L’odierno incontro nei cieli tra Mercurio e Nettuno ci guida ad esprimerci sull’energia della Parola: è il primo di quest’anno 5.3 dedicato alla Semina dei Principi della nuova Cultura.
Consideriamo insieme le parole “semina” e “principio”.
L’esame della prima è rapidissimo, poiché è reperibile nel glossario al quale si rimanda: la semina è lo spargimento ritmico di principi vitali.
Qui solo rimarchiamo che la parola “semina”, emersa dal substrato indoeuropeo, ha percorso i secoli rimanendo pressoché invariata, per forma e significato, testimoniando la sua qualità fondante nella cultura e nelle civiltà umane. Aggiungiamo una sua immagine: il corso ampio e regolare di un’onda che traccia nello spazio scie luminose e sonore dalle quali sgorga la vita. Luce e suono, espressione dell’energia di 3° Raggio, sono inerenti all’atto del seminare, che in tempi antichi era sotto la tutela di Saturno, etimologicamente il “Seminatore” per eccellenza.
Ma che cos’è un Principio? Pensiamo sia utile domandarcelo, per non correre il rischio di darne per risaputo il significato, ed è per questo che, seppure anche di esso sia rintracciabile l’etimo in Genesi delle Idee (p.16), l’analizziamo insieme nel contesto dell’anno in corso. Il termine deriva al latino principium, che ha lo stesso etimo di princeps, primo, composto da prin/m e da -ceps. Quest’ultimo deriva dal tema *KAP- che esprime l’idea di “tenere”, onde anche il latino capere, prendere. Prim/n è il tema del superlativo primus (comparativo prior, anteriore; positivo prae/pro, avanti): la sua radice indoeuropea è *PRA- in cui si distinguono le componenti [ra], “raggiungere” e [p] “purificazione”. Si evidenzia l’idea della purificazione espressa dal suono p, e il rituale quotidiano da svolgere per legarsi alla luce nascente – la zona ove sorge il sole era detta pūras, “purificatrice” – che l’uomo indoeuropeo avrebbe compiuto prima di ogni altro atto, allo scopo di testimoniare la sacralità della vita e l’adesione al divino.
Il Principio dunque è letteralmente l’ente che “tiene il primo posto”: la matrice latina vista sopra esalta il concetto di precedenza assoluta, poiché esprime il grado superlativo di una preposizione che già di per sé indica l’idea del “prima”!
L’etimologia del termine “principio”, composto da un elemento temporale – prin – e da uno spaziale – ceps (lo stesso etimo di “campo”), lo lancia in una realtà spaziotemporale sovrana, primigenia, talmente alta da risultare trascendente. Comprendiamo allora meglio perché si citi questa parola così incisiva all’esordio del Trattato del Fuoco Cosmico di A. A. Bailey: “Vi è un Principio Illimitato ed Immutabile, una sola Realtà Assoluta antecedente ogni Essere manifesto, condizionato. Esso è al di là dei limiti e delle possibilità del pensiero e dell’espressione umani. L’Universo manifesto è contenuto in questa Realtà Assoluta, e ne è un simbolo condizionato.” (Ed. Nuova Era 1980, p. ingl. 3).
Il principio, usato come locuzione avverbiale, ci fa venire in mente il dirompente esordio biblico, In principio Dio creò il cielo e la terra e l’incipit del Vangelo di Giovanni: In principio era il Verbo, e, ancora, a livello assai meno sublime, quel confidenziale C’era una volta … delle fiabe che lancia il racconto nell’indefinito; è curioso tuttavia notare che anche il termine rac-contare esprime l’idea del contare partendo dai valori primari numerici: è composto dal prefisso re- che indica ripetizione, e da contare, sincope di computare, calcolare!
Nel documento sopra citato Genesi delle Idee (p. 4) il Principio è definito “il seme originario”, formulato per il vortice 1.4 del Lambdoma dell’Assoluto: considerare l’essenza infuocata e somma di questa parola, che l’uso quotidiano generico tende a svilire, infonde in noi, seminatori e operai di una nuova cultura, senso di responsabilità e gioia rinnovata nel progettare e nel costruire, poiché indica, esattamente come la fiamma che si dirige sempre verso l’alto, l’origine spirituale di tutto quanto è manifesto. Nell’anno dedicato alla semina dei Principi della nuova Cultura/Civiltà, l’alimentare questo orientamento verso l’essenza causale della manifestazione ci aiuta ad indirizzare la mente verso i livelli astratti e intuitivi.
A livello individuale, siamo guidati a considerare in noi e nell’altro l’essenza più alta, quel suono originario, il seme spirituale, che la nostra personalità, il suo strumento, trasmette. Ricordiamo che per i Latini la per-sona era la maschera teatrale che aveva la funzione di amplificare la voce, e che sonus deriva dalla radice indoeuropea *SVAN, composta da su, che esprime l’idea della luce, la stessa di “sole”, e da an, respiro, l’identico etimo di “anima”. A livello più generale, possiamo così meglio comprendere il parallelo fra il sé superiore e la cultura (anima) e quello tra la persona e la civiltà (personalità).
Ancora, a livello comunitario, lo stesso orientamento verso le origini, i principi, ci aiuta a discriminare con maggiore consapevolezza e vigilanza le contraddizioni della società: ad es, perché i concetti di libertà, eguaglianza e fratellanza, così fondamentali per soddisfare la nostra sete di giustizia, sono a tal punto disattesi? Un brano dell’Agni Yoga ci mette sull’avviso in modo sintetico: Anche i contributi migliori apportati al concetto di Fratellanza hanno finito per appesantirlo e renderlo più arduo. Lo si volle connettere all’idea di libertà e di uguaglianza, ma fu un trinomio concepito in senso terreno […] La libertà vera e propria è possibile solo nello stato sovramundano, allorché le leggi sono conosciute come realtà, belle e immutabili. Anche l’uguaglianza del seme dello spirito è allora riconosciuta, in quanto misura unica di liberalità e di equilibrio. Di solito, infatti, le statue che si innalzano alla libertà portano torce, o sono alate, a ricordo delle sfere e degli stati superiori […] (Fratellanza, § 3).
È a causa di questo orientamento che la matrice della nuova cultura planetaria è cosmica e solare, e che al centro del Lambdoma di riferimento, formulato per orientare pensieri comuni, nel vortice 4.4, vibra la formula “Unire Cielo e Terra”.
A noi uomini tocca seminare in formazione ordinata e con ritmo sapiente attingendo alle Fonti vitali primarie, perenni e sempre nuove, che irrorano i campi spaziali secondo il mutare dei cicli celesti, intuendo i principi ispiratori della cultura e forgiando strumenti di civiltà: siamo sostenuti quest’anno dalla focalizzazione sulle energie luminose dell’intelligenza attiva e della capacità costruttiva della mente, espressioni del terzo e quinto Raggio creativi, che indirizzano le nostre aspirazioni all’Equilibrio dinamico comune. Una bella Officina del Pensiero, e un impegno coraggioso, lucido e paziente, considerato che le istanze di equità umane devono essere riorientate ai principi celesti.