In questi tempi di forti tensioni spesso si parla della necessità di instaurare retti rapporti in seno all’umanità, quarto regno planetario, mediatore fra Cielo e Terra, e di conseguenza fra i diversi regni di natura gerarchicamente inferiori e superiori all’umano.
La congiunzione eliocentrica odierna in Aries fra Mercurio e Urano, ricetrasmettitori rispettivamente del quarto e settimo Raggio, dell’Armonia e delle Regole, ci sprona a riflettere nuovamente su questo tema, che riguarda da vicino il compito precipuo del genere umano.
Tutti noi, pensando a retti rapporti, abbiamo un’idea sufficientemente chiara di ciò che auspichiamo. In sintesi, vorremmo che le relazioni interne a noi stessi, fra gli individui, fra i popoli, fra i regni di natura, fossero improntate a regole di giustizia, ovvero a regole armoniche.
L’Armonia è una scienza esatta, così come la Giustizia, e si può affermare che ciò che è giusto è anche armonico e viceversa. Si può poi proseguire dicendo che ciò che è armonico è anche bello e ciò che è bello è vero. Come dice l’Agni Yoga: “la Bellezza è lo splendore del Vero”.
I retti rapporti sono geometrie viventi, così come lo sono quelli fra i Luminari, e da essi promana un Suono, che è un nuovo rapporto, ovvero una scintilla di Coscienza che si diffonde nello Spazio e lo illumina.
Tutti noi abbiamo esperienza di momenti in cui sentiamo che “tutto è giusto e perfetto” e dal cuore si leva un canto di gratitudine per la vita; in cui percepiamo che fra le persone intercorrono rapporti chiari, esatti che rigenerano le energie; in cui nei gruppi o fra di essi udiamo risuonare la magia dell’armonia che fa crescere le coscienze e spuntare nuove ali.
Abbiamo allora l’impressione che si apra una porta che non c’è e che poi si richiuda senza che noi abbiamo una parte consapevole in tutto ciò: non conosciamo la parola magica che ci permette di superare a piacimento la soglia inesistente, né la formula per riprodurre l’incantesimo. Eppure sappiamo che tutto ciò obbedisce ad una legge celeste: il Cielo infatti, così apparentemente elusivo e inafferrabile, è sede dell’esattezza e le energie che in esso vivono si combinano fra loro in modi e secondo ritmi precisi, mosse dalla Mente divina universale.
Le nostre menti, come antenne nell’infinità spaziale, ne indagano la natura, soffermandosi perlopiù su ciò che lo abita e ricavano dati e formule idonei a calcolare distanze, potenze, intensità di luci, somiglianze fra gli astri, senza riuscire a penetrarne il mistero.
Quando però intimamente sentiamo che nell’Infinito non esistono soglie né porte da attraversare, poiché siamo noi stessi entità infinite che qualificano ciclicamente porzioni di spazio per realizzare il compito affidato all’Umanità, ovvero produrre Armonia, sappiamo, o quantomeno dobbiamo supporre, di essere correttamente equipaggiati per lavorare in questo senso. Forse semplicemente non utilizziamo gli strumenti giusti.
Se allora ci distacchiamo dal modo ordinario di pensare, concreto e orizzontale, e guardiamo in alto con occhi di fanciulli, capiamo che non servono parole magiche, formule, misure, alchimie o manuali del buon armonizzatore, ma occorre semplicemente imparare a mantenere la giusta tensione del Cuore. L’Armonia infatti va conquistata ad ogni respiro, poiché i rapporti in noi, fra noi e nel mondo mutano continuamente ed essendo un rapporto la risultante di due fattori, è sufficiente cambiarne uno (il nostro) per produrre un suono armonico. Come si dice al termine del primo volume della collana dell’Agni Yoga, la vita va attraversata
“come un abisso su una corda tesa: in bellezza, con cautela, oscillando”.
Il funambolo sente con tutto se stesso il vento, le correnti celesti, le tensioni che fanno oscillare la corda sulla quale poggia il piede; è cauto ma determinato ed ogni passo è una vittoria, un avvicinamento alla meta, una meraviglia. Non guarda in basso ma dinanzi a sé, concentrato nel suo centro di equilibrio, sospinto dalla necessità ma senza fretta. Non conosce la regola per gestire gli stimoli che gli provengono da ogni dove, ma la pratica in modo naturale, instaurando un rapporto strettissimo con la corda e sapendo di non poter sbagliare.
La sua arte, l’arte di vivere, consiste infatti innanzi tutto nell’acquisire la capacità di tendere la corda del cuore: diritta ma non troppo rigida e quindi giustamente oscillante, in modo tale che questa sia un supporto sicuro per i suoi passi, potendo così sempre contemperare le variabili del percorso. Dovrà poi comprendere che non c’è separazione fra se stesso e la corda, poiché questa è fatta dell’energia della sua stessa vita e viene quindi tessuta ad ogni passo. Saprà infine che la corda del cuore collega i mondi, all’infinito.
L’Uomo, l’aspirante funambolo, mentre si ingegna a camminare sulla corda, comprende a mano a mano la potenza e la bellezza del lavoro cui è chiamato, e lo ama. Sperimentando l’Armonia sa che non si tratta di quella pace spesso frutto di compromessi o comunemente intesa come uno stato di stabile e imbelle tranquillità, ma della Pace che il Cristo ci ha lasciato, che ci sfida ad ogni momento, da cui scaturisce responsabilità, coscienza, inclusione, divina indifferenza.
In sostanza, come più volte fatto in questo ciclo annuale, puntiamo ancora una volta l’attenzione sul Cuore, sede focale dell’energia psichica, di cui molto si parla e poco si conosce, poiché ancora troppo pochi si sono realmente arruolati sotto la sua bandiera. Molti però lavorano focalizzati sul sole del plesso e si preparano a compiere il sacrificio e divenire guerrieri della Luce.
Il Cuore è in contatto con tutte le sensazioni del Cosmo. Le date si approssimano e noi le rispetteremo.
Gocce di saggezza che si sprigionano dal cuore per saturare lo Spazio.
Grazie Marinella, per ricordarci il percorso dei guerrieri della Luce, avendo in noi l’Amore del Cristo.