Nel giorno in cui l’asse Sole-Terra taglia il centro dei Segni Scorpio-Taurus, qualità spaziali che seminano nelle coscienze lo splendore trionfante della Bellezza e dell’Armonia (il 4° Raggio per la tradizione esoterica), presentiamo la lettura analogica, in chiave simbolica e psicosofica, di un’opera d’arte musicale.
Ascoltare Beethoven
Concerto in re maggiore per violino e orchestra Op. 61
un dialogo tra anima e personalità
1° movimento – Cinque colpi di timpano aprono il movimento e tutto il concerto: la personalità afferma se stessa, con la sua determinazione, le sue tensioni, i suoi momenti difficili e non risolti. Questi si rafforzano e si esprimono pienamente con tutti gli strumenti che, all’improvviso, ammutoliscono al primo apparire del violino solista. È l’anima che fa sentire la sua voce, timidamente e dolcemente. L’orchestra, la personalità, esprime momenti di contrasto con il riecheggiare dei cinque colpi di timpano.
La voce del violino, dell’anima, prosegue il suo canto dolcissimo e così suadente che l’orchestra, la personalità, comincia a mostrare segni di accettazione. Allora la voce del violino accresce il suo richiamo, rendendolo dolcissimo e tuttavia impalpabile, con le sue note più lievi e più alte che, ricadendo sui piani della forma, ora trovano l’orchestra pronta a riprenderle. È, questa, una ripresa del tema espresso dal violino e fatto proprio dall’orchestra con i toni forti della personalità. L’ottica con cui quelle note sono accolte e fatte proprie dall’orchestra è quella della personalità che, udito il primo richiamo dell’anima, risponde…ma alla sua maniera.
Ora il violino riprende il suo canto e, di livello in livello, esprime un fraseggio sublime nel suo avvicinarsi a contemplare il piano delle idee. Quindi, il movimento tende alla sua conclusione con un’affermazione della personalità, ma su livelli più ispirati. I fraseggi dell’anima vengono ribaditi con la coloritura dell’orchestra piena, ma quegli stessi fraseggi vengono ripresi e riproposti dal violino ad una personalità che ora mostra segni di comprensione.
Sono gli archi, per primi, a raccogliere il messaggio del violino e ad entrare in risonanza con esso; così come, nella vita, sono le parti più sottili della personalità che, per prime, rispondono al richiamo superiore. Ed è proprio la forte affermazione della presenza – e della disponibilità – degli archi, espressa con grande sonorità, che dà il via ad un ‘a solo’ del violino. Così l’anima riassume i suoi temi con un fraseggio dolcissimo e colmo di promesse. L’orchestra fa eco al violino e conclude il movimento con due battute affermative.
2° movimento – La voce dell’anima è stata udita e la personalità ne è rimasta folgorata. Ora l’orchestra esprime una personalità incantata dall’evento e in attesa che esso si ripeta. E la voce del violino non si fa attendere, dilatando la consapevolezza dell’orchestra e acuendone l’attesa, che è quasi una richiesta, espressa ora con dolcezza e ora con fermezza.
Ecco i primi frutti di questo richiamo: le frasi vengono espresse compiutamente dal violino e trovano l’orchestra incline a recepirle e a sostenerle. È un sostegno, da parte della personalità, fatto sì di trepidazione e di aspirazione, ma ancora timido, quasi incerto.
Il fraseggio del violino si fa dolcissimo. È un richiamo suadente. Ora esprime la richiesta espressa dalla personalità di farsi prendere per mano per spiccare il volo…e l’anima acconsente.
3° movimento – Ecco allora l’esplosione della gioia. Il violino è consapevole di aver tratto l’orchestra al suo livello e fraseggia felice di questa unione. Il suo canto introduce nuovi temi, che fanno percepire nuovi mondi, più alti livelli di coscienza, nuovi modi di essere. È un tripudio istantaneo di consapevolezza di nuove possibilità che si aprono alla personalità integrata e all’anima stessa, quando queste sono fuse tra loro. La sinergia è potente: il richiamo dell’anima trova una personalità integrata pronta ad accoglierlo e a farlo proprio, rafforzandolo con le sue proprie energie sublimate. Ora la fusione è perfetta. La conclusione è all’unisono, nella gioia.
* * *