Dall’Economia umana all’Economia planetaria

Nei quattordici articoli precedenti riguardanti l’Economia, terzo Dipartimento della Nuova Cultura/Civiltà, abbiamo più volte richiamato i significati di questo termine.

Lo faremo ancora una volta perché, tramite questa operazione, potremo iniziare a comprendere la profonda differenza che esiste tra il concetto ordinario di Economia e quello che vogliamo proporre all’attenzione di tutti gli uomini e donne che intendono dedicarsi alla Costruzione del Futuro.

Nell’articolo n° 8, dello scorso 20 agosto 2014, intitolato Significati di Economia, avevamo detto:

Economia (da una ricerca etimologica della redazione di TPS)

Dal latino oeconomia, traslato dal greco oikonomìa, parola composta da due elementi:

  1. oikòs, dimora e 2. – nomìa, amministrazione
  1.  oikòs, casa,  dimora

Radice indoeuropea *WEIK-/*VIK-/*VIS-, che esprime l’idea del luogo verso cui si conviene,  casa, villaggio.

  1. nomia, giusta distribuzione

Dalla radice indoeuropea *NEM-, che esprime l’idea di distribuire equamente.

In italiano, è la stessa radice di numero.

 Economia significa pertanto amministrazione della casa secondo regole di giustizia.

Economia (da vocabolario on-line Treccani, vedi http://www.treccani.it/vocabolario/economia/

economìa s. f. [dal lat. oeconomĭa, gr. οἰκονομία, comp. di οἶκος «dimora» e -νομία «-nomia» (propr. «amministrazione della casa»); la voce si è diffusa per il tramite del fr. économie (così come i der. economico, economista, economizzare attrav. il fr. économique, économiste, économiser)].

  1. Uso razionale del denaro e di qualsiasi mezzo limitato, che mira a ottenere il massimo vantaggio a parità di dispendio o lo stesso risultato col minimo dispendio;
  1. Complesso delle risorse (terre, materie prime, energie naturali, impianti, capitali liquidi, capacità lavorative) e delle attività dirette alla loro utilizzazione, di una regione, di uno stato, di un continente, del mondo intero
  1. Nel linguaggio economico e sociale, particolare tipo di sistema economico (determinato da opportune specificazioni), soprattutto per ciò che concerne l’organizzazione della produzione e la distribuzione delle ricchezze
  1. Scienza, sviluppatasi a partire dal sec. 16° in diverse scuole e teorie, che può essere in generale definita come lo studio delle leggi che regolano la produzione, la distribuzione e il consumo delle merci, con riguardo sia all’attività del singolo agente economico, sia al più generale assetto sociale di uno stato, di una collettività nazionale: in quest’ultimo senso è più comunemente e tradizionalmente denominata e. politica, in quanto, soprattutto fino al sec. 19°, considerava congiuntamente il movimento delle categorie economiche e il comportamento politico delle diverse classi sociali.

Economia (da Wikipedia, l’enciclopedia libera, vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Economia

Per economia– dal greco οἴκος (oikos), “casa” inteso anche come “beni di famiglia“, e νόμος (nomos), “norma” o “legge” – si intende sia l’utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) per  soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi organizzando la spesa, sia un sistema di organizzazione delle attività di tale natura poste in essere a tal fine da un insieme di persone,organizzazioni e istituzioni (sistema economico).

Normalmente si considerano i soggetti (detti anche “agenti” o “attori” o “operatori” economici) attivi nell’ambito di un dato territorio. Peraltro si tiene conto anche delle interazioni con altri soggetti attivi fuori del territorio, ovvero con il “resto del mondo”.

Economia (nell’accezione generale della redazione TPS)

L’Economia è la scienza che studia, ricerca e sperimenta l’amministrazione della casa secondo regole di giustizia.

La Casa di cui si parla è il Pianeta che ci ospita, con tutte le innumerevoli altre forme di vita, alle quali siamo comunque collegati, con tutti gli altri Regni che condividono il Pianeta/Casa con l’Umanità.

Le “regole di giustizia” possono anche esser espresse secondo altra nota formula: operare secondo i principi del “buon padre di famiglia” ovvero, con altre parole, iscrivendosi in servizio permanente effettivo tra le fila dei Costruttori del Futuro.

Sia da quanto scritto sulla autorevole Treccani sia sulla popolare Wikipedia risulta evidente come l’Economia di cui si parla abbia carattere antropocentrico, come essa sia del tutto fondata sui bisogni dell’uomo.

