio – il Costruttore,  e del Sesto Raggio – Colui che vede la Realtà Una. (2)

Il Piano, quindi, si esprime in un Sistema ordinato di funzioni, e ciascuno può riconoscersi consapevolmente in una delle sue mete; riconoscersi e non tanto “sceglierla”, ma sentire di esserne stato scelto, come chiamato, come per una vocazione. Più semplicemente, dotato degli strumenti necessari, delle caratteristiche proprie di quella funzione. Naturalmente con tutti i limiti e le carenze interpretative causate da una personalità non sempre armonica, che però proprio nella dedizione al proprio compito, trova e matura la sua perfezione. E’ certo questo un bel modo di intendere l’obiettivo di  “crescita personale” che sempre più si cita e si persegue, un modo che “dimenticando” di occuparsi di se stessi e della propria perfezione, nell’agire e soprattutto nell’aderire a livello dell’Essere, automaticamente lascia decadere difetti e interferenze e permette di “lasciar splendere la propria Luce” .

Sicuramente un Sistema di funzioni, e quindi un Ordine di funzionari collaboranti, è efficace, efficiente, creativo. Ma è soprattutto bello, di quella Bellezza che “salverà il mondo”.

 

 

Sappi, non esistono possessi – né decisione, né orgoglio, né rimorso.

Solo una cosa esiste – la Bellezza.

E Io te l’affido.

Difendila, affermala e spiegala.

Ecco la tua strada.

Con la Bellezza muoverò incontro a quelli che vengono a Me,

e già sono per via.

(Foglie del Giardino di Morya I – § 333)

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(1) Agni Yoga, Foglie del Giardino di Morya I, 271 – ed. Nuova Era: “Prometto lo sviluppo della coscienza. Cresce per gradi, inosservata, come l’erba.”

(2) L’approfondimento di questi temi può essere fatto sia tramite il documento sintetico citato, sia riferendoci alle fonti quali il Trattato dei Sette Raggi di A.Bailey, in particolare il Volume 1° – Psicologia esoterica 1

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Una risposta a Il proprio posto nel Sistema

  1. Anna Fusaro dice:

    Sentirsi al proprio posto è la consapevolezza della vita che ti sta pervandendo nella direzione allo scopo , è la sacra unione tra ciò che serve e ciò che piace, è la bellezza dell’azione cooperante guidata dal cuore. Sentirsi al proprio posto è il messaggio d’amore che risponde al suono dell’infinito. Grazie Eleonora, è importante ogni tanto fermarsi ad ascoltare la musica nella quale siamo immersi.Anna F.

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