Per contro nell’accezione TPS, ritenendo comunque del tutto valida la definizione etimologica di amministrazione della casa secondo regole di giustizia, si aggiunge un fattore determinante che recita:

“La Casa di cui si parla è il Pianeta che ci ospita, con tutte le innumerevoli altre forme di vita, alle quali siamo comunque collegati, con tutti gli altri Regni che condividono il Pianeta/Casa con l’Umanità”.

Con tale approccio l’antropocentrismo svanisce, le risorse, i bisogni, le organizzazioni, le istituzioni di cui si dice in Treccani e Wikipedia non avranno più come unico riferimento l’umanità ma il Pianeta nel suo complesso, all’interno del quale la nuova Umanità dovrà assumere il ruolo di Sistema “intelligente”, in grado di lavorare per il Bene Comune, che comprenderà non solo i Regni inferiori, Minerale, Vegetale, Animale, ma anche i Regni superiori, Planetario appunto, Solare, Galattico, ……., Universale, ovvero rivolto all’UNO.

Con il prossimo articolo, programmato per il 3 ottobre, inizieremo a porre alcune domande che derivano da questa “riqualificazione” del target di riferimento dell’Idea di Economia, e a tracciare le prime risposte che ne conseguono.

 

 

 

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2 risposte a Dall’Economia umana all’Economia planetaria

  1. Bianca V. dice:

    L’aspirazione a giuste relazioni umane, la condivisione, la cooperazione, l’impegno per il Bene comune, l’amore per la verità, il senso di giustizia e la responsabilità personale sono oggi valori ampiamente accettati, ma non sono diventati ancora idee che plasmano né l’agire quotidiano dei singoli né la pianificazione lungimirante degli affari umani.

    In campo sociale ed economico, ancora appare sempre più indispensabile e improrogabile:

    “…imparare a sottomettere la logica della produzione e della produttività in nome di una più alta logica di reali esigenze e aspirazioni umane, riscoprire la giusta scala delle cose, la loro propria semplicità, il loro proprio posto e la loro funzione in un mondo che si estende infinitamente oltre il puramente materiale, imparare ad applicare i principi della non-violenza non solo nelle relazioni tra le persone ma anche in quelle tra uomo e natura vivente.”
    (E.F. Schumacher, La misura della felicità)

    Adriano Olivetti, imprenditore illuminato che risentì profondamente degli scritti di
    Steiner, offre una Visione spirituale di una Politica e di una Economia ispirate a “Verità, Giustizia, Bellezza, Amore”:

    “Per guidare ora gli uomini nella loro vita di ogni giorno e nella loro breve vita terrena, occorre che il mondo politico ancor chiuso nel suo tradizionale empirismo accetti finalmente le indicazioni della scienza e riconosca il fine e i mezzi dell’azione comunitaria in cui i valori dello spirito, Verità, Giustizia, Bellezza, Amore possano realmente prendere il dominio e il sopravvento. Una società che non crede nei valori spirituali, non crede nemmeno nel proprio avvenire e non potrà mai avviarsi verso una meta comune e affogherà la comunità nazionale in una vita limitata, meschina, corrotta.
    […]
    Troviamo così innanzi a noi gli antipodi dell’atteso splendido regno della giustizia, della cultura e della verità. È soprattutto nella Verità che troveremo la vera rivoluzione, il vero rinnovamento morale e materiale di ogni cosa. Poiché la Verità è tutto: scienza, sapienza, carità.”
    (Adriano Olivetti, Il mondo che nasce, cap. III)

  2. T. Enio dice:

    Secondo l’economista La Touche, il concetto di economia è riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica e dei consumi, con l’obbiettivo di stabilire relazioni di equilibrio ecologico tra uomo e la natura, nonchè di equità tra gli esseri umani stessi. Il capitalismo si basa sul principio che ricchezza produce ricchezza, all’infinito. Ma la crescita illimitata è un’utopia o un’idea che porta diritti contro il muro. Recessione dunque ?Produrre di meno? No, perchè la decrescita prevede un taglio selettivo del PIL, la recessione è invece discesa illimitata e incontrollata, dunque anche di quei parametri che sono indispensabili al mantenimento di un tenore di vita decente (istruzione, sanità, occupazione). Tutto quello che non è necessario consumare non va prodotto. In questa ottica, la produzione è una voce che procede dalla domanda e non viceversa.

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